Golpe in Burkina Faso, Compaorè lascia presidenza

Alta tensione in Bukina Faso. Dopo le dimissioni del presidente Blaise Compaorè seguite alle proteste per bloccare la sua candidatura alle elezioni del 2015, il l capo dell’esercito Traorè si è autoproclamato presidente del Paese. Compaorè, al potere da 27 anni, ha lasciato la capitale Ouagadougou dirigendosi verso Po, al confine con il Ghana.

Dopo i violenti scontri delle ultime ore con 30 morti e 100 feriti, edifici governativi dati alle fiamme, lo scioglimento di Governo e Parlamento, il presidente Compaore è stato costretto a lasciare e ha annunciato elezioni “libere e trasparenti” entro 90 giorni. Il generale dell’esercito Traoré, ha già assunto la sua funzione parlando di un azione conforme alla costituzione, ma è considerato un uomo di Compaorè e quindi avversato da centinaia di manifestanti che hanno assediato la sede dello Stato maggiore delle forze armate chiedendo anche le sue dimissioni.
Preoccupazione e appelli alla calma sono stati fatti da Ue e Stati Uniti, per i quali il Burkina Faso è un paese alleato. La situazione è in evoluzione continua ma la vera prospettiva è come verrà percepito dai Paesi africani l’intervento dell’esercito, che non si capisce se voglia semplicemente parare l’emergenza oppure prendere il potere.
In questo clima di instabilità si temono anche infiltrazioni di jihadisti presenti in Mali e Niger, paesi in cui Compaoré, per conto dell’Onu e dell’Unione Africana, ha mediato e mantenuto un certo ordine in una fase di grossa destabilizzazione dell’intera regione. – tratto da Radio Vaticana del 1/11/2014