Una casa dignitosa
Natasha vive con cinque figlie, la madre alcolizzata, senza marito e senza lavoro in una casetta con la maggior parte delle finestre senza vetri (chiuse alla meglio con cartone e nylon per ripararsi dal freddo invernale), senza mobilio (neanche un letto o un tavolo) e senza pavimento, con cumuli di immondizia ovunque.
Quando ci è stata segnalata la situazione e l’abbiamo incontrata la prima volta con Nadia, abbiamo capito che bisognava solo tirarsi su le maniche e cominciare almeno dalla dignità, riportare queste persone a ricordarsi di essere persone. Abbiamo provato a chiedere a qualcuno di aiutarci nell’impresa, ma a causa del forte olezzo e della mole di sporcizia non abbiamo trovato nessuno. Così, secondo i principi del progetto “qua la mano” ci siamo messi vicini a loro e abbiamo iniziato.
Tolto il grosso (era autunno) ci siamo preoccupati di chiudere e isolare le finestre, poi rifare la caldaia e comprare il carbone per superare l’inverno. Abbiamo trovato un tavolo e qualche sedia, un paio di letti e la casetta cominciava ad assumere un’aria già più dignitosa.
Lo stesso ordine ha innescato in Natasha la voglia di prendersi cura della casa così che, con le figlie, hanno deciso di dipingere i muri da sole secondo i loro gusti! Arrivata la primavera, siamo riusciti a trovare un uomo disposto a fare il pavimento perché non vivessero sulla nuda terra. Abbiamo trovato a Natasha alcuni lavoretti così che lei stessa potesse prendersi cura della famiglia. Ora è una gioia incontrare la famiglia che ci accoglie sempre sorridente, soprattutto è una gioia vedere il sorriso rifiorito sul volto delle piccole!