PANE, AMORE E…PROVVIDENZA!
–Diario della cena di beneficenza della Gioventù Francescana di Terni –
La mattina della cena, il 24 aprile, il cielo è pallido. Ci ritroviamo in 5 per fare la spesa: osiamo un calcolo veloce delle persone, i biglietti venduti non sono molti. Un po’ ci dispiace, ma non importa: ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare! Dopo una breve ispezione in cucina, scopriamo che c’è abbastanza carta, sale, bibite, quindi la spesa si riduce di un po’; fra Luca ci osserva sorridente e annuncia che la mattina, alla messa delle 8.30, su suggerimento di padre Pietro, alcune anziane hanno fatto un’offerta per la cena di beneficenza in ricordo di padre Fabrizio, nato al cielo la sera prima. Sono i primi granelli di sale che danno sapore alla giornata.
La spesa procede bene, riusciamo a tenerci molto al di sotto del tetto massimo stabilito. Iniziamo ad adagiare i vari oggetti sul nastro della cassa, senza notare Marianna che ha estratto rapida il telefono dalla borsa.
Quando riattacca, ha il viso sbalordito: “10 persone in più… non potevo dirgli di no!” esclama. Con una strana euforia torniamo veloci tra i corridoi del supermercato per prendere qualche altro pacco di pasta ed etto di pane.
La nostra squadra, al completo, è già pronta al lavoro per le 15:30. Ognuno fa il suo; la musica a tutto volume scandisce dall’addobbo della sala alla preparazione di sugo e arista. Siamo determinati, concentrati, sereni e arresi alla Sua volontà: sarà quel che Dio vuole!
I nostri ‘convitati’ iniziano ad arrivare per le 19:30, siamo pronti, una preghiera di ringraziamento e iniziamo.
E’ una serata piena, le portate si susseguono, alternate a momenti di informazione sulle missioni guidati da fra Manuel, che sottolinea perché abbiamo voluto questa cena: il desiderio di amare il fratello lontano, cooperando col fratello vicino.
A fine serata sfioriamo i 1000 euro e nei giorni a seguire arrivano altre offerte, che ce li fanno abbondantemente superare!
Tra momenti di tensione stemperati da risate, abbiamo avuto l’occasione di poter fare qualcosa per quelle persone, che tanto docilmente si lasciano amare; e loro, in cambio e inconsapevolmente, ci hanno fatto fare piena esperienza della fraternità: in fondo, è una missione anche questa!
Benedetta