Makabandilou

Come detto, i frati minori arrivarono in Congo nel 1991, accogliendo la richiesta di aiuto pastorale da parte di un  Vescovo di una diocesi a nord del Paese, fra la savana e la grande foresta equatoriale. Dalla città, però, venivano suoni più inquietanti di quelli della foresta: erano le voci di tanti ragazzi, abbandonati, fin dalla più tenera età, alla loro sorte nelle strade di questa giungla di palazzi di cemento diroccati e mischiati a case di lamiera e di fango.

Ma sentiamo la testimonianza di fra Adolfo Marmorino, missionario in Congo che ha poi fondato la comunità di Makabandilou: “La capitale ha un milione di abitanti, ammassati in un groviglio di baracche di cemento e lamiere a cui fanno da sfondo, nella parte centrale, i palazzi dei ricchi. Qui la gente arriva dai villaggi sperando in un futuro migliore, ma facilmente si ritrova in una situazione peggiore, non avendo neanche la possibilità dei contatti stretti del villaggio che, in un modo o nell’altro, ti aiutano, nè di recarsi in foresta per cercare qualcosa da mangiare o da cacciare o al fiume per pescare. In città, se sei povero, muori di fame… o diventi ladro.

Dopo un breve periodo di studio e di riflessione abbiamo focalizzato la nostra attenzione su uno dei fenomeni delle realtà urbane terzomondiali presente in maniera massiccia anche a Brazzaville: i ragazzi di strada. È a loro favore che – di forma preferenziale – abbiamo caratterizzato la nostra presenza in città. Da questo è nato il progetto “Ndako ya Bandeko”, che in lingua locale (traduzione a senso) vuol dire “la casa di tutti”.

centro congo

Abbiamo cominciato con un centro di accoglienza semiresidenziale e attualmente gestiamo due centri di accoglienza stabile, dove i ragazzi vivono come in una casa, vanno a scuola o imparano un mestiere e si formano alla vita sociale con un obiettivo di reinserimento nei nuclei familiari o comunque in società. Di questi due centri, uno è stato intitolato a fr. Angelo Redaelli, un nostro frate ucciso in seguito a un incidente nel 2005. Il centro si trova nell’estremo quartiere nord di Brazzaville, Makabandilou, ed è stato realizzato all’interno di una struttura acquistata dai familiari e dai parrocchiani di fr. Angelo, ed è tutt’ora in via di sistemazione.”

4Ad oggi la presenza a Makabandilou sorge in un appezzamento di terreno recintato lambito da un piccolo ruscello, lungo la strada statale e a pochi chilometri dal convento di Djiri. All’interno vi sorgono diversi edifici, ascrivibili principalmente a 4 nuclei. Un edificio funge da casa dei frati, dove trovano posto anche una cappellina per la preghiera e un piccolo refettorio utilizzato per i pasti, quando la fraternità non mangia coi ragazzi. L’edificio più grande invece è quello dei ragazzi, ospitati in grandi e luminose camere da 8-10 letti a castello. Per i ragazzi più grandi ci sono alcune stanze più piccole, con le scrivanie per leggere e studiare… Qui c’è anche la grande sala utilizzata per mangiare tutti insieme. Da pochi mesi i ragazzi hanno anche a disposizione una grande paillote (una specie di casa senza mura perimetrali) dove poter studiare e svagarsi. Il terzo nucleo abitativo è destinato ai volontari che possono trovare nel centro un luogo accogliente dove incontrare la realtà della missione. Infine un grande edificio è destinato ad accogliere il forno del panificio. Questa è un’opportunità per i ragazzi di apprendere un lavoro e di crescere nella responsabilità, oltre che un modo per  autofinanziare (almeno in parte) la loro vita nel Centro.

I ragazzi che vengono ospitati nel Centro sono reduci da abbandono familiare o da situazioni di enorme disagio. Spesso si tratta di ragazzi cosiddetti “invisibili”, abbandonati alla nascita, perciò non riconosciuti: essi non godono di alcun diritto e vivono non solo nelle zone fatiscenti della città, ma anche dispersi tra i boschi e le radure. Dopo una prima fase di effettiva ricerca, si passa a quella più impegnativa e difficile del reinserimento sociale. Altri hanno perso la famiglia durante la guerra, altri sono arrivati in città cercando la fortuna e il riscatto, altri sono stati maltrattati o cacciati dalle stesse famiglie di origine.

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Qui i ragazzi, tutti tra i 6 e i 18 anni, possono trovare ospitalità in maniera stabile (vitto e alloggio) in un luogo salubre e protetto, dove vivono a stretto contatto con la fraternità dei frati. I ragazzi spesso sperimentano nel centro cosa significa avere una famiglia che accoglie, nutre, custodisce e ama in maniera disinteressata, ma si trovano spesso anche a dover fare i conti con la fatica delle regole di convivenza fraterna, con il lavoro appassionato e assiduo e con la responsabilità di una famiglia allargata. Tutto questo, insieme alla testimonianza della vita di una fraternità religiosa cristiana, alla presenza amorevole dei volontari, alla possibilità di studiare a ad un accompagnamento pedagogico costante, fornisce ai ragazzi un ambiente fecondo per imparare a lasciarsi amare e ad amare, per crescere e fiorire. L’obiettivo è quello di garantire loro una crescita equilibrata per poter giungere alla maturità umana e all’indipendenza. Senza alcuna costrizione, poi, i ragazzi spesso chiedono di poter fare anche un cammino sacramentale.

Il centro per i ragazzi di strada è sostenuto economicamente anche tramite gli aiuti derivanti dall’associazione “La strada di casa Brazzaville” . L’attività dell’associazione é diretta a sostenere economicamente i centri di accoglienza gestiti attualmente dai frati minori francescani, senza trascurare un programma di solidarietà culturale, attraverso un ponte ideale con il Congo Brazzaville, diretto a stimolare la conoscenza di comunità, realtà sociali e culturali diverse, arrivando a condividerne interessi, abitudini, difficoltà e speranze. L’associazione intende attivare e sostenere economicamente anche altre iniziative in Brazzaville rivolte sempre ai ragazzi di strada, curare e sostenere la formazione di volontari e fornire a tutte le iniziative una adeguato supporto tecnico.

Attualmente i frati francescani presenti nella fraternità sono tre, insieme a due postulanti che in questo Centro vivono il periodo di prova prima di iniziare il noviziato. Oltre a condividere la vita coi ragazzi, la fraternità si occupa dunque della formazione di coloro che chiedono di diventare frati minori, del servizio pastorale ad alcune comunità religiose (FMM e SSAP) e della collaborazione con la vicina parrocchia S. Gregorio a Massengo.