La grande battaglia della piccola Amina

Amina1Amina è una bambina vivace e… molto loquace. Frequentava il nostro progetto del doposcuola rendendo sempre allegra l’intera compagnia. A causa di un’infezione virale pericolosa contratta dalla mamma (trasmessa poi ai figli), aveva dovuto sospendere sia la frequenza a scuola che al nostro doposcuola.
Due mesi fa la mamma si era rivolta a noi per un aiuto per gli esami e le cure necessarie. Andati a prendere lei, il piccolo di pochi mesi e Amina, ci siamo subito accorti con Nadia che qualcosa non era normale nel comportamento e nei movimenti di Amina. Fatti presenti i nostri dubbi ai medici sono stati fatti tutta una serie di esami che hanno portato alla terribile diagnosi di un tumore al cervello ormai non operabile e non curabile. In questi tre anni è la prima volta che ci troviamo in una situazione così tragica e complessa e in un primo momento la fede di molti di noi ha tremato. Ma di fronte al sorriso solare di Amina nessuno poteva cedere indietro di un solo passo.
Per non lasciare nulla di intentato abbiamo subito contattato un primario, che in questi casi più complicati ci aiuta sempre volentieri, di Astana (la capitale del Kazakhstan a 1.400 km circa da Taldykorgan) che ci ha invitati a mandare Amina presso il loro ospedale per ulteriori verifiche e cure. Anche dall’Italia, dove abbiamo mandato i vari esami e TAC, ci hanno confermato la terribile diagnosi. E’ successo tutto così in fretta e bisognava fare tutto il possibile altrettanto in fretta.
Grazie alla prontezza dell’Ufficio Missionario ci sono stati subito mandati i soldi necessari per tutta l’organizzazione. Così Amina è volata (la sua prima volta sull’aereo e, nonostante i dolori, è riuscita ad affrontare tutto quasi come un gioco facendo divertire mamma e Nadia!) con la mamma ad Astana (lasciando a casa altri due figli e soprattutto il piccolo di appena 6 mesi) dove un gruppo di amici cattolici si sono subito messi all’opera per accoglierle e accompagnarle in tutto ciò che era necessario durante il tempo del soggiorno. Dopo un mese e mezzo, fatto tutto il possibile, è stata ricoverata ad Almaty (a 300 km da Taldykorgan) dove altri amici cattolici si sono presi cura di mamma e Amina per ancora un altro mese e mezzo.
I medici non riescono a spiegarsi la cosa ma Amina è ancora viva e oggi è tornata a Taldykorgan, a casa. Ma nessun medico si esprime sul futuro di Amina. Insieme a tutti quelli che stanno pregando per lei qui in Kazakhstan, e ora speriamo anche voi dall’Italia, non smettiamo di chiedere al Signore la grazia della sua guarigione. Quello che ha sostenuto tutti noi, e soprattutto la mamma, in tutto questo tempo, è l’intramontabile sorriso di Amina reso meno luminoso solo quando i dolori alla testa erano troppo forti o dopo la chemioterapia.
Qualche volta ci si chiede il perchè di tali avvenimenti dolorosi ma l’Amore che questa vicenda è riuscita a mettere in moto (quanti si sono addirittura riavvicinati a Dio stando vicina alla piccola Amina), anche se forse non danno spiegazioni esaustive, danno sicuramente un nuovo senso alla Vita.
Che Dio benedica te cara Amina e ci conceda di godere ancora per molto tempo del tuo sorriso e benedica tutti quelli che ti stanno sostenendo con le loro preghiere e con il loro aiuto economico.