Piccoli grandi passi!
Sono a metà di questa mia visita in Kazakistan e posso solo benedire il Signore per il tanto bene che ho visto fare qui da fra Luca Baino e da tutti i suoi collaboratori e parrocchiani. La città di Taldykorgan è abitata da più di 123 mila persone e i cristiani che sono iscritti nel libro parrocchiale sono solo 187 di cui 70 sempre presenti alle celebrazioni. I cristiani qui in Kazakistan sono solo i figli dei deportati dall’ex regime sovietico. Qui a Taldykorgan i deportati sono il 25,47 % mentre la stragrande maggioranza sono Kazaki quindi musulmani. I deportati qui in Kazakistan sono discriminati per motivi politici e d’identità nazionale.
In questi giorni ho avuto la possibilità di visitare le famiglie che stiamo aiutando con le adozioni e di passare del tempo coi bimbi di queste famiglie che sono al centro di molteplici attività educative e ricreative.
Queste famiglie che aiutiamo vivono in una zona isolata della città. Le abitazioni che hanno sono delle piccole case fatte di argilla che di anno in anno devono rinforzare perché pioggia, sole e gelo le sgretolano continuamente. Il clima di questa terra è continentale quindi si passa dai 40 gradi di questi giorni estivi ai -30 gradi del rigido inverno quando sorella neve resta compagna quotidiana per almeno 6 mesi. Come vedete da queste foto in questa parte della città non ci sono strade asfaltate e vi lascio immaginare cosa significhi camminare quando la neve si impasta con il fango.
Abbiamo cominciato ad aiutare fra Luca in questo progetto di promozione umana l’anno scorso e molti passi in avanti sono stati fatti. Molte famiglie ora tengono la loro casa pulita ed in ordine, provvedono al sostentamento dei figli e cercano di racimolare qualche soldo con piccoli lavoretti. Le condizioni nelle quali si trovavano queste persone erano veramente disumane a motivo dell’ignoranza della noncuranza assoluta da parte dello Stato o di qualunque altra associazione.
Non tutte queste famiglie sono ancora autonome al 100% soprattutto per quanto riguarda alcune spese eccezionali come il vestiario o il materiale scolastico dei figli, ma il modus operandi di tutti i nostri progetti qui in Kazakistan resta lo stesso e lo si è espresso bene nel motto “qua la mano”: non sostituirsi ma accompagnare, cioè aiutare le persone che s’incontrano a prendere coscienza del loro essere persona umana a partire dai più elementari bisogni (pulizia personale, dell’abitazione, regole alimentari); aiutare a sanare e regolare le relazioni tra i membri della famiglia; informare circa i diritti del cittadino ed educare ai doveri sia nei confronti della famiglia che nei confronti dello Stato.
La cosa più bella alla quale fra Luca e Nadia (psicologa responsabile di questi progetti) hanno assistito è il vedere come queste persone prendendo coscienza del loro valore e dei loro diritti iniziano ad essere autonomi e responsabili.
Un giorno fra Luca e Nadia stavano passando in macchina vicino alla casa di una di queste famiglie nella quale 2 figli sono stati riconosciuti ritardati mentali. Vedendo il padre e la madre correre verso di loro pensavano avessero bisogno di aiuto, invece una volta raggiuntili, hanno loro spiegato che correvano al Comune per scrivere i figli ritardati tra i beneficiari della pensione d’invalidità! Questo solo alcuni mesi fa sarebbe stato impossibile ed è uno dei tanti frutti di questo paziente e quotidiano prendersi cura di questa povera gente.
Nei prossimi giorni vi racconterò del campo estivo dei bimbi e delle escursioni che abbiamo fatto.
A presto, il Signore vi benedica
fra Manuel