News dalle clarisse del Rwanda dal Monastero di Musambira

Le nostre sorelle clarisse del Rwanda ci hanno inviato la cronaca della Istituzione ufficiale del ‘Monastero S. Francesco di Assisi in Musambira’. Questa istituzione ufficiale è indicata nel Codice di Diritto Canonico e dalla Liturgia con il nome di ‘Erezione Canonica di un Monastero’ e rappresenta un momento di grande importanza sia per le Suore che lì vivono, sia per la Chiesa locale che lì le ha chiamate. E’ l’inizio di un perenne ringraziamento al Signore sia da parte di tutta la Chiesa Rwandese, sia da parte del Monastero: ringraziamento e intercessione che proseguirà nel tempo. La Costituzione Ufficiale di un Monastero ad opera della Santa Sede avviene dopo  diversi anni di vita concreta vissuta già da quel determinato Monastero che passa così dai lunghi anni, per così dire, di ‘noviziato’ al riconoscimento ufficiale della stabilità del Monastero e delle Clarisse che ci vivono e che ci vivranno nel futuro. Infatti l’erezione canonica riguarda anche la stabilità futura del Monastero. Il Monastero di Musambira, con la sua vita interna, può durare anche secoli, come avviene spesso per gli altri monasteri, ed essere all’origine della santificazione delle suore che lì vivono e vivranno durante i secoli, e all’origine della santità per la Chiesa universale e la Chiesa locale. E’ un riconoscimento che fa onore ed è un impegno davanti a tutta la chiesa.
Da parte nostra,  partecipiamo con gioia assieme a voi cari Benefattori e nostri Lettori, a questo momento felice ed eleviamo i nostri e vostri voti al Signore. Mentre facciamo gli auguri più sinceri ‘Ad multos annos’ alle suore, vi inviamo stralci della cronaca che una delle Suore di Kamonyi, presente a Musambira ci ha inviato sulla commovente celebrazione avvenuta il giorno 8 dicembre 2019.
“Innanzi tutto vi ringraziamo per le vostre attenzioni e preghiere dei tanti benefattori che ci hanno accompagnato. Infatti hanno portato tanto frutto, tutto è riuscito bene, ben organizzato da lasciare tutti i presenti a proprio agio. Specialmente le sorelle della comunità, erano proprio tranquille e piene di gioia, con una preparazione programmata da lungo tempo, sia nel piano spirituale che pratico, senza ostacoli oppure agitazioni. Una cerimonia che è durata dalle ore 10 alle 17 pomeriggio compreso il modesto rinfresco e l’accoglienza di tutti gli invitati.

Alla cerimonia liturgica erano presenti 3 vescovi compreso il vescovo di Burkina Faso, Diocesi dove sono state accolte le nostre sorelle, poi c’erano più di 40 preti, tutte le rappresentanze delle Congregazioni Religiose in Rwanda, c’ erano anche rappresentanze civili, tantissima gente di ogni categoria.

La Chiesa del Monastero non poteva contenere tutti, una grande parte erano fuori nella cour (piazzetta antistante) ma i microfoni trasmettevano fino a lontano, per fortuna non c’era la pioggia e tutti erano tranquilli.

Noi da Kamonyi siamo andate in 3, la Mère Letizia Mukampabuka (abbadessa di Kamonyi), Sr Ch. Giuseppina (Fondatrice) e Sr M. Tereza (una consigliera di Kamonye); inoltre Sr Giovanna Necchi, Sr Ch. Myriam e Sr Ch. Damiana (venute appositamente dall’Italia, da Assisi); c’era anche Sr. Maria Assunta di Gerusalemme venuta per l’occasione (perché prima di partire per Gerusalemme era un membro della comunità di Musambira).

Le sorelle di Musambira erano 18, quindi in tutto eravamo 25 clarisse.

Per dare un’impronta più visibile all’Incardinazione il programma prevedeva di partire  in processione dal Coro (Chiesa del Monastero) e uscire dietro il Monastero attraversando una parte del grande giardino. E poi uscire davanti al Monastero dove ci attendevano i vescovi, preti, religiosi e tanta gente. Dopo una processione prolungata siamo entrate nella Chiesa esterna e mentre gli altri ci circondavano di canti di lode per il Signore e l’affetto che manifestavano alle Sorelle. Infine siamo entrate in Coro. Subito è cominciata la Cerimonia Liturgica della Santa Messa con tutte le procedure della professione temporanea di due Sorelle. Dopo aver completato la prima parte sono cominciate le procedure dell’Erezione Canonica, mentre lo speaker commentava tutti i passaggi del Protocollo, è stata letta la parte Storica della Fondazione di Kamonyi con tutte le sue fondazioni: appunto Musambira, Burkina Faso, Biumba. La lettura della parte storica è stata fatta dal Vicario Generale della Diocesi; hanno fatto seguito altre esposizioni e discorsi, infine il Vescovo ha letto il Decreto dell’Erezione Canonica in forma solenne e pronunciando i nomi delle singole sorelle incardinate nel Monastero. Ognuna ha risposto con il suo Amen!

