Bravo Ravil!

E anche quest’anno è finito brillantemente: bravo Ravil!
Anche in Kazakhstan le lezioni sono state portate avanti in regime online così come gli esami che Ravil ha superato con ottimi voti.
Da lodare, inoltre, il fatto che vista la disponibilità di tempo e la possibilità di seguire le lezioni online, ha cercato un lavoretto per mettere da parte un po’ di soldi per il futuro aprendo il suo primo “deposito” in banca. Per ragazzi di questa estrazione sociale sono passi enormi e spesso nessuno si azzarda a farli troppo abituati a preoccuparsi solo del presente sapendo di non avere un futuro!!!
Ma ancora più lodevole il fatto che in questi giorni estivi ha chiesto, e ottenuto, di recarsi nell’ambulatorio del proprio paesino, a prestare servizio volontario, così come aveva sognato all’inizio di questa avventura.
Il fatto, oltre ad essere encomiabile per se stesso, è anche una grande testimonianza dove il volontariato è appena all’inizio e incontra tante difficoltà.
Ora resta l’ultimo anno, che auguriamo a Ravil, proficuo come questi tre e speriamo che qualcuno di voi lettori, si renda disponibile ad aiutarlo a concludere questa prima fase scolastica!
A chi l’ha già fatto auguriamo ogni benedizione dal Padre Celeste e assicuriamo la nostra preghiera.

fra Luca Baino

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Pietroburgo-Mosca: il dono di nuovi fratelli e sorelle

Eccomi qui a raccontarvi di quest’ultimo mese, ancora una volta all’insegna delle meraviglie del Signore, che continua a prendermi di sorpresa e a stupirmi! Come sempre, infatti, “l’uomo propone e Dio dispone”…
Da tempo sentivo un gran bisogno di un periodo forte d’intimità con Lui: sì, è vero, c’erano stati i due mesi di quarantena, con i frutti di cui vi avevo parlato, ma avvertivo ancora la necessità di ritirarmi in disparte, da solo, nel “deserto”. Festeggiando l’8 Agosto insieme ai fratelli Domenicani, sono venuto a conoscenza della possibilità di essere ospitato presso il loro convento, in una stanza separata, pur potendo celebrare con loro la Liturgia delle Ore e la Messa. Ho così vissuto una sorta di “esercizi spirituali autogestiti”, scegliendo di farmi accompagnare dalle nostre feste: sebbene con qualche giorno di ritardo, grazie a internet ho potuto seguire il Triduo predicato da p. Vittorio Viola a s. Maria degli Angeli in preparazione alla festa del Perdono e la Novena tenuta dai fratelli della comunità di Loreto alla Basilica di s. Chiara… e lo Spirito Santo ha fatto il resto!
Un giorno poi, passando in basilica, sono stato avvicinato da una suora che conoscevo di vista, la quale si preparava a partire per una convivenza di un paio di settimane con un gruppo ecumenico ortodosso-cattolico e cercava disperatamente un sacerdote che potesse rimpiazzare il loro, rimasto bloccato in Ucraina: raggiunto da un misto di stupita curiosità, interesse e timore, dopo aver verificato alcuni aspetti e ricevuto il permesso dei superiori, ho accettato e, conclusi gli esercizi spirituali, sono partito alla volta di Novoe, un paesino sperduto nella campagna 140 Km a est di Mosca.
Lì, nel 1996, il sacerdote svizzero p. Rolf Schönenberger, fondatore dell’Associazione umanitaria ecumenica “Trionfo del Cuore” (Immacolato di Maria), e alcune suore francesi comprarono e restaurarono 4 casette per farne un centro di accoglienza per bambini e ragazzi; oggi la struttura ha un po’ cambiato fisionomia ed è gestita da laici che, oltre a ospitare campi estivi (hanno anche un maneggio per l’ippoterapia con i disabili) accolgono gruppi per ritiri spirituali, come quello a cui ho partecipato: la comunità che mi ha accolto è la sezione moscovita (l’unica della