Cosa pensa una bambina rifugiata cristiana dell’ISIS?
La saggezza dei bambini è semplicemente impressionante. La maggior parte delle volte sono loro a offrirci le lezioni più essenziali della vita.
Per commentare questo video non servono molte parole. Quelle della bambina bastano e ci fanno interrogare su una realtà che ignoriamo nella sua drammaticità e che ci scandalizza da lontano. Sono parole che nella loro semplicità rispondono a molte domande che ci poniamo sul senso della sofferenza e degli eventi della nostra vita, e ci fanno capire che ci sono sempre ragioni per sperare, per confidare e continuare a credere nella misericordia di un Dio che ci ama infinitamente e ha pensato ogni dettaglio della nostra vita.
In circostanze difficili come quelle che stanno vivendo i nostri fratelli in Medio Oriente, ci possiamo scusare e lamentare di un’umanità frantumata e piena di odio che ci fa ribellare e ci frustra, ma nelle parole di questa bambina c’è qualcosa di essenziale che tocca nel profondo: constatare che gli aspetti più umani sono la volontà, il coraggio, il sapersi sovrapporre alla disgrazia, la bontà, il perdono e la speranza, perché in Mariam brilla quell’umanità capace di perdonare, di compatire e ringraziare perché qualcun altro ha compassione dei suoi sentimenti.
Brilla anche, in modo molto naturale, una fede interiorizzata e vissuta fin da piccola che fa sì che la sua visione delle cose sia piena di senso. […] La piccola rifugiata Mariam nel video ricorda che quando viveva a Qaraqosh “avevamo una casa e ci divertivamo, qui no. Ma grazie a Dio, Lui ci ha protetti. Dio ci ama, e non ha permesso che l’ISIS ci uccidesse”.
Mariam non prova rancore né odio per coloro che l’hanno costretta ad abbandonare la propria casa. “Io non farei loro niente, chiedo solo a Dio di perdonarli”. Lei, dice, li ha già perdonati.
Nel ringraziare poi il cronista, Mariam spiazza ancora una volta:“Hai sentito i miei sentimenti. Io ho dei sentimenti e voglio che la gente li conosca, che sappia cosa proviamo noi bambini che viviamo qui”.
Saper ancora ringraziare e sperare in mezzo al dolore. Una lezione che non si dimentica tanto facilmente.
via Aleteia