IRAQ – Migliaia di rifugiati in fuga sulle montagne

Agenzia MISNA del 13/08/2014 – “Arrivano a migliaia, con le macchine o a piedi, bisognosi di tutto, alla disperata ricerca di un luogo sicuro”: monsignor Amel Shimon Nona, arcivescovo caldeo di Mosul, è raggiunto dalla MISNA in un villaggio cristiano dell’estremo nord dell’Iraq dove i rifugiati (cristiani, yazidi e altre minoranze componenti storiche del mosaico etnico-religioso dell’Iraq) sono accolti nelle case, nella scuola o nell’aula per il catechismo.

Monsignor Nona sta concludendo una visita dei centri abitati del governatorato di Dahuk, sulle montagne del Kurdistan iracheno che conducono alla Turchia. “Sono zone – spiega l’arcivescovo – che appaiono più sicure rispetto alla Piana di Ninive; per questo a migliaia, cristiani ma anche yazidi, si spingono fin qui. Lo Stato islamico è una minaccia per queste comunità; speriamo davvero che i bombardamenti americani cominciati la settimana scorsa possano fermarne l’avanzata”.

Una speranza condivisa dalle centinaia di yazidi che anche oggi si stanno dirigendo verso il capoluogo della regione autonoma del Kurdistan. “Sono gli ultimi – dice monsignor Nona – anche tra i profughi: non hanno dove dormire e riposano lungo la strada; noi cerchiamo di aiutarli come possiamo, accogliendoli e ospitandoli nei nostri villaggi”.

Quella irachena è un’emergenza che durerà a lungo, nonostante i bombardamenti americani a difesa degli alleati (e dei pozzi di petrolio) del Kurdistan e  nonostante la nomina di un nuovo primo ministro, avvenuta proprio ieri.