Giunge da ogni parte del mondo il sostegno ai cristiani in Medio Oriente

La Russia prepara una risoluzione sulla difesa dei cristiani in Medio Oriente

Mosca (Agenzia Fides del 27/11/2014) – La Russia sta valutando “la possibilità di sottoporre al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite una risoluzione per sollecitare misure internazionali di protezione per le comunità cristiane del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale”, ed “esperti russi stanno già lavorando al testo del documento”. A rivelare l’iniziativa in preparazione da parte della Russia è il diplomatico russo Alexander Yakovenko, attuale Ambasciatore russo presso il Regno Unito, che fino al 2011 è stato vice-ministro degli esteri delle Federazione russa.
In un intervento pubblicato sul sito del canale russo in lingua inglese RT.com, il diplomatico russo – noto per il lavoro svolto nell’ambito delle organizzazioni internazionali multilaterali e nel campo della cooperazione umanitaria – riferisce anche che al prossimo Consiglio ministeriale dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), in programma a Basilea il 4 e 5 dicembre, la rappresentanza russa richiederà di studiare misure per sostenere e soccorrere i cristiani in Medio Oriente nella difficile condizione che si trovano a vivere in molte aree della regione, sollecitando in questa direzione un coinvolgimento più deciso soprattutto dei Paesi europei.

GIORDANIA – La “Dichiarazione di Amman”: una lungimirante road map in 12 punti per il futuro dei cristiani arabi

Amman (Agenzia Fides del 25/12/2014 ) – I partecipanti alla seconda Conferenza sui cristiani e l’impatto della “Primavere arabe”, svoltasi a Amman il 22 e 23 novembre, hanno steso alla fine dei lavori un documento che si configura come una lungimirante e dettagliata esposizione dei problemi, delle emergenze e dei pericoli che segnano oggi la condizione delle comunità cristiane in Medio Oriente. La “Dichiarazione di Amman” – questo è il titolo del documento approvato dagli 80 politici, intellettuali e ecclesiastici presenti alla Conferenza organizzata dalla Fondazione Konrad Adenauer, dall’al-Quds Center for Political Studies e dalla Danmission Foundation – si presenta come una preziosa road map in 12 punti, per favorire “un futuro migliore dei cristiani nei Paesi arabi”.
Nel documento si prende atto delle difficoltà e dei fallimenti finora registrati dallo sforzo di far radicare in Medio Oriente democrazie in grado di garantire per tutti la condivisione dello stesso diritto di cittadinanza. Negli ultimi decenni, molti Paesi hanno visto il radicarsi di regimi tirannici e corrotti, e i cristiani sono stati spesso ingiustamente accusati di eccessiva sottomissione verso le nomenclature che li guidavano.
In questo contesto – riferisce uno dei punti della Dichiarazione – l’aumento dell’intolleranza nelle società arabe è stato dovuto soprattutto all’emergere di una interpretazione estremista degli insegnamenti dell’islam. Un processo avvenuto sotto gli occhi di gran parte dei governi della regione, e in alcuni casi con il loro appoggio, che ha trovato risposte inadeguate nelle classi dirigenti del Medio Oriente.
La Dichiarazione di Amman riconosce la necessità di distinguere tra le varie espressioni e tendenze dell’islam politico, e di coinvolgere le componenti più avvedute della galassia islamista in una chiara e ferma presa di posizione contro ogni tipo di discriminazione giuridica, sociale e politica nei confronti dei cristiani arabi. Le Chiese e le comunità presenti in Medio Oriente – ribadisce la Dichiarazione di Amman – rappresentano una realtà autoctona e non possono in nessun modo essere identificate come un “corpo estraneo” importato dall’Occidente.
La Dichiarazione di Amman mette in guardia anche le comunità cristiane mediorientali dal rischio di cadere nel particolarismo e nell’isolazionismo, e dalla tentazione di rispondere all’estremismo islamista con un oltranzismo uguale e contrario. Inoltre, nel documento si chiede che tutte le forme e le iniziative di sostegno e di solidarietà internazionali rivolte ai cristiani arabi aiutino le loro diverse comunità cristiane a rimanere radicate nelle proprie terre, evitando di favorire anche involontariamente l’esodo dei battezzati dalle terre dove il cristianesimo è nato e si è diffuso fin dai tempi apostolici.