Kazakhstan – Una mano ancora tesa.
Alieg
A settembre si è affacciato un giovane di Almaty, Alieg, proveniente da un orfanotrofio, per chiedere un aiuto per realizzare un suo sogno: “diventare cuoco”. Già lavorava in un ristorante, ma poiché era senza attestato, poteva solo lavare piatti e pentole e la sua speranza di andare oltre non sembrava avere possibilità. Così ci siamo messi in moto per cercare una scuola adeguata e, grazie al vostro aiuto, abbiamo potuto dargli la possibilità di mantenersi durante il corso che lo impegnava tutto il giorno, senza quindi la possibilità di lavorare e guadagnarsi uno stipendio.
Intanto, avendo ricevuto un monolocale secondo il programma statale per gli orfani, visto che mancava proprio il mobilio della cucina, sempre grazie al vostro aiuto, abbiamo cercato in un “Bazar” all’ingrosso qualcosa confacente alle nostre possibilità economiche… così che, anche a casa, Alieg aveva la possibilità di esercitarsi! Finito il corso, trovare lavoro non è stato semplice in quanto tutti pretendevano almeno un anno di esperienza. Ma come accumulare tale esperienza senza la possibilità di lavorare? Inaspettatamente, durante un pranzo tra amici, al tavolo c’era anche la proprietaria di un ristorante che, ascoltando la storia di Alieg, ha deciso di dargli la possibilità di iniziare a lavorare… quello che vedete nelle foto sono i suoi primi risultati. Vi aspettiamo per provare uno dei suoi piatti!!!!
Inverno al caldo
Con l’arrivo dell’inverno, come ogni anno, si presenta la questione dell’acquisto del carbone. Per molti è una spesa insostenibile, soprattutto per quelli che già si rivolgono a noi per la quotidiana sopravvivenza. Così anche quest’anno siamo riusciti, grazie al vostro aiuto, a comprare il carbone ad una decina di famiglie per affrontare le nostre rigide temperature invernali (di notte si può arrivare anche a meno trenta), sapendo che oltre al calore della stufa, per loro è molto importante e sorprendente scoprire che persone tanto lontane da loro, che neanche li conoscono, si prendono cura di loro. Da parte nostra, ma soprattutto da parte loro, un “caloroso” grazie!
Gli scarponi nuovi di Sascia
Forse qualcuno ricorda Ilia, un bambino che quattro anni fa aveva ingerito un quantità considerevole di detersivo e, visto che tutta la famiglia era completamente ubriaca, era rimasto due giorni con questo detersivo in corpo con gravissime conseguenze per l’intestino. Grazie al “Progetto sanitario” eravamo riusciti a curarlo in una clinica di Almaty e, dopo due anni, con un tubicino nello stomaco, ora è tornato alla normalità.
Il papà, Sascia, è l’unico della numerosa famiglia che non beve… o almeno non si ubriaca fino a perdere conoscenza (!!!). Cercando lavoro è finito in un giro di “caporalato” come quelli che conosciamo bene anche noi in Italia, ammalandosi gravemente a causa delle pessime condizioni in cui lo obbligavano a lavorare. Non senza rischi per lui e per noi, siamo riusciti a tirarlo fuori, a curarlo e a trovargli un nuovo lavoro. Accompagnandolo il primo giorno al lavoro, ci siamo resi conto che le scarpe che indossava non avevano le suole e che con queste scarpe percorreva i due chilometri a piedi che lo portavano al lavoro.
Visto che ormai l’inverno era alle porte, ci siamo presi cura di procurargli, oltre a dei buoni scarponi, anche qualcosa da indossare per il lavoro all’aperto. Quello che ci riempie il cuore è lo stupore e la gratitudine di queste persone che, di fronte alla “cura” che ci prendiamo di loro, spesso commentano: “Nessuno si è mai occupato di me come fate voi, neanche i miei parenti più stretti”! Sia tutto a gloria del Buon Dio Provvidente che non abbandona mai suoi figli!