Poi c’è stato la benedizione di ogni parte del Monastero con la processione delle sorelle cantando le litanie dei santi, mentre tutti gli altri attendevano nella Chiesa esterna con la Corale che cantava con grande gioia; poi c’è stata la presentazione di tutti concelebranti e religiosi che erano presenti, discorsi di saluto e ringraziamento, e la grande benedizione. Infine siamo passati nella sala di accoglienza dove ci attendevano  i tre vescovi, i Preti, i Religiosi e qualche famiglia. Infine sono tutti partiti e noi siamo andate a cenare nel nostro refettorio: stanche ma piene di gioia; dopo questo abbiamo cantato i vespri solennemente e poi noi siamo partite per Kamonyi.

A Kamonyi la comunità ci attendeva con gioia per condividere insieme l’avvenimento. Alla lode di Dio!!!!!!! “

Le Sorelle Clarisse del Rwanda (Kamonyi)

Il nostro segretariato Missioni ad Gentes da anni è impegnato nel sostegno delle nostre sorelle clarisse per aiutarle sia nella formazione spirituale che nelle altre necessità a volte molto pratiche, questo è sempre stato possibile grazie ai tanti benefattori che si sono interessati in questi anni e hanno sostenuto i nostri progetti.

Il prossimo 27 febbraio 2020 fra Marco Freddi, segretario delle Missioni ad Gentes dei frati dell’Umbria, si recherà in Rwanda per alcuni corsi di formazione presso i monasteri delle clarisse e potrà  verificare sul  luogo i bisogni delle sorelle clarisse e sostenerle grazie alla generosità dei benefattori.

Chi sente il desiderio di aiutare e sostenere le nostre Sorelle Clarisse del Rwanda può farlo facendo riferimento al nostro segretariato (missioni.assisiofm@gmail.com)  oppure con una donazione

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Figlie di santa Chiara in Rwanda

Dal 27 giugno all’ 11 luglio mi sono recato in Rwanda per conoscere e vedere le necessità delle nostre sorelle clarisse rwandesi.
Una realtà molto bella e varia, nata 38 anni fa con le prime sorelle inviate dal Protomonastero di santa Chiara di Assisi per “fare vivere” il carisma clariano in Rwanda come richiesto dal vescovo del tempo.
Mi raccontava madre Giuseppina che la costruzione del primo monastero è stata possibile grazie a una benefattrice italiana che generosamente ha pensato, dopo tanta carità fatta per “opere sociali”, di sostenere la presenza della Chiesa e della vita contemplativa in “terra di missione”, e così ha pensato alle clarisse che da poco erano arrivate in Rwanda e non avevano ancora un monastero, ma solo una piccola casa.
Così, grazie a gente generosa, è stato costruito il monastero di Kamonyi, un monastero bello e pensato per potere ospitare al massimo 20 monache, ma che il Signore ha così benedetto al punto da dovere costruire un altro piano per potere ospitare le monache che il Signore chiamava, attualmente a Kamonyi sono presenti 38 monache, e da qual monasteto sono nate altre due presenze, in Rwanda, Musambira con 18 monache e Nyinawimana con solamente 6 monache, quest’ultimo ancora in costruzione, nella attesa che il buon Dio provveda, attraverso la Sua provvidenza, per costruire la chiesa, dove sarà possibile incontrare la popolazione locale, e il monastero, per consentire alle clarisse di vivere e potere accogliere le nuove vocazioni che già bussano al convento.
Oltre al Rwanda, le clarisse di Kamonyi hanno fondato un monastero in Burkina Faso, e sono in aiuto a numerosi conventi in Italia e a Gerusalemme.
Santa Chiara nella sua regola chiede alle monache, oltre alla preghiera, che si impegnino “applicandosi a lavori decorosi e di comune utilità, con fedeltà e devozione”. I bisogni sono tanti, il paese è povero e le persone che bussano al monastero per chiedere diversi tipi di aiuto sono tante, tutte vengono sempre accolte ed aiutate secondo la possibilità.
Una cosa che mi ha colpito è la creatività delle monache per potere sostenersi, con diversi lavori, dal cucito, all’agricoltura, dalla produzione del miele, del burro, alla vendita delle uova e del latte (ogni monastero ha almeno due mucche e diverse galline), oppure facendo il pane o i “bignè” che comprano le persone per colazione, le candele… ecc…
Tutti lavori che permettono alle monache di sopravvivere, ma che nn consentono di sostenere le spese “straordinarie” come la riparazione del tetto del monastero di Musambira e nella costruzione del monastero di Nyinawimana, ultimo dei tre monasteri Rwandesi, .
Come segratariato delle missioni ad Gentes dei frati minori di Umbria e Sardegna ci siamo impegnati, vedendo le necessità e il bene che la presenza delle clarisse è per la popolazione del Rwanda, ferita ancora delle conseguenze del tremendo genocidio avvenuto oramai 25 anni fa, di sostenerle in quei “lavori straordinari” di cui hanno necessità.
Santa Chiara, sempre nella regola, chiede alle clarisse di pregare per i benefattori, e mi ha molto colpito che consegnando loro qualche offerta o regalo, che mi era stata consegnato, dopo avere ringraziato, mi hanno chiesto subito il nome del benefattore per ricordarlo e benedirlo.

