Marianna: “Fare del rientro una nuova partenza!”

Quando sono partita per l’Africa avevo con me due valigie da 23 Kg e un bagaglio a mano; cinque settimane dopo quando ho fatto ritorno in Italia le valigie si erano alleggerite mentre il bagaglio a mano era cresciuto.
Prima di partire due donne favolose (Adriana e Paola) ci avevano suggerito l’indispensabile per un bagaglio perfetto: una tenda di accoglienza, un buon sacco di disponibilità, una borraccia piena di allegria, pane da condividere, una lampada di speranza, sapone di umiltà, un pronto soccorso completo di consigli e ammonimenti, un poncho per ripararsi dalla superficialità del mondo (molto utile), vestiti per tener caldo ogni cuore, una lunga corda di amicizia e, per non perdersi durante il lungo viaggio, il Vangelo come carta topografica, la Croce come bussola e il Cristo come sentiero. Queste sono le poche cose che sono sopravvissute al viaggio e ho pensato bene di riportarmi indietro; anzi forse alcune di queste le ho proprio prese dall’Africa…scelta saggia, perché la vera missione mi aspettava qui in Italia!!!
La più grande gioia una volta ritornata è stato prendere coscienza che il percorso missionario con i miei compagni sarebbe continuato nella nuova esperienza del GM2 (Giovani e Missione 2). Io non aspettavo altro: continuare il viaggio! Fare del rientro una nuova partenza! Così di una cosa siamo stati subito messi al corrente: il viaggio missionario non era il fine ultimo del percorso affrontato…Ah no?! E cosa ci aspettava ancora?! Fremevo dalla curiosità!
Altri tre week end: Febbraio, Marzo e Maggio.
A Febbraio, quando ci siamo rivisti tutti per la prima volta, ognuno di noi portava con se un’esperienza di missione diversa ma ugualmente significativa che non vedeva l’ora di condividere. Fare memoria è stato il primo passo verso la nuova meta: essere missionari nel mondo e per il mondo. Dal secondo ritiro le idee si sono fatte più chiare: la prima formazione missionaria ci aveva preparati alla missione estera e la missione ci avrebbe preparato alla più grande missione che è la nostra vita e vocazione.
Il secondo passo è stato riconoscerci cittadini del mondo…un mondo che va conosciuto per essere vissuto! Abbiamo così indagato i meccanismi del mondo in cui viviamo in tutti i suoi aspetti: sociale, ambientale e economico, giudicando da cristiani il buono e il meno buono che c’è e cercando quel filo rosso che collega la nostra vita con quella di tutto il Creato e ci rende compartecipi della Creazione.
Dal particolare, una piccola esperienza personale di missione, abbiamo allargato la vista al generale, un generale talmente vasto che quasi spaventava e faceva sorgere molte domande: come posso portare testimonianza nel mondo? qual è il mio ruolo? da dove posso iniziare? Nel terzo incontro siamo stati aiutati a rispondere a queste domande. Come?! Riconoscendo l’azione dello Spirito Santo, i suoi doni e quindi le nostre attitudini, ma è anche grazie a forti testimonianze di vita missionaria che siamo riusciti a calarci nell’idea di una vita offerta ed a innamorarci di una vita così vissuta. Piano piano (malembe malembe in lingala!) abbiamo preso confidenza con questa macro-visione del mondo e abbiamo abbandonato lo zoom sulla nostra vita, ma per questo eravamo reduci da un buon allenamento! Sicuramente terremo strette la nostra cartina e la bussola per non perdere il sentiero da seguire!
Vi lascio una citazione di Dietrich Bonhoeffer che perfettamente riassume questa avventura: “Chi cerca di sfuggire alla terra non trova Dio, trova solo un altro mondo, il suo mondo, più buono, più bello, più tranquillo, un mondo ai margini, ma non il Regno di Dio, che comincia in questo mondo.”
La cosa più bella?
Veder crescere qualcosa di nuovo da costruire insieme!

Marianna