Novità dal Kazakhstan

02Carissimi,

eccomi ad aggiornarvi con qualche notizia dal Kazakhstan.

Da settembre, a causa della mancanza di frati missionari e di una nuova obbedienza, mi trovo a viaggiare tra le steppe tra Taldykorgan ed Almaty tutte le settimane: il lunedì parto per Almaty e il venerdì ritorno a Taldykorgan.

Se da una parte è una fatica dall’altra è l’occasione di nuove attività e conoscenze.

Andiamo per ordine.

A Taldykorgan  abbiamo costituito una nuova squadra formata da Erika (come ex infermiera di neonatologia e pediatria, responsabile del Progetto Sanitario insieme alle due suore coreane, sr. Selesia e sr. Alex, anche loro infermiere); Natasha Responsabile dell’ambito Documenti e Diritti del cittadino (la maggior parte di coloro che aiutiamo sono all’oscuro anche solo dei documenti necessari per vivere e di qualsiasi loro diritto!); Rosa, Responsabile degli Aiuti alimentari, vestiario e quant’altro di pratico e Kolia (di cui parleremo più avanti).

Come avevo annunciato, a causa di nuove leggi sulla gestione di scuole private e asili (anche quelli non a scopo di lucro e per fini sociali, come nel nostro caso) ci siamo trovati costretti a chiudere questi due progetti. Ma non ci siamo arresi e non abbiamo lasciati soli i nostri bravi scolaretti: siamo riusciti a trovare una legge sul “sostegno” che la scuola deve dare a chi è in difficoltà e, tra una battaglia e l’altra, la nostra Natasha ce la sta mettendo tutta perché anche i nostri bambini possano essere al pari di tutti. Così anche quest’anno abbiamo fornito l’uniforme (qui ancora obbligatoria ma non alla portata di tutti) ad una decina di bambini perchè potessero andare a scuola anche loro a testa alta; acquistato il materiale di cancelleria e, dove la scuola non ha potuto fornirli, i vari libri per lo studio.

Se da una parte, con il lavoro di questi sei anni con il progetto “Qua la mano”, siamo riusciti a rendere autonome sei famiglie, è vero che se ne sono affacciate altre con le quali iniziare il cammino.

Inoltre lo scorso anno è stato un anno molto, molto, molto fecondo! E, come succede spesso da queste parti, con l’arrivo del figlio il padre… sparisce!!! Ormai siamo specialisti circa le leggi sulle “madri senza marito” quindi, in molti casi, riusciamo ad aiutarle perchè ottengano dallo Stato gli aiuti previsti da queste leggi, ma… non sempre basta e non sempre (soprattutto a causa di documenti d’identià mancanti, di riconoscimento dei figli e quant’altro) si riescono ad ottenere.

Stiamo inoltre aiutando alcuni ragazzi usciti dall’orfanotrofio, che hanno bussato alla nostra porta, a costruirsi una vita “nel mondo” che non conoscono e che, soprattutto per loro, è una jungla. Trovare un lavoro, nonostante la crisi anche di queste parti, non è la cosa più difficile: piuttosto aiutarli nella gestione quotidiana del denaro, del tempo, delle risorse; la scelta delle amicizie, dei luoghi da frequentare: se per tutti non è semplice, per chi è vissuto sempre chiuso in un orfanotrofio è un’impresa titanica.

Sascia, 21 anni appena compiuti, dopo tre anni sembra aver trovato finalmente la strada: ricevuto un piccolo monolocale dallo Stato per il progetto di sostegno agli orfani, trovato lavoro come saldatore in una ditta è già riuscito a prendere anche un credito per una macchina che diventa a sua volta occasione di guadagnare almeno i soldi per la benzina e la manutenzione facendo da taxi lungo il percorso che lo porta da una parte della città (dove vive) all’altro capo (dove lavora).

Anche Alieg ha ricevuto un monolocale dallo Stato ed ha una passione: diventare cuoco! Ha iniziato come lavapiatti con la promessa prima o poi di inziare anche in cucina ma…. niente di fatto! Ci ha chiesto aiuto per potersi formare a questa professione: allora, con l’aiuto di MASP, un’associazione italiana di CL che opera ad Almaty e con la quale da anni collaboriamo, abbiamo trovato una buona scuola e speriamo presto anche un lavoro che gli permetta di mantenersi del tutto.

Andrej il 4 novembre si trasferirà definitivamente a Pietroburgo per difendere il suo Dottorato in psicologia all’Università interconfessionale e rimanere a vivere e lavorare in un progetto per bambini affetti da sindrome di Down.

Kolia, dopo aver studiato un anno all’università per stranieri di Perugia, non è riuscito a superare il test di ingresso a Fisioterapia a causa di una legge cambiata all’ultimo momento (a quanto pare non succede solo in Kazakhstan!) sull’ingresso degli stranieri in facoltà, che ci ha trovati impreparati. Dopo un primo momento di scoraggiamento e delusione ci siamo chiesti quale strada il Signore ci volesse indicare. Tornati in Kazakhstan la risposta non ha tardato a farsi attendere. Vivace ed intraprendente come sempre, ha trovato subito lavoro sia come insegnante di italiano (coinvolgendo anche me in un’esperienza interessante per un sacerdote cattolico e straniero: un’occasione per incontrare persone nel mondo laico) sia come “massaggiatore” (in Kazakhstan una branca di questa categoria assomiglia, in qualche lontano modo, alla nostra fisioterapia). A gennaio abbiamo preso accordi con la direttrice di un’università italiana di fisioterapia per una prima visita di “ricognizione” su cosa offre il Kazakhstan in questo campo e quale tipo di collaborazione si potrebbe iniziare. Ancora una volta in collaborazione con il MASP abbiamo pensato di aprire un progetto di cui Kolia sarà il Coordinatore e farà da ponte tra Italia e Kazakhstan (continuando comunque a prepararsi per l’esame di ammissione a Fisioterapia in Italia il prossimo anno).

Siamo finalmente anche riusciti a completare la sistemazione della tomba del nostro angioletto in Cielo, Amina, a cui chiediamo di continuare a pregare per noi e per tutti quelli che a noi si rivolgono.

Come vedete il lavoro non manca! E anche grazie al vostro aiuto la maggior parte di queste storie sono a lieto fine. Dio benedica tutti voi e vi doni la gioia che qui proviamo ogni volta che vediamo il sorriso affiorare sulle labbra di questi fratelli e sorelle che a noi si rivolgono nella speranza che anche loro possano incontrare quel Gesù che spinge noi e voi a “tendere la nostra mano”.

Il Signore ci doni la sua pace!

p. Luca