Per chi sente di potere sostenere queste sorelle può rivolgersi al nostro segretariato, attualmente ci siamo impegnati solamente in alcuni progetti, nella misura in cui, al momento pensiamo di potere sostenere, appena realizzati questi potremo impegnarci anche per altri.

Il Signore vi benedica e vi ricompensi
Fra Marco Freddi

Progetti Clarisse RWANDA
• Progetto “clarisse Nyanawimana” [codice RW-02]
• Progetto “Candele Clarisse Nyianawimana” [codice RW-03]
• Progetto ristrutturazione monastero di Musambira [codice RW-04]

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Assisi – Rwanda andata e ritorno

 

Da 38 anni le nostre sorelle clarisse del protomonastero di santa Chiara in Assisi hanno aperto una presenza in Rwanda, che come ci dice Madre Giuseppina, nella testimonianza che segue ha portato tanto frutto… frutti nati anche attraverso le tante fatiche una fra le più grandi quella del genocidio del 1994.

Mercoledì 26 giugno madre Giuseppina dopo un tempo di riposo e controlli medici in Italia, ritornerà in Rwanda insieme a fra Marco Freddi, segretario delle Missioni Estere dei frati minori di Umbria e Sardegna, come segno di vicinanza e per verificare la necessità delle nostre sorelle, vi chiediamo di accompagnare il nostro viaggio con la preghiera, e con l’affetto per rendere grazie a Dio per il bene che grazie a tanti benefattori è stato possibile fare a tante persone

 

Testimonianza di Madre Giuseppina

Sono suor Giuseppina Garbugli che vuole dirvi con tanta gioia quanto Gesù ci ama e se crediamo in Lui ci mostra quale potenza ha il Suo Cuore divino infiammato d’Amore Divino che trabocca nelle nostre anime assetate di Lui.

Io sono una sorella clarissa del Protomonastero di Santa Chiara di Assisi e nel 1981 mi è stato chiesto dalla comunità del Protomonastero di aderire ad un progetto di fondazione clariana in un paese africano chiamato Rwanda, la fondazione delle suore clarisse era stata chiesta da un vescovo molto fervente che ci diceva che voleva arricchire la sua diocesi con la presenzaa della vita monastica di una comunità contemplativa, e lui era convinto che le clarisse figlie di santa Chiara di Assisi avrebbero potuto irradiare questa contemplazione nella sua diocesi e portare la vera “luce di Dio nel cuore dei suoi fedeli Rwandesi”, il suo motto era “ non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Infatti, si ha la tendenza a credere che l’Africa abbia bisogno solo di cose materiali, perché in genere si vede tanta povertà. Però non sono le cose materiali che rendono felici, ma solo la conoscenza di Dio, nostro Creatore e Salvatore, presenza viva in mezzo a noi. Egli si rivela a chi lo cerca , a chi lo prega , a chi l’accoglie lo ascolta e lo segue.
Naturalmente noi abbiamo tante cose che ci rivelano la presenza di Dio, specialmente la creazione , ma ci vuole soprattutto la fede , ben curata e praticata nel culto divino, ma p molto utile e vera la presenza della vita consacrata , cioè le creature che fanno della loro vita un “dono”a Dio, scegliendo di vivere solo per Lui e sempre con Lui nella lode e nell’adorazione , contemplando il Suo volto e irradiando la Sua presenza.
Questa dovrebbe essere la vita di una comunità contemplativa anche nel suore dell’Africa.