Russia, in effetti) della “Scuola di vita cristiana ed evangelizzazione”, fondata in Ucraina circa 25 anni fa da un cappuccino polacco, p. Piotr Kurkievic. La “Scuola” propone un cammino di “recupero e approfondimento” della vita cristiana in tre tappe, distribuite su un percorso di sei anni, con lo scopo di “riaccendere” la fede per poi formare animatori e catechisti che possano mettersi a servizio della propria Chiesa locale. Per certi versi potrebbe ricordare il Cammino Neocatecumenale, se non fosse che questa Associazione riprende modalità e temi tipici del Rinnovamento… cosa più unica che rara in ambito cattolico, da queste parti! Questa caratteristica, oltretutto, le permette di incrociare anche il cammino dei fedeli appartenenti alle chiese protestanti “minori” (cioè non Luterane, in sostanza), che non di rado fanno riferimento proprio al variegato mondo del movimento Carismatico.
La storia della sezione di Mosca, poi, è alquanto particolare. Nella prima metà degli anni ‘80 Alexandr Men’, un sacerdote ortodosso di origine ebraica, studioso appassionato di Sacra Scrittura e di dialogo inter-religioso, cominciò a riunire attorno a sé persone desiderose di approfondire lo studio e la condivisione della Parola di Dio; ad esse, con gli anni, si unirono anche dei cattolici, ma p. Alexandr venne ucciso in circostanze misteriose nel 1990 e il cenacolo, rimasto “orfano”, faticò a trovare nuova accoglienza, finché a Mosca capitò appunto p. Kurkievic e il gruppo confluì nella sua “Scuola” che, circa un paio d’anni fa, ha ottenuto anche il riconoscimento del nostro Vescovo.
Il tema dei rapporti tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, infatti, è decisamente complesso, ma naturalmente ciò che ci tocca più da vicino sono gli aspetti pastorali, in particolare la pratica sacramentale, che purtroppo soffre di una netta asimmetria: la Chiesa Cattolica, infatti, a determinate condizioni concede ai propri sacerdoti la facoltà di amministrare la Comunione, la Confessione e l’Unzione degli infermi ai fedeli ortodossi, mentre la Chiesa Ortodossa non permette tale reciprocità. Capite bene che la situazione è intrinsecamente contraddittoria e alquanto imbarazzante.
Anche dal punto di vista linguistico non sono mancate le difficoltà: ad es. penso di aver capito si e no il 50% delle catechesi… inoltre mi hanno chiesto di tenere l’omelia ogni giorno e volendo prima di tutto prepararmi nella preghiera, non mi rimaneva certo il tempo per curare una buona traduzione, quindi andavo un po’ “a spanne”… ma davvero anche in questo ho visto l’opera del Signore, sia in loro (che mi hanno assicurato che nonostante gli errori era tutto comprensibile e “nutriente”) sia in me, che ho dovuto rinunciare ad ogni perfezionismo per offrire la mia disponibilità e povertà all’azione dello Spirito.
Ma la cosa più bella, per me, è stata godere della testimonianza di questi laici: non solo impegnati e preparati, ma soprattutto appassionati di Gesù, desiderosi di condividere la Sua opera nelle loro vite e di comunicare questa gioia ad altri. Per non parlare della bellezza della loro comunione fraterna, davvero ecumenica. Ve li affido nella preghiera. Infine, come delizioso contorno, dieci giorni di vita in campagna: cibo tipico, genuino e casareccio, aria fresca e pulita! Certo, non avevamo il wi-fi e i servizi igienici lasciavano un po’ a desiderare… ma ne valeva la pena!
E ora, tornato “alla base”, sono subito stato “reclutato” dai fratelli Domenicani: la prossima settimana si assenteranno per i loro esercizi spirituali e mi hanno chiesto di sostituirli per la celebrazione della Messa serale. Andiamo avanti e che il Signore ci benedica tutti!

