Da s. Pietroburgo: tra Quaresima e quarantena
Cari amici, è passato appena un mese e mezzo dal nostro ultimo “bollettino” ma, intanto, ci siamo ritrovati tutti alle prese col Covid-19! Siamo aggiornati sulla situazione italiana tramite i media, gli amici e i parenti e, naturalmente, seguiamo on-line alcuni tra i momenti di preghiera più importanti.
Anche qui la situazione non è del tutto chiara; il contagio sembra essere in ritardo di un mese rispetto all’Europa e quindi è in piena ascesa: ogni giorno, in tutta la Federazione russa, si registrano circa 5.000 nuovi casi e al momento in cui scrivo (21 Aprile) il totale ha superato i 52.000. Qui a s. Pietroburgo, in particolare, abbiamo quasi 2.000 contagiati, più altre 4.000 persone in osservazione: grazie a Dio pochissimi, in una città di più di 5 milioni di abitanti! (fonti: https://стопкоронавирус.рф// e https://www.gov.spb.ru/covid-19/)
Già dal 22 Marzo il nostro Vescovo ci aveva chiesto di sospendere le celebrazioni pubbliche e dal 27 è in vigore il Decreto di “autoisolamento” fino al 30 Aprile, ma il picco è previsto per fine mese – inizio Maggio e quindi già si “intuisce” una proroga del Decreto fino a metà Giugno. Tutti i voli in entrata e in uscita dalla Russia sono sospesi (tranne i charter d’emergenza organizzati dalle varie Ambasciate) e i confini sono stati chiusi. Chi volesse avere maggiori dettagli, può trovarli sul sito del nostro Consolato: https://conssanpietroburgo.esteri.it/consolato_sanpietroburgo/it.
Data la situazione, peraltro, tutti i visti e i documenti in scadenza sono stati prorogati di 90 giorni… per me non sarebbe stato comunque un problema, essendo ormai da mesi in possesso del Permesso di soggiorno triennale, ma Luca è parzialmente coinvolto: il 6 Aprile ha infatti ricevuto anche lui il medesimo Permesso, ma le successive pratiche di registrazione sono rimaste bloccate a causa della chiusura degli Uffici pubblici e quindi ricadono (grazie a Dio!) nel regime di proroga.
In precedenza la vita era proseguita come sempre, con la sua quotidiana (stra-)ordinarietà. Con l’inizio della Quaresima, alle celebrazioni eucaristiche si era aggiunta la Via Crucis settimanale… normalmente presso i fratelli Conventuali, ma un venerdì i parrocchiani dell’Assunta ci hanno fatto una graditissima proposta: poiché nella loro chiesa c’è una cappella dedicata al Vescovo martire che fece costruire la nostra, ci hanno invitato a celebrare da loro una Via Crucis dedicata a tutti i martiri del regime comunista, con una speciale intenzione di preghiera per una rapida conclusione dei nostri lavori di restauro. Un gesto davvero molto bello, carico di un senso di comunione ecclesiale che abbiamo molto apprezzato!
A proposito di Quaresima, ne approfitto per condividere un’usanza dei nostri fratelli Ortodossi: essi iniziano il loro cammino penitenziale dopo aver festeggiato la Màsleniza, una sorta di “settimana grassa” con la quale, nei culti naturalistici della Russia pre-cristiana, si salutava la fine dell’inverno per dare il benvenuto ai primi raggi di sole e all’imminente arrivo della primavera. Il cristianesimo ha poi accolto e “purificato” questa tradizione, trasformandola appunto in un tempo pre-quaresimale che culmina nella “Domenica del perdono”: poiché non si può iniziare un tempo di più forte conversione (come appunto la Quaresima), senza prima aver fatto almeno un tentativo di riconciliarsi col prossimo, in questa Domenica gli Ortodossi si chiedono reciprocamente perdono per tutte le offese e le ferite che, magari anche involontariamente, ci si è inflitti l’un l’altro nel corso dell’anno. Se fatto di cuore e non “pro forma”, può essere davvero un momento forte nel cammino di fede.
Intanto avevamo continuato il nostro servizio a favore della Comunità neocatecumenale (Eucarestia settimanale) e del piccolo gruppo di nostri connazionali (Messa mensile in italiano), nonché a partecipare alle varie iniziative ecclesiali e civili: particolarmente interessante la proiezione, organizzata dal Consolato lituano, del film “Ekskursante” (eufemismo sovietico per “deportato”): uno dei pochi tentativi fatti in un Paese ex-comunista di raccontare le deportazioni staliniane.
Anche il dialogo ecumenico era proseguito intensamente: l’8 e il 29 Febbraio fr. Luca aveva preso parte a due incontri della Comunità “Fede e Luce”, mentre dal 21 al 24 aveva partecipato ad una convivenza del Movimento dei Focolari. Il 15 Marzo, poi, aveva tenuto un incontro di presentazione della “Parola di Vita” presso una Parrocchia Luterana (al quale avevo partecipato anche io) e, pochi giorni dopo, avevamo accolto con interesse l’invito a conoscere il loro nuovo “Vescovo”: insieme ad alcuni fratelli ortodossi, dopo la celebrazione dei Vespri ci eravamo spostati in casa dove, in un clima informale e disteso, il pastore aveva soddisfatto le nostre curiosità sulla struttura della loro Chiesa, le loro posizioni dottrinali, le attività pastorali ecc. A conclusione della piacevole serata, uscendo di casa non abbiamo potuto fare a meno di notare un’icona raffigurante tre rappresentanti delle rispettive Confessioni cristiane: Dietrich Bonhoeffer per i Luterani, s. Serafino di Sarov per gli Ortodossi e… per i Cattolici, s. Francesco d’Assisi! Per quanto riguarda i miei studi, già da tempo avevo deciso di interrompere la scuola a conclusione del livello B 2.1, a fine Marzo: dopo 7 mesi di frequenza quotidiana, avevo ricevuto più nozioni di quante fossi riuscito a “digerirne” (non ho più 25 anni!!) e avevo proprio bisogno di fermarmi qualche mese per ripassare tutto con calma (come sto facendo)… Con Luca, allora, avevamo già iniziato a guardarci attorno alla ricerca di qualche nuova possibilità di servizio ecclesiale (non necessariamente in senso ministeriale ma in generale, anzi soprattutto nei servizi caritativi)… e invece, proprio l’ultimo giorno di scuola è iniziata la “quarantena”. Non abbiamo potuto fare a meno di notarlo: già diverse opportunità che lui aveva intravisto si erano poi rivelate impraticabili, già diverse porte semiaperte si erano poi chiuse… e ora questa incredibile coincidenza! Pare proprio che il Signore ci stia dicendo: “State fermi. Non fate niente”. Ovvero: “Lasciate fare a me. Voi aspettate e basta”. Un tempo “sospeso”, sottratto a ogni nostra possibilità di controllo… e per questo, sicuramente, un tempo benedetto, un tempo Suo. Non ci resta altro da fare, allora, che cercare di viverlo bene: amare il presente, nella certezza che Lui abbia in serbo qualche sorpresa per il futuro: staremo a vedere!
fr Iuri
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