Viaggio di nozze in missione … perché vivere è rendere Grazie!
Luca e Valentina, sposi a dicembre 2014, hanno frequentato il corso G&M, e da pochi giorni si trovano in Kosovo, presso la casa della Caritas Umbria, per …. il loro viaggio di nozze!
Ecco le loro impressioni a poche ore dalla partenza.
Ci siamo, fra qualche giorno parto per una missione in Kosovo. La compagnia aerea permette un bagaglio di massimo 20 kg… poco male, voglio portare solo me stesso (..qualcuno conoscendo la mia stazza avrebbe da ridire..) e lasciare a casa le mie maschere, le mie convinzioni, i miei pregiudizi e facili giudizi e gli stereotipi, insomma le mie miserie. Sarà per questo che sono insolitamente teso e quasi impaurito; si perché di solito nelle varie situazioni porto l’organizzatore pronto ad ogni evenienza, ma questa volta è diverso; questa volta non mi sento all’altezza di quello che rappresenterò anche se mi consola la presenza di Dio al mio fianco. A pensarci bene qualcosina l’ho già sbagliata ancora prima di partire; infatti non credo che aver avvisato la Farnesina del viaggio e di aver preparato un foglio con tutti i numeri utili esprima appieno il concetto di affidarsi ma credo che Dio mi perdonerà questa piccola mancanza, in fondo sono un “novello missionario” senza voler peccare di superbia. Tempo fa ho deciso, assieme a quella che oggi è mia moglie Valentina, di iniziare il cammino del matrimonio con un atto d’amore; Dio mi da dato molto ed è giusto che anch’io doni agl’altri. Anche se l’ideale di partenza, che mi ha spinto a scegliere una missione come viaggio di nozze, è di un buon cristiano, quello ad essere profondamente sbagliato era il modo in cui mi immaginavo di farlo. In quella valigia avrei infatti messo il mio ego, la classica arroganza dell’ ingegnere pronto a calcolare tutto per ogni evenienza, quello che li avrebbe migliorati e organizzati, quello che avrebbe aiutato il missionario… Grazie a Padre Alfio, che mi ha caldamente invitato a partecipare al corso GM1 e a tutti i frati che ci hanno accompagnato amorevolmente durante il corso, ho capito che errore avrei commesso. Il corso mi ha mostrato il vero punto di vista sulla missione… quello della logica del Vangelo, sicuramente più impegnativa e scomoda ma l’unica che veramente ti mette in gioco concretamente e che mi permetterà di guardare con il cuore. Sono convinto che riceverò molto più di quanto riuscirò ad offrire e mi auguro di tornare un cristiano migliore di quello che parte. Grazie a tutti voi cari frati.
Luca
Prima di sposarmi non avevo un’idea chiara di quello che fosse il mio rapporto con Dio…e sicuramente ancora adesso c’è molta strada da percorrere. Nella mia infanzia mi ha accompagnato la presenza di Dio nei sacramenti ma se ripercorro quelle tappe e in generale le tappe della mia infanzia e adolescenza non ricordo di aver messo Dio al centro. Non ho mai frequentato l’ambiente parrocchiale, non sapevo cosa fosse il Grest e non ho fatto le esperienze che, molte persone che ho incontrato hanno avuto modo di fare in parrocchia.
Ad un certo punto della mia vita e in particolare in occasione del corso fidanzati SOG è come se si fosse accesa una luce, come se tutto quello che fino al quel momento consideravo importante fosse in realtà marginale. Ho compreso che il passo che stavo facendo, il Matrimonio, non era una semplice festa da organizzare nei minimi particolari, senza tralasciare nulla e stando attenta a scegliere il posto giusto, il menù giusto e il vestito giusto, ma una scelta di vita. Sposandomi avrei detto sì alla Vita e all’Amore che mi è stato donato, avrei detto Sì alla persona che mi è stata messa accanto da Colui che mia ha voluto da sempre…
E’ qui che ho scoperto insieme al mio fidanzato e ora marito, l’importanza di vivere la vita rendendo grazie di tutto quello che mi viene donato, avendo Fede che, Chi mi ha voluto non mi lascerà mai sola e mi accompagnerà sempre, anche quando mi dimentico di Lui, quando sono presa dallo sconforto o arrabbiata perché le cose non vanno come voglio…sì perché la difficoltà più grande è accettare di non avere il controllo su tutto. Quanto è difficile…quanto è difficile lasciare spazio alla Fede in Lui, accettare che quello che accade a me o intorno a me ha un senso anche se io non lo comprendo, quanto è difficile accogliere le idee, la diversità di chi mi circonda, quanto è difficile accettare di sbagliare…
La mia idea di missione prima del GM era “vado in missione per aiutare gli altri, per sentirmi utile per qualcuno, per insegnare qualcosa…” ora invece so di andare in missione per imparare a vivere come Cristo ci ha insegnato.
Sono 3 le parole che vorrei mi accompagnassero in questa esperienza: Servizio, Accoglienza, Fede.
Servizio perché so quanto per me sarà difficile imparare a fare un passo indietro, a non imporre il mio modo di essere, di gestire, organizzare e controllare tutto. Vorrei imparare ad essere una “serva inutile” a mettere davanti a me e alle mie esigenze i miei fratelli, come Gesù ci ha insegnato.
Accoglienza perché accogliere qualcuno significa accettare chi hai di fronte in ogni suo aspetto, col sorriso senza giudicare il suo modo di essere e di fare, ponendosi alla pari perché siamo tutti fratelli in ugual modo.
Fede perché sento che questa esperienza potrà arricchire la mia Fede verso Colui che è Vita. Spesso nel mio rapporto con Dio ho la sensazione di non essere “sintonizzata”, di non pregare nel modo e nei tempi giusti, di non fare abbastanza. Coltivare la Fede è come coltivare una pianta, bisogna prendersene cura e ognuno lo fa a suo modo; sono consapevole che non esiste un modo giusto e un modo sbagliato ma sento la necessità di cercare la Pace dentro di me per poterla poi donare agli altri e viverla con chi mi circonda e spero che la missione possa darmi la grazia di trovare e accettare la mia strada di Fede.
Sono certa che l’esperienza che mi aspetta non sarà semplice e ancora più difficile sarà portare nella mia quotidianità, nella vita di coppia, nel lavoro ciò che questa esperienza mi insegnerà. Non voglio partire con delle aspettative, ma immagino che questa esperienza saprà arricchire, il mio rapporto con Dio e con la persona che Lui ha voluto mettermi accanto.
A 15 giorni dalla partenza non posso fare altro che pregare il Signore affinché mi dia la forza di accogliere e vivere questa esperienza missionaria semplicemente come un dono: sono certa di Lui saprà come guidarmi.
Valentina