fr. Iuri

Aiutaci ad aiutare i nostri missionari in Russia

BOMBONIERE MISSIONARIE

Battesimo, prima comunione, cresima, matrimonio, laurea, sono dei giorni speciali nella vita di una persona.

Perchè non valorizzare questi giorni unici ancora di più con un gesto di bene verso chi è nel bisogno?

Scegliendo le nostre bomboniere puoi aiutare i nostri missionari e sostenere un progetto del nostro segretariato “Missioni Estere” dei Frati Minori di Umbria.

Per contattarci: bombonieremissionarie@gmail.com

 

 

 


 

Fede ricevuta e data… news dai nostri missionari in Russia

Seminario russo, che si trova proprio a s. Pietroburgo

Cari amici delle missioni, come promesso eccomi a voi con alcune notizie meno quotidiane ma che spero possano aiutarvi a comprendere meglio la realtà in cui viviamo e, quindi, a sentirci più vicini.
Come forse ho già accennato in altre circostanze, noi frati ci ritroviamo mensilmente in videoconferenza per un percorso di formazione permanente, anche grazie al contributo di diversi relatori; ad Aprile è intervenuta sr. Olga, appartenente a una Congregazione che vive il proprio carisma nel mondo del lavoro. Ad un certo punto sono emerse alcune domande sul tema dell’inculturazione… Lei, che è russa (quindi una conversione e vocazione locale) ma che ha studiato e vissuto anche in Europa, ha percorso un cammino che l’ha portata ad alcune conclusioni interessanti.
Come forse avrò già scritto in qualche altro “bollettino”, qui non esiste più un “cattolicesimo russo”, nel senso che il Cristianesimo russo è tradizionalmente ortodosso, mentre i cattolici sono quasi tutti di origine straniera (soprattutto polacchi, lituani e coreani… ma anche spagnoli, africani francofoni, tedeschi), per lo più deportati staliniani ma anche persone immigrate dopo la caduta dell’URSS. Le varie comunità cattoliche hanno quindi mantenuto una forte impronta della propria cultura d’origine e lei, non appartenendo per nascita ad alcuna di esse, dopo aver fatto un primo cammino di assimilazione della fede e aver accolto la vocazione, proseguendo la sua formazione si è pian piano resa conto di aver ricevuto non solo l’annuncio evangelico ma anche i contenuti e lo “stile” della fede secondo categorie straniere.
I “missionari” con cui era venuta in contatto avevano certamente fatto il loro personale cammino di inculturazione, in primis studiando la lingua e poi cercando di assimilare la cultura locale ma, volenti o nolenti, sono rimasti stranieri. È ora necessaria una seconda fase di inculturazione, che però forse potrà essere portata avanti solo dai cattolici “indigeni”… e solo da quelli culturalmente abbastanza preparati da saper distinguere, nella fede che hanno ricevuto, le “sovrastrutture straniere” dai contenuti genuini… per poi “tradurre” questi ultimi secondo modelli culturali e liturgici tipicamente russi… ma non ortodossi!
Il missionario straniero, insomma, per lo più riesce “solo” ad “inculturare se stesso” quanto basta per una prima trasmissione della fede, ma sarà poi compito dei cattolici locali “inculturare la fede ricevuta”. Questo processo sta iniziando ad avvenire solo ora, grazie alle vocazioni locali nate negli anni ’90 e che ora sono impegnate nella pastorale. Ma sono poche, per cui c’è ancora bisogno anche di noi stranieri.
Nella nostra Diocesi, intanto, da alcuni anni l’attuale Vescovo ha fatto la scelta (coraggiosa!) di affidare la formazione dei seminaristi ai sacerdoti locali ordinati 15-20 anni fa, che hanno quindi sostituito la precedente generazione di polacchi e italiani (cioè quelli che avevano riaperto il Seminario ai tempi di Gorbaciov: ad esempio mons. Bernardo Antonini: https://www.donbernardoantonini.it/). Loro potrebbero avere gli strumenti necessari: cresciuti sotto il regime comunista, formati in Seminario a Mosca e Pietroburgo secondo modalità europee al tempo della Perestrojka, hanno attraversato la grande crisi politica, sociale ed economica russa dei “terribili Anni Novanta” (cfr. https://it.rbth.com/storia/83988-perché-gli-anni-novanta) e hanno poi frequentato studi superiori in Italia, Germania, Francia… per poi fare ritorno in patria. Sono la “generazione di snodo”, con un compito difficile… staremo a vedere.
Fr Iuri

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Chiesa dell’Assunta in s. Pietroburgo

