La grazia di continuare a lasciarci “inviare”

San Matteo ci ha accompagnato nel viaggio del 21 settembre, invitandoci ad accogliere come dono di misericordia la chiamata a seguire Gesù in terra Cubana. Se il caldo e l’umidità ci hanno subito dato generosa ospitalità, la gente della parrocchia tra cui ora viviamo ci ha accolto con gioia e gratitudine: in un paese che ha visto recentemente emigrare tante persone, il viaggio controcorrente di religiosi stranieri è un piccolo segno di speranza. “Consolate, consolate il mio popolo” è il versetto di Isaia che la Chiesa locale – nella settimana di inculturazione organizzata dalla Conferenza Cubana dei religiosi/e – ci ha offerto come Parola da vivere in questa realtà.
I nostri frati della missione ci hanno fatto festa; con me e fra Andrea della provincia di Toscana ora siamo in 9: un Irlandese, due Statunitensi, due Italiani, un Cubano professo solenne, un professo temporaneo Cubano e due postulanti anch’essi Cubani. Al momento siamo distribuiti in due comunità attigue, entrambe nella capitale, l’Havana: la parrocchia di St. Cruz de Jerusalen ed il sanctuario nacional de St. Antonio de Padua.
San Francesco ci ha provvidenzialmente atteso per attirarci all’amore a Dio sommo Bene, alla passione folle per il Vangelo, alla predilezione per Gesù-Povero e per i tanti volti con cui si manifesta; e così – facilitati per il momento a sentirci pellegrini e forestieri – la sua solennità liturgica ha avuto un sapore antico e allo stesso tempo nuovo. Abbiamo celebrato il transito del serafico padre insieme ai frati Cappuccini di provenienza Brasiliana: la presenza dei professi temporanei (che qui svolgono quanto meno il primo anno di studi) – complice la natura brasiliana solare e festosa – ha reso la vigilia un momento semplice e gioiosamente fraterno. Con noi anche i terziari francescani, che sull’isola sono presenti con molte fraternità.
La mattina del 4 ottobre abbiamo avuto la gioia di celebrare la festa di san Francesco con un gruppo di anziani accuditi e serviti con grande dedizione dalla comunità francescana delle Sorelle della Carità del card. Sancha. Molti di questi vecchietti sono veramente tra i più poveri in quanto – senza le famiglie emigrate – si ritrovano completamente soli.
Non è mancata neanche a Cuba, poi, la tradizione di “scambiarci” con i frati di san Domenico la presidenza della celebrazione dei nostri santi fondatori: nel pomeriggio abbiamo reso grazie al Signore insieme ad un discreto numero di fedeli, per poi condividere il pasto fraterno con i fratelli Domenicani: è stata una vera ricchezza ascoltarne l’esperienza di vita, la storia recente della Chiesa, i racconti e le testimonianze di fedeltà al Signore da parte di tanti laici…
“I nostri padri ci hanno raccontato” recita un salmo: e così entriamo in punta di piedi in una terra in cui la messe è abbondante, continuando a pregare il padrone che mandi operai, chiedendo la grazia di continuare a lasciarci “inviare” ogni giorno dal Signore per annunciare che il Regno è vicino!

fra Matteo