10 anni fa, in Congo, Fra Angelo compiva la sua Pasqua, ecco un ricordo di Fra Adolfo.
10 anni sono passati da quel tragico 12 settembre 2005. Padre Angelo ha percorso il cammino che lo ha portato fino al cielo. Noi frati e ospiti del centro a lui dedicato abbiamo voluto commemorare questo giorno in modo solenne per non dimenticare, perché altri sappiano e perché vogliamo restare in comunione con lui.
Le sorelle Clarisse di Djiri ci hanno accompagnato con la loro preghiera fin dalla sera prima, organizzando una veglia che si è protratta per tutto il giorno seguente.
In casa noi abbiamo celebrato una Santa Messa, presieduta da S.E. il Nunzio in Congo Brazzaville e concelebrata da vari frati della Fondazione. La cappellina del centro era piena e abbiamo dovuto sistemare alcune persone all’esterno per dare anche a loro la possibilità di pregare con noi.
Il Nunzio durante la sua omelia ha fatto memoria dell’incidente ma anche della storia della fondazione che conta in cielo già tre missionari che, in modo diverso, hanno dato la vita per questa realtà francescana in Congo.
Prima della benedizione finale uno dei frati presenti al momento della morte di padre Angelo ha raccontato la sua testimonianza personale permettendo, a chi non conosceva ancora i fatti, di poterli rivivere con commozione e riconoscenza.
Alla fine della celebrazione tutti insieme ci siamo resi processionalmente al memoriale che i ragazzi del centro hanno voluto realizzare per l’occasione: si tratta di una grande croce verde in ferro piantata nel giardino del centro, con una scritta che ne ricorda i 10 anni. S.E. ha benedetto il memoriale e invitato alla preghiera quotidiana davanti a questo simbolo di una vita donata.
In seguito, ci siamo resi ancora nella cappellina, è stata l’occasione per il Nunzio di dare la sua benedizione alla nostra cappellina dedicata al Nome di Gesù.
Infine il centro ha offerto un pranzo semplice a tutti coloro che hanno partecipato a questo momento e delle immaginette ricordo.
La scritta al retro recita questa frase di S. Paolo: “se noi abbiamo sperato in Cristo unicamente per questa vita terrena, allora siamo i più miserabili di tutti gli uomini” (1Cor 15,19).
Durante la sua omelia il Nunzio ha detto che noi abbiamo adesso un “Angelo” tutto per noi in cielo. È a questo Angelo dunque che noi vogliamo chiedere di vegliare su ogni ragazzo che viene qui a cercare rifugio e speranza, ma anche su ogni frate della fondazione, affinché ciascuno di noi ricerchi sempre e solo la volontà del Signore.
Angelo Redaelli nasce a Tradate il 19 maggio 1965. Cresce e vive a Turate dove frequenta l’oratorio: il cammino di catechesi iniziato da bambino prosegue nell’adolescenza e nella giovinezza nel Gruppo Giovanile Ecclesiale. Terminati gli studi secondari si iscrive al Politecnico di Milano alla facoltà di Ingegneria. È in questi anni che matura la scelta vocazionale: sarà frate, sulle orme di Gesù e di Francesco. Nel 1992 la professione religiosa definitiva, nel 1995, dopo gli studi di Teologia, viene ordinato sacerdote.
La vita di frate e di prete prosegue con incarichi diversi all’interno dell’ordine dei Frati minori: prima cappellano presso l’ospedale di Brescia, poi la nomina a guardiano del Convento di S. Antonio a Milano e infine nel 2003 la scelta di andare in missione e la partenza nel mese di settembre per il Congo. La sua attività missionaria si divideva fra la capitale Brazzaville e la città di Makoua e i villaggi del nord del paese.
Evangelizzazione e promozione umana: erano questi i pilastri dell’azione di padre Angelo. Si occupava di un centro per l’aiuto ai bambini orfani e ai bambini di strada; un centro di formazione per le famiglie.
Tutto ciò si è interrotto lunedì 12 settembre 2005. Quella mattina la jeep, dove si trovava padre Angelo con altri frati e suore, ha investito accidentalmente una bambina di 3 anni, comparsa improvvisamente sulla strada. Fra Angelo è sceso dall’auto per soccorrerla ma pochi istanti dopo la furia degli abitanti del villaggio lo ha colpito e ucciso. Anche la bambina è morta per le ferite riportate nell’incidente.
Fra Angelo aveva compiuto da pochi mesi 40 anni: semplicità, generosità, vitalità, profondità d’animo erano tratti caratteristici di una persona che aveva fatto nella sua vita scelte radicali e cercava il modo migliore di vivere autenticamente lo spirito di Francesco e il Vangelo di Gesù. Amore di Dio e amore del prossimo non erano vuote parole ma uno stile di vita. (fonte www.assisiofm.it)