Piano piano anche San Pietroburgo riparte

Cari amici,
sono passati due mesi dalla nostra ultima lettera e, proprio come pensavamo, le sorprese non sono mancate per niente! Ma andiamo con ordine…
Il tempo della quarantena più stretta è durato dal 27 Marzo al 31 Maggio: tutto chiuso tranne i servizi essenziali e anche noi, quindi, chiusi in casa… e penso che molti di voi possano capirci perfettamente se vi diciamo che trascorrere più di 60 giorni fra le quattro mura di un appartamento non è stato per niente facile! Eh sì, sono stati due mesi molto particolari: il fare, che già prima qui era ridotto all’osso, è stato praticamente azzerato… ma questo ha dato più spazio all’essere; espropriato e spogliato di quasi tutto ciò che è “esterno”, il Signore ha potuto condurmi in un’interiorità maggiormente abitata da Lui e, quindi, sono stato rimesso con più forza davanti alla mia identità: innanzi tutto figlio amato, poi frate minore e sacerdote. Un ritorno all’essenziale, insomma, che mi ha fatto “gustare”, oso dire così, un anticipo di vecchiaia e di morte, quando nulla porteremo con noi se non l’Amore dato e ricevuto. Naturalmente tutto questo processo interiore, che ora riassumo in poche righe, è stato ben più complesso e travagliato: raramente i frutti arrivano senza fatica!
Per quanto riguarda la Parrocchia, anche qui i luoghi di culto hanno subito un lungo periodo di chiusura e diverse chiese si erano subito ben organizzate per trasmettere le liturgie sui loro canali internet… motivo per cui, inizialmente, non ci era sembrato necessario fare altrettanto. Tuttavia, dopo circa un mese, alcuni parrocchiani hanno chiesto a p. Luca di potersi in qualche modo ritrovare e così ci siamo decisi a tentare anche noi di trasmettere la Messa dalla cappellina del nostro appartamento: tuttavia, visto che loro sono al massimo una trentina, si è pensato di celebrare in “videoconferenza”, così che ognuno, da casa propria, potesse prendervi parte più attivamente, ad esempio con la proclamazione delle Letture e con il canto. Nonostante alcuni problemi tecnici iniziali, ci sembra che l’esperimento possa dirsi riuscito!
Anche in altri ambiti pastorali, del resto, l’impossibilità di incontrarsi dal vivo non ha impedito, ma piuttosto stimolato, l’incontro in via multimediale… anzi: il fatto di poter partecipare da casa, senza dover attraversare tutta la città o addirittura arrivare da fuori, ha fatto sì che i gruppi si siano arricchiti di diversi nuovi partecipanti. Così fra Luca ha continuato gli incontri con i fratelli luterani e con un altro gruppo misto ortodosso-cattolico, per riflettere, confrontarsi e condividere come parole scelte del Vangelo possano essere incarnate nella vita quotidiana. Ha anche partecipato, con il movimento dei Focolari, ad organizzare incontri che hanno unito persone da San Pietroburgo a Novosibirsk, da Krasnajarsk a Vladivostok, da Mosca ad Almaty e Taldykorgan, trovandosi così uniti in preghiera, conferenze e attività, superando distanze che “dal vivo” non sarebbe mai stato possibile colmare. Interessante è stato anche predicare gli esercizi spirituali “on line” per un paio di congregazioni femminili.
Come dicevamo, però, il Signore avevo in serbo delle sorprese: intanto, con mossa assolutamente inaspettata, il 3 Giugno il Governatore di Pietroburgo ha riaperto gli edifici di culto e così abbiamo ripreso a celebrare la Messa “dal vivo” (sempre dai fratelli Conventuali e ovviamente seguendo un protocollo sanitario). Nel frattempo, però, Luca (che era appena riuscito a concludere le pratiche di registrazione del Permesso di soggiorno triennale) è dovuto tornare in Italia per seri motivi familiari, approfittando di uno dei “voli d’emergenza” mensili messi a disposizione dalla nostra Ambasciata… e quindi io mi sono ritrovato all’improvviso a fare di nuovo il “finto vice-parroco” (visto che formalmente non ho alcun incarico). Insomma, il Signore non cessa di stupirmi… penso di non aver mai fatto un’esperienza così prolungata (oserei dire costante) di precarietà e di affidamento come da quando sono sbarcato in Russia!
Intanto, pian piano che le misure sanitarie necessarie a contenere l’epidemia vengono allentate, ripartono le varie attività economiche e così, come potete vedere nelle foto, stanno finalmente riprendendo anche i lavori di restauro della nostra chiesa parrocchiale che, sebbene condotti da Enti pubblici, sono comunque parzialmente a nostro carico: vi chiediamo quindi di sostenerci attraverso il nostro Ufficio missioni, se e come potete.
Ecco, con la “cronaca” questo è tutto… ma ci risentiamo presto con un articolo, diciamo così, di “approfondimento”.
A presto!
Fra Iuri

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Progetto sostegno Parrocchia Sacro Cuore San Pietroburgo
Progetto suppellettili Parrocchia Sacro Cuore San Pietroburgo

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Da s. Pietroburgo: tra Quaresima e quarantena

Cari amici, è passato appena un mese e mezzo dal nostro ultimo “bollettino” ma, intanto, ci siamo ritrovati tutti alle prese col Covid-19! Siamo aggiornati sulla situazione italiana tramite i media, gli amici e i parenti e, naturalmente, seguiamo on-line alcuni tra i momenti di preghiera più importanti.
Anche qui la situazione non è del tutto chiara; il contagio sembra essere in ritardo di un mese rispetto all’Europa e quindi è in piena ascesa: ogni giorno, in tutta la Federazione russa, si registrano circa 5.000 nuovi casi e al momento in cui scrivo (21 Aprile) il totale ha superato i 52.000. Qui a s. Pietroburgo, in particolare, abbiamo quasi 2.000 contagiati, più altre 4.000 persone in osservazione: grazie a Dio pochissimi, in una città di più di 5 milioni di abitanti! (fonti: https://стопкоронавирус.рф// e https://www.gov.spb.ru/covid-19/)
Già dal 22 Marzo il nostro Vescovo ci aveva chiesto di sospendere le celebrazioni pubbliche e dal 27 è in vigore il Decreto di “autoisolamento” fino al 30 Aprile, ma il picco è previsto per fine mese – inizio Maggio e quindi già si “intuisce” una proroga del Decreto fino a metà Giugno. Tutti i voli in entrata e in uscita dalla Russia sono sospesi (tranne i charter d’emergenza organizzati dalle varie Ambasciate) e i confini sono stati chiusi. Chi volesse avere maggiori dettagli, può trovarli sul sito del nostro Consolato: https://conssanpietroburgo.esteri.it/consolato_sanpietroburgo/it.
Data la situazione, peraltro, tutti i visti e i documenti in scadenza sono stati prorogati di 90 giorni… per me non sarebbe stato comunque un problema, essendo ormai da mesi in possesso del Permesso di soggiorno triennale, ma Luca è parzialmente coinvolto: il 6 Aprile ha infatti ricevuto anche lui il medesimo Permesso, ma le successive pratiche di registrazione sono rimaste bloccate a causa della chiusura degli Uffici pubblici e quindi ricadono (grazie a Dio!) nel regime di proroga.

