ASIA/LAOS – Pressioni sui cristiani di un villaggio perché abbandonino la fede
Savannakhet, Laos (Agenzia Fides del 17/03/2014) – I fedeli cristiani laotiani che abitano nella zona meridionale dello stato stanno lottando duramente per difendere il diritto, costituzionalmente garantito, di professare la fede cristiana, nonché il diritto di proprietà sulle loro case.
Come appreso, otto famiglie cristiane del villaggio, dopo una campagna di intimidazioni e violenze che va avanti da oltre tre mesi, hanno fatto appello ai responsabili dell’Ufficio per gli affari religiosi del distretto, senza ricevere alcuna risposta.
L’11 marzo Amka, il capo del villaggio, insieme con agenti della polizia distrettuale, ha convocato le otto famiglie cristiane. I funzionari schernivano i cristiani, invitandoli ad abbandonare la loro fede cristiana, affermando che si tratta di “una fede straniera, degli americani”. Il capo del villaggio ha anche preparato i documenti per trasferire le otto famiglie, dicendo che “non c’è posto per loro”, ma i cristiani hanno detto che non intendono muoversi.
Per costringerli a convertirsi, il capo del villaggio ha pubblicamente dichiarato che i cristiani “saranno ritenuti responsabili per qualsiasi morte o evento avverso che avverrà fra gli abitanti”. Infatti, secondo gli anziani del villaggio, professare una fede diversa dal culto animista indigeno viola antichi costumi e credenze e può avere effetti nefasti.
L’ordine di sfratto per le famiglie cristiane risale già al 2 dicembre 2013. Le famiglie hanno deciso di non cedere e di sollevare il caso a livello provinciale e nazionale, affermando il loro diritto, garantito dalla Costituzione, di professare una fede secondo coscienza, e la libertà di culto per tutti i cittadini laotiani.
l’Ong “Human Rights Watch for Lao Religious Freedom” sta esortando il governo laotiano a far rispettare la libertà religiosa come previsto dalla Carta costituzionale e dalla Convezione internazionale Onu sui diritti civili e politici, ratificata dal Laos nel 2009. (PA)