La delicata condizione dei missionari cattolici in India

(notizie degli ultimi giorni sull’India tratte dal sito di Agenzia Fides) – Negli ultimi tempi i missionari cattolici in India stanno incontrando grandi difficoltà proprio a causa della loro religione, nonostante lo sforzo della comunità cattolica sia apprezzato molto nel Paese, soprattutto in campo educativo.
I missionari delle scuole cattoliche dello stato indiano di Chhattisgarh, che sono impegnati nell’insegnamento come presidi o docenti, non dovranno infatti più essere chiamati “padre” ma solo “signore”.
Questa imposizione nasce da parte dei gruppi estremisti indù alle 22 scuole cattoliche del distretto di Bastar, frequentate per larga maggioranza da studenti non cristiani. Dopo un incontro con i rappresentanti dei gruppi indù e delle autorità civili, i rappresentanti delle scuole cattoliche, per evitare tensioni e conflitti, hanno convenuto sull’uso dell’appellativo “signore”, usato in tutte le altre scuole private. I missionari cattolici del distretto hanno concordato nell’esporre nelle scuole fotografie di grandi personalità, di tutte le religioni, che hanno lavorato per l’interesse nazionale nel campo dell’educazione.
Nei giorni precedenti l’accordo, nell’area vi erano state tensioni, date le accuse ai cristiani di “usare l’educazione come arma per la conversione”.

Nonostante lo sforzo per mantenere la pace sia evidente, in un opuscolo distribuito al World Hindu Congress 2014, appena conclusosi a Dehli, i missionari cristiani sono identificati tra i cinque maggiori nemici degli indù insieme all’islam, il marxismo, il materialismo e il “Macaulayismo” (il sistema educativo pubblico lanciato da Tohmas Macaualy ai tempi del dominio britannico, ndr).
Nel Congresso questi concetti, espressione dell’ideologia Hindutva (che predica “l’India ai soli indù”), hanno trovato spazio, data la presenza massiccia di organizzazioni militanti e radicali.
“La combinazione delle forze anti-indù sta indebolendo la società indiana” si è detto, dunque i fedeli sono invitati a contrastare il sistema culturale vigente. L’opuscolo definisce l’islam “velenoso”, critica il pluralismo culturale e religioso e l’approccio dei missionari cristiani che “perfidamente introducono il sistema di valori della propria società occidentale” .