In precedenza la vita era proseguita come sempre, con la sua quotidiana (stra-)ordinarietà. Con l’inizio della Quaresima, alle celebrazioni eucaristiche si era aggiunta la Via Crucis settimanale… normalmente presso i fratelli Conventuali, ma un venerdì i parrocchiani dell’Assunta ci hanno fatto una graditissima proposta: poiché nella loro chiesa c’è una cappella dedicata al Vescovo martire che fece costruire la nostra, ci hanno invitato a celebrare da loro una Via Crucis dedicata a tutti i martiri del regime comunista, con una speciale intenzione di preghiera per una rapida conclusione dei nostri lavori di restauro. Un gesto davvero molto bello, carico di un senso di comunione ecclesiale che abbiamo molto apprezzato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A proposito di Quaresima, ne approfitto per condividere un’usanza dei nostri fratelli Ortodossi: essi iniziano il loro cammino penitenziale dopo aver festeggiato la Màsleniza, una sorta di “settimana grassa” con la quale, nei culti naturalistici della Russia pre-cristiana, si salutava la fine dell’inverno per dare il benvenuto ai primi raggi di sole e all’imminente arrivo della primavera. Il cristianesimo ha poi accolto e “purificato” questa tradizione, trasformandola appunto in un tempo pre-quaresimale che culmina nella “Domenica del perdono”: poiché non si può iniziare un tempo di più forte conversione (come appunto la Quaresima), senza prima aver fatto almeno un tentativo di riconciliarsi col prossimo, in questa Domenica gli Ortodossi si chiedono reciprocamente perdono per tutte le offese e le ferite che, magari anche involontariamente, ci si è inflitti l’un l’altro nel corso dell’anno. Se fatto di cuore e non “pro forma”, può essere davvero un momento forte nel cammino di fede.
Intanto avevamo continuato il nostro servizio a favore della Comunità neocatecumenale (Eucarestia settimanale) e del piccolo gruppo di nostri connazionali (Messa mensile in italiano), nonché a partecipare alle varie iniziative ecclesiali e civili: particolarmente interessante la proiezione, organizzata dal Consolato lituano, del film “Ekskursante” (eufemismo sovietico per “deportato”): uno dei pochi tentativi fatti in un Paese ex-comunista di raccontare le deportazioni staliniane.
Anche il dialogo ecumenico era proseguito intensamente: l’8 e il 29 Febbraio fr. Luca aveva preso parte a due incontri della Comunità “Fede e Luce”, mentre dal 21 al 24 aveva partecipato ad una convivenza del Movimento dei Focolari. Il 15 Marzo, poi, aveva tenuto un incontro di presentazione della “Parola di Vita” presso una Parrocchia Luterana (al quale avevo partecipato anche io) e, pochi giorni dopo, avevamo accolto con interesse l’invito a conoscere il loro nuovo “Vescovo”: insieme ad alcuni fratelli ortodossi, dopo la celebrazione dei Vespri ci eravamo spostati in casa dove, in un clima informale e disteso, il pastore aveva soddisfatto le nostre curiosità sulla struttura della loro Chiesa, le loro posizioni dottrinali, le attività pastorali ecc. A conclusione della piacevole serata, uscendo di casa non abbiamo potuto fare a meno di notare un’icona raffigurante tre rappresentanti delle rispettive Confessioni cristiane: Dietrich Bonhoeffer per i Luterani, s. Serafino di Sarov per gli Ortodossi e… per i Cattolici, s. Francesco d’Assisi! Per quanto riguarda i miei studi, già da tempo avevo deciso di interrompere la scuola a conclusione del livello B 2.1, a fine Marzo: dopo 7 mesi di frequenza quotidiana, avevo ricevuto più nozioni di quante fossi riuscito a “digerirne” (non ho più 25 anni!!) e avevo proprio bisogno di fermarmi qualche mese per ripassare tutto con calma (come sto facendo)… Con Luca, allora, avevamo già iniziato a guardarci attorno alla ricerca di qualche nuova possibilità di servizio ecclesiale (non necessariamente in senso ministeriale ma in generale, anzi soprattutto nei servizi caritativi)… e invece, proprio l’ultimo giorno di scuola è iniziata la “quarantena”. Non abbiamo potuto fare a meno di notarlo: già diverse opportunità che lui aveva intravisto si erano poi rivelate impraticabili, già diverse porte semiaperte si erano poi chiuse… e ora questa incredibile coincidenza! Pare proprio che il Signore ci stia dicendo: “State fermi. Non fate niente”. Ovvero: “Lasciate fare a me. Voi aspettate e basta”. Un tempo “sospeso”, sottratto a ogni nostra possibilità di controllo… e per questo, sicuramente, un tempo benedetto, un tempo Suo. Non ci resta altro da fare, allora, che cercare di viverlo bene: amare il presente, nella certezza che Lui abbia in serbo qualche sorpresa per il futuro: staremo a vedere!