Io che vivevo tranquillamente al Protomonastero ed ero inesperta dell’Africa, naturalmente avevo molto timore di aderire a questa chiamata, ma avevo timore anche di rifiutare. Quindi mi sono messa in preghiera e soprattutto in uno stato di abbandono filiale alla Sua Trinità e così sono partita senza ben capire che cosa avrei fatto. Mi ritornava alla memoria “se tu credi in Me vedrai la potenza del Mio Cuore”, infatti il Signore non ha tardato a coprirmi di benedizioni che rendevano leggere le inevitabili pene e difficoltà che fortificavano la missione affidatami dal Suo disegno d’amore.

Nei 37 anni che ho vissuto in Rwanda ho trovato un popolo accogliente, una chiesa cattolica fervente, molte giovani appassionate di vivere la vita di santa Chiara di Assisi, gioiose di professare i consigli evangelici facendo della loro vita un dono a Dio solo vivendo in monastero, nella lode continua e contemplando il Suo Volto e irradiando la sua presenza, più di 80 religiose oggi stanno vivendo con gioia questa vita che ripete: “non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che viene dalla bocca di Dio”, le vocazioni numerose e stabili hanno permesso un grande sviluppo fino a diventare missionarie in altri paesi, fondando tre monasteri in Rwanda, uno in Burkina Faso e sostenendo e aiutando nei monasteri di Gerusalemme e a Matelica in Italia.
Dio ha operato per la Sua gloria e la santificazione di tutti.
Ora il cuore di chi crede nella presenza di Dio, comprende che queste sorelle rwandesi , ovunque sono, benchè lavorino onestamente del “lavoro delle loro mani”, come chiede la regola di santa Chiara, non hanno però a sufficienza per il loro vivere quotidiano e anche per l’aiuto di chi in necessità, bussa al loro monastero.
Se qualcuno volesse sostenere con piccoli doni, riceverà una grande ricompensa in cielo, dove Gesù ci attende per dirci “tutto ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fatto a me… venite benedetti dal Padre mio!”
Con tanta gioia e un grande grazie vi affidiamo la nostra preghiera di ogni giorno e la Pace di Gesù risorto.

Sr Giuseppina e le sorelle clarisse del Rwanda

Per sostenere i nostri progetti:

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 Progetti Clarisse RWANDA

Segni di speranza dal Rwanda… perché il bene cresca e rimanga

Il nostro segretariato “Missioni Estere” dei frati minori di Umbria e Sardegna grazie a diversi benefattori è stato sempre vicino alle nostre sorelle clarisse del Rwanda, sorelle che hanno sofferto e hanno vissuto anche la dolorosissima esperienza del Genocidio del Rwanda, ma che Dio ha continuato a benedire chiamando numerose giovani a seguire il Signore nella via di santa Chiara di Assisi.
Desideriamo condividere con voi, ringraziandovi già per la vostra generosità la richiesta della nostre sorelle clarisse del Rwanda.
Sostenere un monastero, e quindi la presenza delle clarisse in quei luoghi, è molto importante per la gente locale, forse è meno appariscente di altri aiuti o progetti, ma la presenza della clarisse permette alle persone di sentire la presenza fedele di Dio, un Dio vicino che non abbandona i sui figli, ma che li sostiene, li consola e da speranza per superare le tante fatiche quotidiane.
“carissimi pace a voi!
sono sr Chiara Giuseppina (qui in Italia) per un periodo, sempre pronta con la grazia di Dio per aiutare le mie sorelle ruandesi , affinché si assestano bene per continuare l’opera di Dio, la dove le chiama.
Il Signore continua a moltiplicare la sua Gloria con queste sorelle tanto fedeli al suo Amore e al carisma di santa Chiara che si espande senza saperlo, proprio come vuole Lui, creatore di ogni cosa.
Malgrado la buona volontà di tutte per guadagnare la vita di ogni giorno con le proprie mani (progetto candele monastero di Nyanawimana) , come dice la regola di santa Chiara, la nostra economia rimane sempre povera, (impossibile sostenere gli imprevisti di ogni tempo).
Per questo veniamo ancora a presentarvi un piccolo progetto di sistemazione della prima fondazione “monastero S. Francesco di Musambira” che sarà eretto canonicamente questo anno 2019 il 4 ottobre.
L’ultima fondazione a Nynawimana ( Madre di Dio) è iniziata con tanto amore di tutte e tanta fede , le sette sorelle si adoperano in tutto per realizzare la vita di santa Chiara , nella collina della Madre di Dio.
San Francesco è presente li sin dagli anni ’80 , per ora ha lasciato il posto alla “Sua Pianticella Chiara” ma già sta stimolando i suoi fratelli a ritornare per non perdere la “complementarietà”.
La fondazione di Burkina Faso è stata visitata il mese di Gennaio 2019, tutto fa sperare in una realizzazione buona, ora avranno qualche vocazione.
Con l’aiuto della provvidenza le sorelle del Burkina Faso hanno potuto costruire la chiesa del monastero che è stata inaugurata alla presenza di tanti cristiani e Madre Letizia che vivrà il giubileo di 25 anni di professione di sr. Maria Margherita.
Anche loro ogni tanto hanno bisogno di aiuto.
Dio Padre provvederà.
Grazie per ciò che siete per noi e per la Chiesa
Vostra sr. Chiara Giuseppina e sorelle

