Время летит – Il tempo vola
Eh sì, cari amici, vrièmja litìt, “il tempo vola”! Sia nel senso che sono ormai trascorsi due mesi dal nostro ultimo “bollettino”, sia nel senso che… è passato più di un anno dal nostro primo arrivo qui a s. Pietroburgo! Qualche amico, dall’Italia, mi ha allora chiesto se riuscivo a fare un primo bilancio. Mah… ben difficile.
Certo sono successe tante cose e la vita non ha mai cessato di sorprenderci: a volte in modo positivo, a volte (apparentemente?) negativo. Credo che stiamo ancora soltanto gettando le basi di un’avventura che non sappiamo come proseguirà e dove ci porterà: del resto, quando si decide di dar retta al Signore e di mettersi a servizio di un Suo progetto, bisogna accettare di non poterne avere il controllo. Qualche nuovo esempio?
Ai primi di Dicembre, al Signore è piaciuto farci una delle sue sorprese: senza dilungarci nei dettagli tecnici, il succo è che fr. Luca è stato improvvisamente “ripescato” e gli è stato assegnato uno dei posti rimanenti per accedere alla richiesta di Permesso di soggiorno triennale… a condizione di presentare tutti i documenti entro Natale! Grazie a Dio, ora alcune pratiche si possono espletare via mail, quindi ce l’abbiamo fatta: un bel colpaccio, perché significa che Luca potrebbe ricevere il Permesso già a fine Marzo. Subito dopo Natale, però, è nuovamente dovuto rientrare in Italia per un mese.
Di contro, per quanto riguarda la chiesa, a fine anno è scaduta la concessione alla ditta che sta eseguendo i restauri: lo Stato (a cui, vi ricordo, l’edificio appartiene) dovrà presto indire una nuova gara d’appalto e quindi, tra una cosa e l’altra, i lavori rimarranno (nuovamente!!) fermi fino ad Aprile… e, nel frattempo, hanno anche lasciato il tetto a metà!
Questa volta, però, desidero condividervi soprattutto le mie esperienze interiori, lasciando ad un prossimo articolo la cronaca di questi ultimi tempi. Ebbene, credo di potervi dire che “stare” è per me la parola più significativa, in questo momento. All’inizio, quando arrivammo qui, feci la triste scoperta che quel poco di russo che avevo studiato in Italia non bastava assolutamente per rendermi utile in Parrocchia… e nemmeno per una buona vita fraterna! Non potevo fare niente, “solo” pregare, studiare, offrire… e dare qualche piccolo aiuto domestico. Poi, dopo l’estate, la situazione era completamente cambiata: a causa dei problemi con i documenti, fr. Luca e io avevamo dovuto per forza decidere di alternarci tra la Russia e l’Italia e allora… Da un lato, fare a meno di lui era stato molto faticoso per me, perché anche se non sempre andiamo d’accordo, sappiamo però sostenerci a vicenda in tante cose; dall’altro lato, però, la sua assenza mi obbligava a darmi da fare, a mettermi in gioco, a prendermi cura della chiesa: con tutti i miei grandi limiti, certo, però finalmente mi sentivo utile! Anzi: quando per alcune settimane siamo stati senza corrente elettrica e pregavamo e celebravamo la Messa al freddo e al buio, mi sentivo finalmente un “vero missionario”, quasi un piccolo eroe. Che sciocco! Poi, ai primi di Novembre, con la chiusura della chiesa per i restauri, eccoci pellegrini presso i fratelli Conventuali: ormai da tre mesi, lo sapete, celebriamo la Messa con la gente solo di Domenica, mentre durante la settimana officiamo nella cappellina di casa nostra, solo noi frati. Questo mi ha fatto ripiombare in una grande inattività e ultimamente, per me, era un gran peso: sembra strano, ma non fare “niente” (sul piano pastorale, intendo) può essere molto faticoso!
Ma la relazione con Gesù, nella preghiera, si mantiene viva e mi sostiene molto. La svolta è stata il 9 Gennaio: nella Messa si è proclamato il Vangelo di Marco sulla “tempesta sedata” e subito ho pensato “ma che carino Gesù: li vede affaticati e va ad aiutarli!”… poi però “voleva oltrepassarli” e mi son detto “ma come?!? Li lascia lì e tira dritto?!?!? Ma che razza di aiuto è questo?!?!?” Poi ho pensato che forse voleva semplicemente attirare la loro attenzione e che proprio questo fosse il vero aiuto: indurli a non tenere lo sguardo basso, fisso sulle loro fatiche… ma ad accorgersi di Lui che passa. Passa e cammina sull’acqua, proprio su quelle acque agitate dal vento! E così Gesù mi ha fatto fare un bel passaggio… e mi sta aprendo il cuore a capire, ancora una volta e sempre di più, che ciò che conta davvero, in particolare in certi momenti, non è tanto il fare, ma l’essere. Soprattutto essere nel posto dove Lui mi vuole: fare la Sua Volontà e godere di questo è la cosa più importante! E se la sua volontà, ora, è che io semplicemente “stia” qui senza fare quasi nulla (se non studiare come un matto!), allora… abbandonarmi a questo con gratitudine è tutto ciò che conta. Senza dimenticare il fatto che far scendere Gesù ogni giorno in un appartamento di Pietroburgo celebrando l’Eucaristia… beh, è già un dono e un miracolo immenso!
Ecco, questa è la situazione: umanamente molto stressante, in certi momenti, e si potrebbe dire che “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, oppure… si può viverla anche come un’ottima occasione per chiedere il dono della fede ed esercitarsi continuamente nell’abbandono all’Amore del Padre.
A presto!
fr. Iuri
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