IRAQ – Urge fermare il genocidio dei cristiani e perseguire penalmente chi istiga alla violenza

Intervistato da Crux, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, monsignor Silvano Maria Tomasi, ha rilasciato alcune dichiarazioni a proposito della persecuzione dei cristiani in Iraq e Siria ad opera soprattutto dello Stato islamico. Ecco quanto affermato:
«Dobbiamo fermare questo genocidio, altrimenti in futuro ce ne pentiremo chiedendoci perché non abbiamo fatto qualcosa, perché abbiamo permesso che avvenisse una simile tragedia. C’è bisogno di una coalizione ben pensata e coordinata», che includa i paesi musulmani e «che faccia tutto ciò che è possibile per raggiungere un accordo politico senza violenza. Ma se questo non è possibile, allora l’uso della forza sarà necessario». Certo, è compito «dell’Onu e dei suoi membri, soprattutto del Consiglio di Sicurezza, determinare la forma esatta dell’intervento necessario, ma la responsabilità di agire è chiara». Del resto, un’azione internazionale militare in difesa delle minoranze «è una dottrina che è stata sviluppata sia dalle Nazioni Unite che dall’insegnamento sociale della Chiesa cattolica».

Mira invece a far varare una legge per perseguire penalmente i predicatori di religiosi che istigano alla violenza il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako. Nell’Iraq insanguinato dai conflitti settari e in buona parte finito delle mani dei jihadisti, occorre combattere chi mette a rischio la pacifica convivenza tra i cittadini appartenenti a religioni e confessioni diverse. Il Patriarca ha rivolto la richiesta al Parlamento iracheno domenica 15 marzo, nell’ambito di una conferenza organizzata dal Comitato parlamentare per gli affari religiosi. Nel suo intervento, Sako ha delineato la pacifica convivenza tra comunità religiose diverse come un patrimonio condiviso della società irachena, che tutti – a partire dai leader religiosi – devono impegnarsi a custodire e difendere, favorendo anche con la predicazione e con il contributo dato ai programmi educativi e scolastici la diffusione della cultura del pluralismo e dei diritti di cittadinanza.
Il Capo della Chiesa caldea ha anche richiamato la potenziale utilità di avviare una riflessione su un disegno di stato civile che – valorizzando in maniera adeguata il contributo delle comunità e dei soggetti religiosi alla convivenza sociale – riconosca come vantaggioso per tutti il principio della distinzione tra religioni e istituzioni politiche.

Il Comitato amministrativo della Conferenza episcopale degli Stati Uniti invita a pregare per le vittime di tutte le persecuzioni religiose e ha redatto un appello affinché queste violenze si interrompano. “Invitiamo i fedeli di ogni credo – si legge nella dichiarazione – ad unirsi in preghiera per coloro che affrontano la drammatica realtà delle persecuzioni in Medio Oriente e nel resto del mondo”. Ricordando, in particolare, i 21 cristiani copti uccisi dall’Isis il mese scorso, i presuli sottolineano che “la testimonianza del loro martirio coraggioso non è l’unica, insieme a quella di migliaia di famiglie, cristiane e di altre religioni, in fuga da violenze terrificanti”.
I vescovi ricordano che gli estremisti sfruttano spesso l’esclusione in ambito politico ed economico, di qui l’appello a incrementare “l’assistenza umanitaria e lo sviluppo”. Infine, ribadendo che la Quaresima è un tempo forte per “unirsi più strettamente a Cristo sofferente”, la Chiesa di Washington esorta i fedeli a pregare, “con la speranza che un giorno tutti possano condividere la gioia e la pace duratura della risurrezione di Cristo”.

via Agenzia Fides, ZenitTempi.it