progetto ristrutturazione monastero di Musambira

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Inaugurato il nuovo monastero delle Clarisse di Nyinawimana

E’ stato ufficialmente inaugurato ieri a Nyinawimana, benedetto dal vescovo di Byumba mons Servillien Nzakamwita, il nuovo monastero delle Clarisse. Alla presenza di una  folta rappresentanza di esponenti religiosi e delle istituzioni, ha preso così il via la nuova comunità di sette sorelle, provenienti dal monastero di Kamonyi. E’ passato poco più di un anno e mezzo da quando Madre M. Letizia Mukampabuka, subentrata dal 2015   alla fondatrice  suor Chiara Giuseppina Garbugli, nella guida del monastero di Kamonyi  ha deciso, anche per far fronte alle numerose vocazioni che fioriscono in terra ruandese,  di dare vita a un nuovo monastero, trovando nel vescovo di Byumba un interlocutore disponibile ad accogliere nella propria diocesi una nuova comunità claustrale. Pochi mesi sono bastati per realizzare la prima parte del monastero, quella che nel progetto complessivo sarà in futuro la foresteria del monastero vero e proprio. Già  in occasione dell’ultima nostra missione, abbiamo potuto constatare come la nuova costruzione fosse perfettamente rispondente alle esigenze della nuova piccola comunità retta da madre Maria Regina, la quale giustamente orgogliosa del risultato aveva voluto mostrarci oltre i locali, anche gli ampi terreni che la comunità avrà a disposizione.Già nelle prime settimane che hanno preceduto l’inaugurazione ufficiale, le suore hanno cominciato la semina dei terreni: le prime pianticelle della vite sono già spuntate, mentre poco lontano un mucca ha trovato collocazione in un comodo stabbio, in attesa di ricevere la compagnia di altri animali che le suore sono pronte ad accudire.  Con la giornata di ieri giunge a conclusione la prima tappa di un percorso che aveva preso il via a metà del 2017 ( clicca qui per conoscere tutta la storia). Fu allora che l’Associazione Kwizera onlus, che proprio sulla collina di Nyinawimana ha dato vita a diverse iniziative, a partire dal terrazzamento della collina, facendo proprio l’appello delle  Clarisse, promosse  il progetto Non di solo pane vive l’uomo…proponendo ai tanti benefattori che operano nella diocesi di Byumba di dare vita a un progetto unitario, destinando all’edificazione del nuovo monastero  ​una quota minima delle somme che annualmente portano in Rwanda. L’Ass. Kwizera contribuì inizialmente,  destinando al progetto una somma pari al 5% dei fondi destinati al Rwanda. Al resto ci ha pensato la Provvidenza, così da poter arrivare alla giornata di ieri in cui la nuova comunità monastica ha ufficialmente cominciato la propria missione nel nuovo monastero, proprio a fianco della grande fattoria che negli anni è venuta a prendere corpo sui fianchi della collina di Nyinawimana grazie all’Ass. Kwizera. Dando così un’evidenza quasi plastica a quanto auspicato da  un grande figlio dell’Africa, il card. Robert Sarah: “quasi tutte le organizzazioni caritative in Africa sono impegnate unilateralmente ed esclusivamente nella risoluzione delle situazioni di povertà materiale, ma l’uomo non vive di solo pane”,  bisogna quindi ” incoraggiare a continuare a costruire chiese e seminari e a fornire aiuti per la formazione di sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi”. Il monastero di Nyinawimana ne è una risposta.

tratto da: https://alberwandesi.blogspot.com/2019/02/inaugurato-il-nuovo-monastero-delle.html