fr Iuri

Per sostenere i nostri frati e la nostra missione in Russia

URGENTE: Emergenza corona virus in Sud Sudan

Carissimi pace a voi!
I giorni scorsi abbiamo ricevuto una e-mail da P Federico frate minore e missionario in Sud Sudan da diversi anni.
Come sappiamo, tutti noi stiamo vivendo le restrizioni alle quali la Pandemia COVID-19 ci ha costretto, per molti si aggiungono anche la grande difficoltà di reggere il peso di questa situazione sia dal punto di vista psicologico che economico.
Se questo ci mette, come sempre abbiamo fatto, in una situazione di rispetto e gratitudine verso chi ci ha sempre aiutato, non possiamo non condividere questo appello che ci arriva da uno dei paesi poveri del mondo, il Sud Sudan.
Vi riporto parte della e-mail che fra Federico ci ha scritto e poi spiegherò meglio alcuni aspetti che chiariscono l’urgenza di questa richiesta.

“Ciao Fra Marco

Come vedi dall’oggetto ti scrivo per una richiesta di aiuto. In Kit stiamo costruendo una seconda torre e pozzo e stiamo cercando fondi. La necessità è sorta dal fatto che l’acqua viene utilizzata completamente dal villaggio che si è creato e si sta espandendo appena fuori Kit. Le restrizioni governative stanno rendendo difficili i trasporti e l’acqua scarseggia alla grande. Il centro è chiuso per via del covid 19, ma ovviamente il villaggio è ancora là e ora sta faticando per avere acqua; le autobotti ci vanno troppo raramente.

Mi chiedevo se tu ci potevi aiutare attraverso l’Ufficio missionario dei Frati minori dell’Umbria. Il totale del progetto è 18000 dollari e ce ne mancano 9000. Noi come frati riusciamo a metterne 1000 e altre congregazione diverse cifre, ma ancora ci mancano quei 9000 per completare l’opera. Tu hai qualche possibilità? Spero proprio di sì.

Qui la gente ha anche fame e sto organizzando con i giovani una distribuzione di cibo, sarà un macello…. Ma ci proviamo

Ti auguro ogni bene e spero di sentirti presto
Fra Federico

Il Sud Sudan è un paese poverissimo di infrastrutture, anni fa la chiesa del Sud Sudan ha costruito grazie al contributo di tutte le realtà religiose del Paese e con il sostegno di alcune Conferenze Episcopali al di fuori del Sud Sudan, un Centro Polivalente per tutte le attività della diocesi, ecc… chiamato “Kit”, e situato a 45 minuti di auto dalla capitale. La costruzione di questo centro è diventata anche una risorsa importante per i villaggi limitrofi che si sono ingranditi, ma questo ha portato anche un aumento dell’uso dell’acqua, tanto che i pozzi realizzati non sono più sufficienti per le necessità della popolazione. L’unico modo in cui in quella parte del Sud Sudan è possibile reperire l’acqua (oltre ai pozzi) è attraverso le autocisterne che prelevano l’acqua direttamente dal fiume Nilo e poi passano per la capitale, per “vendere” e riempire le taniche della gente o delle capanne, e tanti bevono direttamente questa acqua, con tutti i problemi che possiamo immaginare. Le restrizioni governative imposte dal governo per l’emergenza COVID-19 rallenta e può anche impedire la possibilità del trasporto dell’acqua con rischi gravissimi per la popolazione.
Inoltre le restrizioni del governo, come ad esempio la chiusura dei mercati e negozi, in un Paese in cui la stragrande maggioranza della popolazione vive “alla giornata”, porterebbe subito alla fame, e alla violenza che ne consegue. La gente normalmente sopravvive vendendo piccole cose, e le persone sono costrette a comprarle giornalmente, non avendo l’elettricità pubblica, risulta inoltre impossibile conservare gli alimenti.
I frati, gli istituti religiosi e anche le persone del luogo fanno tanto… ma il bisogno è sempre superiore all’aiuto che si riesce a dare.
Per questo vi condiviamo questo nuovo progetto URGENTE in questo tempo difficile… sperando che con l’aiuto di tanti possiamo realizzare al più presto questo pozzo per queste persone che sono in difficoltà.

Il Signore vi benedica e vi ricompensi per tutto quello che fate.
Fra Marco Freddi
Animatore Ufficio Missioni Estere frati minori dell’Umbria

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Non temete… Il Signore è Risorto dalla Morte!

«Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno» Mt 28,10

Gesù è risorto dai morti e la morte non lo tiene più prigioniero! La Vita è viva!
La buona Notizia! Dio ci ha tanto amato da offrire la Sua vita per noi, fino a morire per noi E’ RISORTO e non muore più, e porta anche noi dalle nostre morti alla vita vera, alla vita piena.
Come Ufficio Missioni ad Gentes dei frati minori dell’Umbria desideriamo raggiungervi con il nostro augurio di una Santa e Vera Pasqua.
Condividiamo con voi una foto che ho scattato oramai 5 anni fa quando ero in missione in Sud Sudan mentre visitavo i malati in un campo profughi dell’ONU che accoglieva, o meglio proteggeva, 38000 persone costrette a fuggire dalle loro case per evitare un possibile genocidio, case situate anche ad un paio di chilometri dal Campo Profughi, ma che loro non hanno più potuto raggiungere per non rischiare la vita. La ragazza si chiama Maria, era una giovane ragazza che,  già da due anni viveva in quel campo, eravamo appena usciti dalla sua tenda nella quale avevamo benedetto la zia Marta, di 34 anni, appena battezzata e malata di tumore al seno, malattia che in Sud Sudan non è possibile guarire per mancanza di ospedali e medicine, e che purtroppo non siamo riusciti a curare.  Un breve acquazzone aveva allagato le strade di terra che collegano le tende dei profughi e Maria doveva accendere il fuoco per cucinare, i piedi scalzi quasi “impastati” nel fango e lei… sorride.
Vogliamo augurarvi con questa immagine in un tempo faticoso come l’attuale, questa speranza che la Potenza della Resurrezione di Colui che ci ama, Gesù, possa visitarvi e continuare a farvi credere che la vita, l’amore, è più forte della morte, di ogni scoraggiamento, anche nel nostro tempo.
Vi ringraziamo per ogni gesto attenzione di bene che avete mostrato al nostro ufficio e quindi ai poveri che attraverso i nostri missionari serviamo, nell’evangelizzazione e in ogni altra necessità.
Ci scusiamo, ma con fiducia ma non possiamo non chiedere l’aiuto di chi può, nonostante conosciamo le fatiche di questo tempo. Proprio oggi ci è arrivata una e-mail molto preoccupata dai nostri missionari del Sud Sudan chiedendo sostegno perché anche lì è arrivato il COVID-19 e stanno chiudendo ogni attività, solamente che il 95% della popolazione “vive alla giornata” cercando di guadagnare quanto è quasi sufficiente per sopravvivere e non possono fare scorte, andrebbe tutto a male senza la corrente elettrica. Capiamo quali potrebbero essere le conseguenze. Ci affidiamo anche alle vostre preghiere voi siate certi delle nostre e di chi grazie a voi è stato aiutato dal nostro ufficio missionario.

Il Signore vi benedica e vi doni di sperimentare la forza della Resurrezione.

Fr Marco Freddi e i frati dell’Ufficio Missioni Estere dei Frati Minori di Umbria e Sardegna

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News dalla Russia: NATALE E DINTORNI… seconda parte

