SUD SUDAN – Con la guerra aumenteranno le sofferenze della popolazione; la Chiesa sta facendo sforzi enormi

Juba (Agenzia Fides dell’ 11/03/2015) – “Purtroppo sembra prevalere l’opzione militare, e le sofferenze della popolazione continueranno” dicono dal Sud Sudan fonti locali, che per motivi di sicurezza hanno chiesto l’anonimato, all’indomani del fallimento dei colloqui di Addis Abeba (Etiopia).
“Non è un mistero per nessuno che buona parte del bilancio dello Stato è destinata a finanziare lo sforzo bellico, sia per pagare i militari e le milizie ad essi associati, sia per comprare nuove armi che continuano a giungere nel Paese nonostante l’embargo decretato dall’ONU, a meno che non giungano dall’esterno nuovi aiuti ai ribelli, questi appaiono destinati alla sconfitta, anche se in alcune aree a forte prevalenza Nuer (l’etnia di Machar), potrebbero continuare per un certo tempo le azioni di guerriglia”.
Le nostre fonti sottolineano inoltre un’altra realtà: “visto che buona parte del bilancio statale è destinato alla guerra, rimane ben poco per soccorrere la popolazione che soffre dal dicembre 2013 a causa del conflitto. Milioni di persone sopravvivono grazie agli aiuti internazionali, in particolare grazie alle derrate alimentari fornite dal Programma Alimentare Mondiale. La Chiesa cattolica sta facendo sforzi enormi per far pervenire aiuti ai villaggi dispersi negli Stati più colpiti dalla guerra”.
“A meno di un forte intervento esterno per costringere le due parti a tornare al tavolo negoziale, sembra probabile una ripresa della guerra su vasta scala. Ma anche se una delle due parti dovesse prevalere militarmente sull’altra, il conflitto lascerà ferite profonde nel Paese soprattutto perché sta avendo una forte caratterizzazione etnica” concludono le fonti.