Per i nostri progetti di sostegno per le clarisse rwandesi vedi il nostro sito: www.missioniassisi.it

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Le clarisse  della nuova comunità di Nyinawimana-Rwanda

Clarisse del Rwanda: un seme che porta frutto

 Rwanda:  la vita cristiana è molto vivace e la preoccupazione dei Pastori è attenta a che  non manchino nelle loro comunità i ministeri ed i carismi che animano il Corpo di Cristo che è la Chiesa.  Sensibili a questo fatto, diversi Vescovi hanno desiderato e ricercato per le loro diocesi anche la preziosa perla della vita contemplativa. Le figlie di S. Chiara rispondono come Chiara stessa, già dal 1237, rispondeva  al Vescovo di Reims che chiedeva per la sua diocesi in Francia delle suore contemplative: “se la Maestà divina avesse benedetto il loro Ordine … e avesse moltiplicato le sue figlie, (lei, Chiara) non avrebbe mancato a quel lodevole invito” [1]. La vita claustrale di S. Chiara di Assisi, anche in Rwanda si diffonde a macchia d’olio. Dal primitivo e fervido alveare di Kamonye, uno sciame di clarisse è partito per Musambira. Da questi due monasteri un altro sciame è partito per il Burkina Faso. Da Kamonye un altro gruppo (al momento 7 clarisse) sta partendo per Biumba (a nord del Rwanda): dove stanno allestendo il nuovo monastero in onore della Madre di Dio: Nyinawimana (quale è, appunto, il nome del nuovo monastero). Progetto che come ufficio missionario stiamo ancora cercando di sostenere.

Eremo con Ingegnere e Clarisse

Qui a Nyinawimana   negli anni  ”70 il P. Giacomo Bini (in seguito Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori) aveva costruito un grazioso eremo francescano per i suoi frati in cima ad una meravigliosa montagna vicino al confine con l’Uganda. Questo eremo, perché se ne conservi la memoria, la Diocesi l’ha custodito anche durante la guerra e verrà a trovarsi nel cuore del chiostro quando i lavori di costruzione del monastero saranno conclusi .

I lavori del nuovo monastero sono appena iniziati: lo stretto necessario per far sopravvivere la nuova comunità delle 7 sorelle

comunità di Kamonye

(la comunità di Kamonye da cui provengono, le invidiano e giocano con loro sul n° 7: sette vizi capitali? sette sacramenti? sette doni dello Spirito Santo? Personalmente, quando sono stato con loro poche settimane fa, le ho augurato di essere: all’inizio le 4 virtù cardinali e le tre teologali… poi i doni dello Spirito Santo … e poi risplendano come le stele dell’Orsa Maggiore e… in armonia: come le 7 note della chitarra

La costruzione fatta risponde più o meno a una decima parte del progetto più vasto.

Perché un monastero sia stabile, ha bisogno infatti di molti spazi interni per una quarantina di suore: chiesa per la preghiera, per loro e per la gente; spazi per lavorare: sia per lavori svolti insieme, sia per lavori svolti singolarmente; un buon chiostro per aria, fiori. Un orto esterno da coltivare; stalle; alveari…cucina per sé e per i poveri che normalmente affluiscono.

Come è fatta la vita di un monastero vista dal di dentro? Sono dedite esclusivamente alla preghiera con la chiesa e per tutta la Chiesa. Chiara era solita spiegare la propria vocazione  contemplativa ad Agnese di Boemia: “per usare propriamente le parole dell’Apostolo (1Cor 3,9) ti considero collaboratrice di Dio stesso e colei che rialza le membra cadenti del suo corpo ineffabile” (FF2886).

Di ché vivono. Si sostengono con il lavoro delle loro mani (nel poco tempo ‘quasi rubato’ alla preghiera) e con l’aiuto della Provvidenza. Lavoro. A Musambira lavorano con i mezzi forniti da voi, cari Benefattori: l’impastatrice e il forno per fare il pane per sé e i bambini;

impastatrice

gli alveari; le mucche da latte (questa estate a causa di una epidemia nella zona, due mucche sono morte, ne hanno dovute comperare altre); lavorazione della cera per candele; l’orto: insalata, pomodori, patate, manioca, zucchine di tutti i tipi, frutta tropicale …; allestimento dei S. Rosari;

a Kamonye lavorano molto con le vesti liturgiche…  Provvidenza di Dio. E’ un capitolo molto importante. Per scelta di S. Francesco e di S. Chiara quando si entra in convento o in monastero non ci si deve portare niente dietro perché Gesù ha chiesto a quelli che erano intenzionati a condurre vita comune con Lui: “Va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi” (Lc 18,22 e passi paralleli) [2]. Una volta fatta questa scelta di fondo si rimane poveri per tutta la vita e si viene aiutati da quella che S. Francesco chiamava ‘la corte del gran Re’ (FF 1459)[3].

