Gli operai di Dio
Prendendoci cura delle famiglie che il Signore ci ha fatto incontrare ci siamo accorti di un’altra esigenza: a causa della bassa scolarizzazione dei genitori, i figli, rischiano di fare la stessa fine dei genitori. Bisogna aiutarli a fare i compiti e studiare e relazionarsi con gli insegnanti perché non li escludano dai programmi a causa della loro lentezza e difficoltà nello studio.
Una nostra parrocchiana, Svieta, da tempo chiedeva di poter lavorare con il progetto “Qua la mano” e questa era l’occasione per coinvolgerla: insegnante per il “doposcuola”. E dove?
Finalmente un utilizzo adeguato per la casetta parrocchiale ancora non completamente in funzione. Ma ha bisogno di riparazioni.
Un parrocchiano di un villaggio dove io mi reco mensilmente per servire una piccolissima comunità di cattolici, come la maggior parte degli abitanti di quel villaggio (soprattutto d’inverno) ha bisogno di lavoro e di cure. Lo invito a venire a Taldykorgan per entrambi i motivi. E così Iura inizia a lavorare con Tolik (un ex alcolista che lavora per il convento mentre sono da solo, rimasto senza lavoro durante l’inverno con moglie e figli). Iura lavora e intanto iniziamo le pratiche per il ricovero in ospedale ad Almaty, collaborando con il MASP, e dopo due settimane si può finalmente sottoporre all’operazione che da tre anni aspetta e che gli ha dato (mentre scrivo) finalmente sollievo e salute!
Negli stessi giorni, al convento bussa un barbone, intirizzito, sporco e quant’altro e supplica un aiuto. Dopo una tazza di te caldo (per fermare il tremore che lo aveva preso dopo la notte all’aperto a -20) e qualche biscotto iniziamo a parlare. Si chiama Kolia e ha perso tutto (compreso moglie e figli) come al solito….a causa dell’alcool. Intuisco che deve esserci un fondo di bontà e gli propongo di spalare la neve intorno alla chiesa per una somma giornaliera che gli dia la possibilità di andare a dormire in una camera della stazione e comprare qualcosa da mangiare. Alla sera chiede di dargli solo i soldi necessari per la camera e conservagli gli altri per non avere tentazioni di comprare da bere. Dopo un paio di giorni era chiaro che si poteva unire alla compagnia per le riparazioni della casetta. E così è stato. Ma bisognava toglierlo dal dormitorio dove, la maggior parte di quelli che alloggiano, visto il prezzo molto basso, sono dediti all’alcool: una tentazione troppo forte per lui. Con Nadia abbiamo trovato una camera ad un prezzo accessibile alle sue tasche presso una famiglia della città.
Difficile immaginare che una tale compagnia possa lavorare insieme, insieme pregare e…stare allegri. Eppure, soprattutto a pranzo, si respira un’aria così gioviale e di amicizia. Si parla volentieri di sé. Ci si confida le preoccupazioni per il futuro, ci si sostiene ricordandoci a vicenda che il Signore è con noi e che come ci ha aiutato fin qui, se continueremo a fidarci di Lui, ancora continuerà a prendersi cura di noi.
I lavori di riparazioni sono alla fine. Kolia si prepara ad iscriversi ad un corso di saldatore, categoria molto richiesta un po’ in tutto il Kazakhstan e finalmente iniziare un lavoro vero. Tolik presto tornerà nell’officina da cui è provenuto. Iura, finalmente in salute, e con l’avvicinarsi della bella stagione, presto potrà cominciare a lavorare in un’impresa edile vicino al suo villaggio.
Io, Nadia e Svieta continueremo a prenderci cura delle famiglie e dei loro figli ma con lo sguardo rivolto al futuro prossimo che sembra già prospettare nuove avventure…
fr Luca