Lettera di Agosto

Rieccoci dopo questa piccola pausa estiva che ci ha visti di fronte a vari avvenimenti soprattutto politici che hanno scosso un po’ il paese. Adesso sembra che tutto sia più o meno tornato alla normalità. Anche i nostri ragazzi dopo le fatiche scolastiche per la maggior parte di loro vivono un periodo di riposo che ci permette di riorganizzarci e rilanciare il nuovo anno di attività qui nel centro.
Il nostro centro diventa sempre di più “polivalente”, visto che da quest’anno accoglie anche il noviziato della nostra entità ed è anche questa una cosa interessante. Formarsi al chiuso non aiuta certo ad affrontare le sfide della vita, soprattutto per chi si consacra al servizio del Signore e dei fratelli e allora per i nostri novizi questa formazione “inserita” in un contesto di giovani cosiddetti “ di strada” diventa un modo per stare con il Signore senza perdere di vista il grido dei poveri.
Dalla parte dei ragazzi diventa anche un modo per interrogarsi sul senso della vita: hanno conosciuto i nostri postulanti ed ora li vedono vestiti da frati: qualcuno comincia ad avere il desiderio di seguirli in questa scelta: certo, bisogna vedere le motivazioni, fare un percorso che è comunque personale, scendere in profondità… ma è già un elemento nuovo perché i nostri ragazzi possano lasciarsi evangelizzare: senza dire niente.
In effetti tante volte mi rendo conto che quando parliamo del Signore alla gente, anche durante le omelie in parrocchia, rischiamo di dire tante cose dando delle risposte già confezionate a delle domande che nessuno ha posto e che per questo non incidono nella vita della gente. Ma quando è la stessa gente, spinta dalla nostra vita, a porre delle domande, a chiederci il perché delle nostre scelte, ecco allora che la risposta – che è annuncio del Vangelo – diventa incisiva perché risposta a una domanda concreta di qualcuno.
E allora andiamo avanti con questa nostra vita, una vita che se vissuta in modo serio, autentico, fino in fondo, ha ancora qualcosa da dire e che rivela, dalle domande o dalle semplici curiosità, un desiderio di Dio che è sempre presente nel cuore dell’uomo. Basta solo farlo venire alla luce, trovare il modo di provocarlo.
Oggi durante la Messa la liturgia ci metteva davanti la pagina del Vangelo in cui Gesù moltiplica i pani. E Gesù stesso dice alla gente che “lo hanno seguito solo perché hanno mangiato e si sono saziati”. E non è un rimprovero. È una verità: noi seguiamo Gesù perché mangiamo e ci saziamo della sua Parola e del suo Corpo. Pensiamo a quanta Parola riceviamo ogni giorni e a quante Messe partecipiamo. È la sua presenza in noi che ci permette di seguirlo, che ci dà il desiderio di seguirlo.
E se questo diventa un modo per dare a questa nuova generazione un po’ di desiderio di cielo, verrebbe anche la voglia di abbondare.
Certo l’annuncio attraverso la testimonianza è una cosa bella, ma quanta responsabilità: ci inchioda perché la gente (o i ragazzi) non guarda solo il bell’abito o i momenti di preghiera che facciamo: soprattutto i ragazzi sono molto attenti alle nostre infedeltà. Sanno che la nostra vocazione esige un livello molto alto e per questo facilmente colgono le nostre mediocrità.
Ma questo ancora una volta chiede impegno e serietà. A volte nascondiamo, copriamo, perdoniamo (?) con giustificazioni falsamente religiose e moralistiche (“aver cura del fratello…”) ora che (papa Francesco insegna) ci vuole il coraggio di strappare per rifare, demolire per ricostruire, resettare per reinstallare, senza compromessi che come al solito non serviranno a nessuno.

fra Adolfo