Cosa sta succedendo a Gerusalemme?
Resoconto tratto da varie agenzie sulla drammatica situazione a Gerusalemme
La situazione in questi giorni è molto tesa e diversi sono gli scontri che stanno caratterizzando la zona negli ultimi tempi.
L’area di Gerusalemme è infatti da tempo soggetta a diversi conflitti e le violenze non si placano, anche perché spesso si procedere di ritorsione in ritorsione, non mettendo un limite a tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Il sequestro e l’uccisione di un ragazzo arabo, Mohammad Abu Khdeir (17 anni), è stata la goccia che in queste ore ha fatto traboccare il vaso e che ha portato al verificarsi di violenti scontri con la Polizia.
Molto probabilmente a compiere l’omicidio sono stati degli ultras ebrei, che hanno voluto in questo modo compiere una ritorsione in seguito all’uccisione di tre ragazzi in Cisgiordania, rapiti il 12 giugno e ritrovati morti il 30.
In occasione dei funerali dei tre giovani circa 200 israeliani hanno bloccato il traffico e hanno pronunciato degli insulti nei confronti degli arabi. La Polizia ha dovuto procedere all’arresto di 47 persone.
Molte sono state le condanne e fra di esse anche quella del Premier israeliano Netanyahu. Il Presidente palestinese Abu-Mazen ha chiesto che il Premier israeliano condanni infatti aspramente il rapimento di Khdeir.
Anche il Patriarca di Gerusalemme dei latini, Fouad Twal, ha espresso il proprio sconcerto davanti al mare di violenze: “non è degno di capi politici e religiosi appoggiare, alimentare, fomentare la vendetta. La vendetta chiama vendetta, il sangue chiama sangue. E i ragazzi innocenti uccisi, tutti i ragazzi uccisi, sono come vittime sacrificate sugli altari diabolici dell’odio. La visita di Papa Francesco in Terra Santa e poi l’incontro di preghiera svoltosi in Vaticano avevano alimentato tante felici speranze di pace. Adesso, con il sacrificio dei giovani innocenti, il ciclo della violenza in cui viviamo sembra riaffermare il suo dominio con ferocia ancora maggiore. Sembra quasi una reazione per soffocare sul nascere le speranze che si erano destate. Per questo occorre continuare a pregare, per chiedere il miracolo della pace. Riconoscendo che l’odio e il rancore fanno male a tutti. Mentre la pace e il perdono fanno bene a tutti. C’è un popolo che vive da anni nel lutto e occorre liberarsi dalla logica perversa di chi fa discriminazioni tra le vittime innocenti di una parte e dell’altra, e crede che il proprio dolore possa essere alleviato dal dolore altrui. Solo il perdono chiama il perdono”.