Cari Benefattori, voglio indicarvi ora, come testimonianza, la lapide che il nostro defunto P. Giovanni Boccali, allora Ministro Provinciale,

ha fatto scolpire perché rimanga a perpetua gratitudine sul portale del monastero di Musambira per Bartolomeo Corti (dalle clarisse chiamato papà Lino, vedi foto n.10, già sindaco nel Trentino): nel 2004-2007  questo Benefattore ha effuso le sue sostanze per la costruzione del monastero di Musambira, acquistando una grande eredità in Paradiso: sta sempre nelle preghiere del monastero. Ora è vicino a S. Francesco e a S. Chiara.

Se vi chiediamo una mano per le nostre clarisse è perché anche voi, con i beni terreni, come potrete, possiate acquistarvi i beni celesti, quelli veri, che rimangono. La cosa più urgente di cui le nostre suore di Biumba hanno bisogno è quella di portare a compimento la struttura del Monastero: ci vuole un’ingente somma ( che spesso è fatta anche di 1+1+1…euro). Per gli altri due monasteri: aiuti per il miglioramento delle strutture; libri liturgici; breviari per la preghiera; libri di spiritualità; libri di francescanesimo; acini e quanto serve per fare i Rosari; macchina per fare le saponette; stampi per fare le candele; materiale per la preparazione di vesti liturgiche; stoffe particolari da lavorare; materiale per le api …

Carissimi, ogni vostro centesimo si trasforma in oro. Voglio concludere con questo aneddoto orientale che prendo da Tagore su ‘il mendicante e il re’

“Ero andato mendicando di uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando, nella lontananza, apparve il tuo aureo cocchio come un segno meraviglioso; io mi domandai: Chi sara’ questo Re di tutti i re? Crebbero le mie speranze e pensai che i miei giorni tristi sarebbero finiti; stetti ad attendere che l’elemosina mi fosse data senza che la chiedessi, e che le ricchezze venissero sparse ovunque nella polvere. Il cocchio mi si fermo’ accanto. Il tuo sguardo cadde su di me e scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alfine il momento supremo della mia vita. Ma Tu, ad un tratto, mi stendesti la mano dicendomi: – Cosa hai da darmi?- Ah!, qual gesto regale fu quello di stendere la tua palma per chiedere a un povero! Confuso ed esitante tirai fuori lentamente dalla mia bisaccia un acino di grano e te lo diedi. Ma qual non fu la mia sorpresa quando, sul finir del giorno, vuotai per terra la mia bisaccia e trovai nello scarso mucchietto un granellino d’oro! Piansi amaramente dinon aver avuto il cuore di darti tutto quello che possedevo”.

Per aiutarci….

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[1] Cronaca del Monastero di S. Chiara di Reims, pp. 3-5. In Nella tua tenda per sempre, a cura di P. Rino Bartolini, ed. Porziuncola, 2005, p.124

[2] Mentre per tutti i cristiani vale la citazione di Atti 2,42ss e 4,32ss “Erano un cuore solo ed un’anima sola…”.

