SIERRA LEONE – Stigma e discriminazione, l’ebola pregiudica anche le pratiche religiose

Notizie tratte da Avvenire.it e Agenzia Fides

L’impatto dell’ebola avrà una lunga durata in Sierra Leone.
Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) infatti, su un totale di poco meno di 6 milioni e mezzo di abitanti, nel Paese vi sono stati finora 9.446 casi di ebola (tra sospetti, probabili e confermati), 2.758 morti e 1326 casi curati.
Da ultimo conteggio poi il totale delle vittime, considerando anche quelle di Liberia e Guinea, si attesta a 7.905 mentre il numero dei casi accertati a 20.206.
Cifra davvero impressionanti.
Il virus continua a portare così conseguenze in tanti settori, anche nelle pratiche religiose.
In chiesa, ad esempio, sono autorizzate a sedersi solo tre persone per ogni panchina. O ancora entrando in chiesa, invece dell’acqua santa ci si deve lavare le mani con la clorina. Dopo la funzione religiosa alle persone viene controllata la temperatura con gli infrarossi. Non si fa lo scambio della pace per evitare di stringere le mani degli altri. Non vengono celebrati ne battesimi, unzioni degli infermi, matrimoni. Quest’anno non c’è stata la veglia di Natale e nella maggior parte delle parrocchie si è celebrata un’unica messa. Tra le altre conseguenze dell’ebola ci sono tanti bambini orfani oltre a tanti sopravvissuti che vengono discriminati nonostante non possano trasmettere il virus in quanto immunizzati. Stigma e discriminazione anche per quelli che seppelliscono i morti di ebola perché in contatto diretto con i portatori. Inoltre, risulta un aumento nelle gravidanze precoci forse a causa della vita stagnante e della chiusura di scuole e università.

Le diverse comunità religiose hanno iniziato perciò una settimana di preghiera e digiuno per la cessazione della epidemia, iniziata oramai quasi un anno fa. Il presidente Ernest Bai Koroma ha lanciato l’iniziativa chiedendo sia a cristiani che musulmani di chiedere l’aiuto di Dio in questo momento segnato da lutti e dolore. Radio e televisione hanno cominciato a diffondere immagini di funzioni religiose delle diverse fedi per incoraggiare la popolazione ad unirsi alla preghiera.

Preghiamo il Signore di vegliare sulla nazione africana e in particolar modo su tutti i bambini rimasti orfani in seguito a questa terribile epidemia.