Marocco – progetto ANED
DAR ISLAM
La casa dell’islam
La Chiesa cattolica in Marocco è costituita da cristiani venuti da altri Paesi che vivono in mezzo al popolo musulmano. Attualmente il numero dei battezzati si aggira sui 25.000 in una popolazione che conta circa 31 milioni di abitanti. I francesi della diocesi di Rabat e gli spagnoli della diocesi di Tanger sono ancora i due gruppi cristiani più numerosi, tuttavia oggi la comunità cattolica è sempre più internazionale a motivo dei tanti studenti sud-sahariani che raggiungono lo stato magrebino per le varie università francofone/anglofone che vi si trovano.
L’islam è la religione di Stato e il Re ha il compito di vigilare per la salvaguardia e la difesa della comunità. Nonostante ciò, il popolo marocchino rimane molto accogliente nei riguardi delle altre religioni: per questo la Chiesa cattolica, oltre ad essere stimata per le molte opere di bene che compie, dispone di una certa libertà di culto e di azione.
Durante la vita di San Francesco d’Assisi, nel 1219, entrarono in Marocco i primi francescani e di seguito l’Ordine accolse anche i suoi primi cinque martiri. Dal XIII secolo sino ad oggi i frati sono sempre stati presenti sul luogo, dedicando il proprio apostolato ai cristiani e prendendosi cura dei tanti musulmani che collaboravano con loro per il bene dell’uomo.
In Marocco incontriamo una Chiesa appassionata che cerca di vivere semplicemente ciò in cui crede senza essere ripiegata su sé stessa, anzi, proprio per la sua grande passione per gli uomini e per Dio che li abita, è aperta alle necessità di tutti, cristiani e musulmani. Allo stesso tempo la Chiesa magrebina è anche appassionante anzitutto perché non può addormentarsi: ogni anno la comunità cristiana si rinnova di un quarto dei suoi membri e i nuovi fedeli che arrivano da vari Paesi sono per lo più giovani studenti, per cui occorre sempre “risituarsi”.
La Chiesa in Marocco è continuamente chiamata a passare dall’internazionale all’universale: con 80 diverse nazionalità occorre saper andare oltre le barriere culturali e saper fare della differenza lo stimolo per la comunione.
A questo punto comprendiamo come sia fondamentale lavorare insieme per il bene dell’uomo, non soltanto all’interno della Chiesa ma anche al di fuori, con la comunità musulmana. Si tratta di arricchirsi reciprocamente ed insieme restituire i doni ricevuti grazie all’amicizia, alla stima, al lavoro condiviso, per un popolo che in molti casi stenta a vivere.
È qui che si inserisce la collaborazione con l’associazione ANED nella città di Meknès, fondata e sostenuta dai frati della custodia del Marocco. ANED lavora con i ragazzi di strada e con le donne a rischio di esclusione sociale. Lì dove la Chiesa non riesce ad arrivare, questa piccola Associazione, con passione e tanto lavoro, giunge portando aiuto ai poveri della città. Essa è un punto di riferimento sia per il popolo musulmano sia per i cristiani che spesso, anche dall’estero, desiderano svolgere attività di volontariato in essa. L’opera che compie l’associazione ANED, in collaborazione con i frati della Custodia, non guarda alle differenze di religione, lingua o altro ma è una testimonianza concreta di amore per il bene dell’uomo e di desiderio di comunione.
Fr. Andrea Raponi
Vedi il Progetto ANED 2017