SIRIA – Vita a Maloula, «città fantasma» cristiana rianimata dalla speranza

Riportiamo un interessante articolo/testimonianza pubblicato questi giorni da Tempi

Padre Toufik Eid è il parroco di Maloula. Dopo essere stato cacciato dai terroristi islamici insieme agli altri siriani a settembre 2013, ha potuto fare ritorno nel suo villaggio solo il 20 aprile e ha trovato «una città fantasma», piena di «rovine: una tristezza immensa».
Maloula dista 56 chilometri dalla capitale Damasco ed è stata attaccata dai jihadisti il 4 settembre 2013 per un motivo «puramente ideologico», dichiara il sacerdote. «Maloula non ha un interesse strategico o militare. Gli islamisti hanno chiaramente voluto distruggere questo villaggio simbolo, dove si parla ancora l’aramaico, la lingua di Cristo».
«300 CASE DISTRUTTE». Il villaggio cristiano unico al mondo è stato liberato dopo sette mesi di occupazione, il 15 aprile 2014. Padre Toufik si è appena recato per una settimana in Francia per raccontare le difficoltà di Maloula, i cui abitanti stanno faticosamente cercando di rifarsi una vita. «Più di 300 case sono state distrutte, bruciate. Alcune persone si sono già reinsediate negli edifici abitabili e ora è anche ricominciato il culto, anche se abbiamo dovuto aspettare molti giorni».
«NON CAPISCO LA FRANCIA». Come tanti siriani, anche il parroco di Maloula è deluso dall’atteggiamento dell’Occidente, che dall’inizio della guerra appoggia i ribelli: «Io non capisco la politica della Francia. È paradossale: in Mali, lottate contro gli islamisti, a casa nostra invece li armate. I siriani sono profondamente delusi ma ora vedo che iniziate a pagarne le conseguenze anche a casa vostra».
GREGGE DELLA SPERANZA. A inizio febbraio, gli abitanti di Maloula hanno ricevuto però un piccolo regalo. Il Coordinamento nazionale per la pace in Siria, grazie alle donazioni raccolte in Italia e in altri paesi, ha consegnato agli abitanti 32 pecore. Per una popolazione locale che si sosteneva soprattutto con il lavoro nei campi, l’allevamento e la produzione di formaggio e yogurt, non è poco. L’associazione a cui è stato affidato il gregge distribuirà ricavati e benefici a tutti gli abitanti.