Cari amici, come promesso al termine del precedente articolo, eccoci ad osservare il Natale “dall’altro lato”.
Non ho ancora imparato molto circa lo stile e le abitudini liturgiche dei fratelli ortodossi, ma una delle cose che mi hanno spiegato è la loro consuetudine di allestire il presepe soltanto nelle chiese e non nelle case… dove, invece, non può mancare l’albero con sotto i due personaggi della tradizione popolare: “Nonno Gelo” e la “Fanciulla di neve”… praticamente Babbo Natale e la sua assistente! Nel loro calendario liturgico non c’è una festa dedicata ai Magi: le date, infatti, seguono il calendario giuliano e quindi differiscono di 13 giorni da quelle latine: così per loro il 25 Dicembre (quindi il Natale) cade il “nostro” 7 Gennaio, mentre la manifestazione di Gesù nel Battesimo viene festeggiata nel giorno che per noi è il 19, ma che per loro corrisponde al 6. Questa festa è molto sentita ed è particolarmente viva la tradizione di fare memoria del proprio Battesimo in modo MOLTO concreto: ci si raduna insieme al sacerdote (e con le ambulanze pronte!!) su un fiume ghiacciato, si fa un grosso buco a forma di croce nel ghiaccio, ci si mette in fila (in costume da bagno e asciugamano!) e poi, uno alla volta, ci si immerge nelle acque gelide… e rapidissimamente si risale!! Purtroppo mi pare di capire che col passare del tempo questo segno stia perdendo, almeno in parte, il suo autentico significato battesimale e si stia trasformando in un momento folcloristico o per alcuni, peggio, in una prova di resistenza fisica. Quest’anno, però, l’inverno è particolarmente mite (anzi, dicono sia il più caldo degli ultimi 100 anni) e quindi il ghiaccio non c’era… per cui non so come abbiano fatto.
Curiosità: il calendario giuliano si chiama così perché venne promulgato ufficialmente da Giulio Cesare, mentre il “nostro” è detto gregoriano perché entrò in vigore con la riforma di Papa Gregorio XIII dell’Ottobre 1582 (cioè dopo lo “scisma d’oriente” che ci separò dai fratelli ortodossi), in base ai nuovi conteggi astronomici che correggevano un errore di calcolo relativo agli anni bisestili. Per questo motivo, nel 1582, il giorno successivo al 3 Ottobre fu… il 15 Ottobre! All’epoca, quindi, la differenza era di 12 giorni… ma il diverso modo di conteggiare gli anni bisestili, secolo dopo secolo, ha accumulato un altro giorno di differenza.
Tornando alla cronaca, invece, il 25 Gennaio è rientrato fra Luca, con un’agenda già fitta d’impegni: Domenica 26 è stato invitato a presentare lo strumento “Parola di Vita” per contribuire al dialogo ecumenico: erano presenti p. Eugenio (pastore della Chiesa di s. Anna a San Pietroburgo), p. Viktor (della cattedrale ortodossa del principe Vladimir), alcuni Focolarini venuti da Mosca e alcuni fedeli della chiesa luterana. Come ogni volta, in un clima semplice e familiare, ci siamo presentati e abbiamo condiviso le nostre esperienze pastorali sottolineando l’importanza dell’amicizia e del dialogo tra le varie chiese (foto 5-6). Ci siamo lasciati con il desiderio di continuare ad incontrarci mensilmente invitando i fratelli luterani al prossimo incontro sulla famiglia organizzato da varie chiese della città.Il 30 Gennaio, invece, fr. Luca è stato invitato a predicare il ritiro ai fratelli conventuali della Custodia di Russia, riuniti presso il loro convento a San Pietroburgo dedicato a s. Antonio da Padova. Il tema trattato è stato quello della conversione permanente: in s. Francesco e… in noi stessi. Molto interessante è stata la vivace condivisione suscitata dal tema e per la quale hanno particolarmente ringraziato.
Il 2 Febbraio, infine, abbiamo partecipato all’incontro di preghiera tenutosi presso la chiesa di s. Caterina in occasione della festa del Battesimo del Signore e della Vita Consacrata.
Ecco, carissimi, per ora questo è tutto. Continuiamo a camminare insieme, ciascuno lì dove si trova, stretti a Gesù e in comunione di preghiera!

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OCCHI, CUORE, MANI NUOVE PER UN “NUOVO” CAMMINO QUARESIMALE

Carissimi desideriamo condividere con voi il messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2020

chiedendo di potere camminare in questo tempo “propizio” vivendo del dono di Dio per noi, e diventando dono per gli altri.

Con OCCHI NUOVI: “Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo. La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti.”
Con CUORE NUOVO: “Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato […] La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà”.
Con MANI NUOVE: “La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo”

 

 

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2020

«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20)

Cari fratelli e sorelle!

Anche quest’anno il Signore ci concede un tempo propizio per prepararci a celebrare con cuore rinnovato il grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria. A questo Mistero dobbiamo ritornare continuamente, con la mente e con il cuore. Infatti, esso non cessa di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa.

  1. Il Mistero pasquale, fondamento della conversione

La gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona Notizia della morte e risurrezione di Gesù: il kerygma. Esso riassume il Mistero di un amore «così reale, così vero, così concreto, che ci offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo» (Esort. ap. Christus vivit, 117). Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna” (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva.

In questa Quaresima 2020 vorrei perciò estendere ad ogni cristiano quanto già ho scritto ai giovani nell’Esortazione apostolica Christus vivit: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo» (n. 123). La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti.

  1. Urgenza della conversione

È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà.

In questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come Israele nel deserto (cfr Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità. Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.

  1. L’appassionata volontà di Dio di dialogare con i suoi figli

Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato. Questa nuova opportunità dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore. Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi. In Gesù crocifisso, che «Dio fece peccato in nostro favore» (2Cor 5,21), questa volontà è arrivata al punto di far ricadere sul suo Figlio tutti i nostri peccati, fino a “mettere Dio contro Dio”, come disse Papa Benedetto XVI (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Dio infatti ama anche i suoi nemici (cfr Mt 5,43-48).

Il dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il Mistero pasquale del suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali «non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità» (At 17,21). Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione.

  1. Una ricchezza da condividere, non da accumulare solo per sé

Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria.

Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia. Per questo motivo, nella Quaresima del 2020, dal 26 al 28 marzo, ho convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale. Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è una forma eminente di carità (cfr Pio XI, Discorso alla FUCI, 18 dicembre 1927). Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini.

Invoco l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14).

Francesco

Roma, presso San Giovanni in Laterano, 7 ottobre 2019,
Memoria della Beata Maria Vergine del Rosario

http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/lent/documents/papa-francesco_20191007_messaggio-quaresima2020.html

 

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