L’incubo dei bambini soldato in Sud Sudan

Mentre i negoziati di Addis Abeba sono ancora bloccati da questioni procedurali e le due parti belligeranti si accusano reciprocamente di violare la tregua firmata lo scorso maggio e di non essere interessati ad una veloce e durevole soluzione della crisi, notizie inquietanti arrivano dalle zone di conflitto e in particolare da Bentiu, dove la scorsa settimana ci sono stati ancora duri combattimenti.
L’Onu, da New York, denuncia che soldati dell’esercito governativo hanno minacciato tre pattuglie della missione di pace, Unmiss, in perlustrazione tra Bentiu e Rubkona. Inoltre la base della missione di pace sarebbe stata bersaglio di sparatorie, forse dirette a civili che si stavano dirigendo lì per chiedere rifugio. Secondo il Sudan Tribune, gli spari avrebbero colpito anche un bambino di 5 anni rifugiato in uno dei campi per la protezione dei civili ospitati nella base stessa, mentre ci sarebbero stati civili uccisi nella zona della pista che funge da aeroporto.

Human Rights Watch, da Nairobi, in una conferenza stampa tenutasi il 20 agosto, documenta invece la presenza di bambini soldato nelle fila dell’esercito governativo durante i combattimenti della scorsa settimana. Ci sarebbe la testimonianza diretta di almeno 10 persone che hanno dichiarato concordemente di aver visto decine di ragazzini in divisa militare e armati in prima linea, che facevano fuoco verso i ribelli. Un bambino di 12 anni ha raccontato ad un ricercatore di HRW dislocato a Bentiu, che la mattina del 15 agosto un soldato governativo ha ordinato a lui e ad altri ragazzini di sparare ai ribelli. Un altro, di 14 anni, ha raccontato di come è scappato durante la battaglia e di come sia riuscito a mettersi in salvo. D’altra parte era risaputo fin dallo scorso maggio, quando l’Spla aveva ripreso il controllo della città, che a Bentiu erano presenti bambini soldato. Almeno una sessantina erano stati visti negli alloggiamenti militari, mentre almeno tre funzionari governativi usavano minori come guardie del corpo.

Daniel Bekele, il direttore del settore Africa in HRW, ha sottolineato che l’Spla purtroppo ha una lunga storia di arruolamento di minori da utilizzare anche in azioni di combattimento. Aveva fatto progressi tangibili dopo la firma del CPA, ma dallo scoppio della crisi, nello scorso dicembre, la pratica è ripresa su larga scala. Bambini soldato sono presenti sia nell’esercito governativo che in quello dell’opposizione. Nei primi giorni del conflitto, quando prese il controllo di Bentiu, l’opposizione avrebbe reclutato forzosamente centinaia di ragazzini studenti di due scuole. Testimoni affermano che questo sarebbe successo anche in altre località dello stato di Unity.

Tuttavia il paese si è dotato di disposizioni che proibiscono l’arruolamento di minori. Il Child Act, del 2008, bandisce esplicitamente la pratica. Nel marzo del 2012, inoltre, il governo ha firmato un piano d’azione con le Nazioni Unite, in cui si impegnava anche a smobilitare tutti i minori ancora nei ranghi dell’esercito. E anche l’opposizione, lo scorso maggio si è impegnata, con lo speciale rappresentante del segretario generale dell’Onu per i bambini nei conflitti armati, a prevenire gravi violazioni dei diritti dei minori.

Per la legge che regola i conflitti armati, l’arruolamento di minori di 15 anni è un crimine di guerra. Finora 156 paesi hanno firmato il trattato internazionale che proibisce l’arruolamento di minori di 18 anni.

Articolo tratto dal portale web di “Nigrizia”