BURKINA FASO: disordini e scontri a fuoco contro la revisione della Costituzione

In Burkina Faso questi sono giorni di grande tensione. Le proteste sono esplose dopo l’annuncio di una riforma costituzionale per permettere al presidente Compaoré – salito al potere dopo aver ucciso il fondatore del Burkina Faso Thomas Sankara – di prolungare ulteriormente il suo mandato, dopo 27 anni al potere. Oggi il presidente si è detto disposto a rinunciare al progetto ma in cambio di un «prolungamento» di tre anni del mandato, cosa che ha fatto infuriare ancor più la popolazione. Da qui l’inizio di gravi scontri che hanno portato anche ad un assalto da parte della popolazione del Parlamento.

Stiamo pregando per la pace. Chiediamo a tutte le parti di dare prova di ritegno e di limitare i danni in questo momento particolarmente critico per la nostra nazione”: è l’appello rivolto dal vescovo di Bobo Dioulasso e presidente della Caritas Burkina Faso, monsignor Paul Ouédraogo, contattato dalla MISNA.
Purtroppo le manifestazioni sono degenerate, con violenze e distruzioni. E’ ancora presto per pronunciarsi visto che i disordini non sono terminati. Speriamo che possano finire presto dato che il governo ha annullato l’esame del progetto di legge in parlamento. Anche qui a Bobo Dioulasso prevale una situazione incerta e di massima tensione. Non sono uscito oggi, ma dall’ufficio dove siamo riuniti arriva l’odore dei gas lacrimogeni e la confusione dalla strada” conclude monsignor Ouédraogo.
Con un comunicato diffuso sulla stampa locale, il governo “informa tutte le popolazioni che l’esame del progetto di legge sulla revisione della Costituzione è stato annullato” e invita i cittadini alla “calma”.
Nella sede dell’Assemblea nazionale, presa d’assalto da migliaia di manifestanti, sono stati incendiati gli uffici di alcuni deputati, tra cui il presidente del parlamento, mentre l’emiciclo e altre stanze dell’edificio sono state saccheggiate. Fonti di stampa locale scrivono di “colonne di fumo nero sopra la sede del parlamento”, di “vetri in frantumi” e del rischio che “l’incendio possa espandersi”.
Le forze dell’ordine, che all’inizio avevano cercato di disperdere i manifestanti con gas lacrimogeni, si sarebbero ora ritirate dall’epicentro dei disordini, nel cuore della capitale. Alcuni reparti dell’esercito sarebbero però passati con i manifestanti.
Fonti della MISNA contattate a Ouagadougou, anonime per motivi di sicurezza, riferiscono di aver sentito “più colpi d’arma da fuoco” e di una situazione di “caos totale”. Non è stata ancora ufficialmente confermata la notizia, già rilanciata da alcuni media, di una vittima nelle violenze.

Il Paese, a maggioranza musulmana, ospita una importante base per il contrasto al terrorismo islamista nel Sahel. Il Burkina Faso confina con Mali e Niger, due Paesi molto esposti alle infiltrazioni di gruppi vicini ad Al Qaeda e all’Isis.

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