LIBIA – Un missionario francescano in Cirenaica: “serve l’aiuto dell’Europa”

“In questi giorni non abbiamo corrente, né carburante e queste difficoltà sono state sfruttate anche dagli attentatori di oggi”. Padre Piotr Borkowski, francescano, parla da Beida, in Cirenaica, a una sessantina di chilometri da Qubbah, dove nei giorni scorsi più attentati con autobomba hanno provocato alcune decine di vittime. Secondo le informazioni che sono circolate uno degli attentati, spiega padre Borkowski, si è verificato “ad un distributore di benzina, è stato fatto esplodere un camion cisterna mentre molte macchine erano in fila” per il rifornimento.
Più in generale, le notizie arrivate da Sirte e da Derna riguardo i combattenti dell’autodefinito Stato islamico hanno creato preoccupazione anche a Beida, sede di alcune delle istituzioni del governo internazionalmente riconosciuto (espressione del parlamento di Tobruk). “Nella nostra chiesa vengono anche i copti egiziani a pregare – racconta il sacerdote francescano – e oggi ho parlato con alcuni di loro: sempre di più sono decisi ad andarsene, un gruppo vuole partire proprio in questi giorni; lo stesso fanno molti altri cristiani, per la paura”.
“Nessun governo riesce a rappresentare un punto di riferimento per la gente – continua padre Borkowski – e il paese è sempre più diviso tra diverse cabile, tribù e milizie: è difficile anche capire chi potrebbe aiutarci o con chi dialogare. Il dialogo – di sicuro – risolverebbe molti problemi, ma come farlo con chi non vuole parlare, ma usa solo le armi?”. Anche di fronte alla prospettiva di un intervento armato il religioso è netto: “Di certo la soluzione militare non è la migliore!” dice.
“Bisogna trovare un modo di fermare i gruppi di terroristi – riconosce però il sacerdote – e impedire loro di fare ciò che vogliono, perché anche chi vorrebbe pace e ordine è spaventato e resta in casa, senza esprimersi. In Europa però sembra che ci si stia pian piano muovendo a livello politico: è accaduto tardi, ma forse non troppo tardi e spero si possa ancora fare qualcosa”.

Fonte MISNA