[3] Quando S. Francesco si presentò da papa Innocenzo III per chiedere l’approvazione di questo stile di vita povero il Papa rimase perplesso e disse a Francesco: “«Cari figlioli, il vostro genere dl vita ci pare troppo duro e penoso. Essendo però così sincero il vostro fervore, non ci è possibile dubitare di voi. Tuttavia, è nostro dovere preoccuparci di quelli che in futuro saranno i vostri seguaci, affinché non trovino troppo ardua la vostra via». Ma vedendo la loro fermezza nella fede, la loro speranza così fortemente ancorata in Cristo, che li induceva a respingere ogni mitigazione del loro slancio generoso, disse a Francesco: «Figlio, va’ e prega Dio di rivelarti se la vostra richiesta procede dalla sua volontà. Quando ci sarà manifestato il volere del Signore, verremo incontro ai tuoi desideri».Il Santo si raccolse in orazione, come il Papa gli aveva raccomandato. E il Signore gli parlò interiormente, ispirandogli questa parabola: «C’era nel deserto una donna povera e bellissima. Preso dal fascino di lei, un grande re bramò di prenderla in sposa, sperando di averne dei figli molto belli. Il matrimonio fu celebrato, nacquero diversi figli. Quando furono cresciuti, la madre rivolse loro queste parole: – Cari ragazzi, non vergognatevi della vostra umile condizione, perché in realtà siete figli del re. Andate alla sua corte ed egli vi darà tutto quello che vi abbisogna. Giunti alla presenza del sovrano, questi ammirò la loro bellezza e notando che gli somigliavano, domandò: – Di chi siete figli? – I ragazzi risposero di essere figli di una donna povera, che viveva nel deserto. Allora il re li abbracciò tutto esultante e disse: – State tranquilli perché siete figli miei. Se prendono cibo alla mia mensa gli estranei, tanto più ne avete diritto voi, che siete mio sangue! – E ordinò a quella donna d’inviare a corte i figli avuti dal re, per esservi allevati secondo il loro rango». In questa visione simbolica, apparsagli mentre era in orazione, Francesco comprese che quella donna poverella raffigurava lui stesso. Terminata l’orazione, il Santo si presentò al sommo pontefice e gli raccontò in tutti i particolari la parabola rivelatagli dal Signore. E aggiunse: «Sono io, signore, quella donna poverella che Dio ama e per sua misericordia ha reso bella e dalla quale si compiacque avere dei figli. Il re dei re mi ha promesso che alleverà tutti i figli avuti da me, poiché se egli nutre gli estranei, a maggior ragione avrà cura dei suoi bambini. Cioè, se Dio largisce i beni temporali ai peccatori e agli indegni, spinto dall’amore per le sue creature, molto più sarà generoso con gli uomini evangelici, che ne sono meritevoli»

Nyinawimana prende forma

Ad Aprile vi avevamo proposto di sostenere la costruzione di un nuovo Monastero per le Clarisse del Rwanda, precisamente a Nyinawimana.

Ebbene, pochi giorni fa le nostre sorelle ci hanno scritto per aggiornarci sui lavori e mostrarci alcune foto.

La prima pietra è stata posata e benedetta il 18 marzo scorso dal vescovo di Byumba, mons Servillien Nakazamita;  ora da poche settimane sono iniziati i lavori veri e propri, che procedono speditamente. Il desiderio della comunità delle clarisse di Kamonyi, guidata da Madre M. Letizia Mukampabuka (subentrata dal 2015 alla fondatrice, l’italiana  suor Chiara Giuseppina Garbugli),  di realizzare un nuovo monastero  in aggiunta al vecchio, ormai non più in grado di accogliere le giovani rwandesi che sempre più numerose chiedono di poter abbracciare la vita monastica, comincia così a trovare realizzazione.

 

 

 

Sui terreni messi a disposizione dalla diocesi sulla collina di Nyinawimana, dove fino al 1994 era attiva una comunità di frati francescani, sorgerà inizialmente una struttura atta ad accogliere le prime  monache, una decina, che saranno chiamate, nel tempo, a dare vita a una  nuova comunità. Questa prima struttura, il cui costo è stato preventivato attorno ai 150 milioni di Frw, circa 150.000 euro, in futuro potrà diventare una sorta di foresteria per persone desiderose di momenti di raccoglimento e di preghiera.

 

 

 

NB: Il testo dell’articolo è parzialmente tratto dal blog “Albe rwandesi” dell’Associazione Kwizera onlus che, come noi, sta sostenendo economicamente la costruzione del Monastero.

 

Santa Chiara in Rwanda: nuova Fondazione

Nell’ormai lontano 1978, S. E. Mons. André Perraudin, allora Vescovo di Kabgayi, in Rwanda, scrisse al Proto-Monastero di Assisi chiedendo aiuto per la fondazione di un Monastero di Clarisse nella sua Diocesi.

A dicembre 1981 partirono le prime due sorelle, sr. Chiara Giovanna e sr. Chiara Myriam, raggiunte, sei mesi dopo, da sr. Chiara Giuseppina e sr. Chiara Pacifica.

Oggi il Monastero Sainte Claire di Kamonyi conta più di quaranta sorelle sorelle, tanto che, nel maggio 2004, ha potuto fondare un altro monastero a Musambira (che lo scorso anno avevamo aiutato con il dono di una impastatrice) e, nell’ottobre 2011, uno anche in Burkina Faso, nella Diocesi di Ouahigouya.

Ora le nostre sorelle di Kamonyi sono state chiamate da S. Ecc. Mons. Servilien Nzakamwita ad iniziare una terza Fondazione, questa volta ancora in Rwanda, nella Diocesi di Byumba, a Nyinawimana.

Vi chiediamo di aiutarle a realizzare questo nuovo Monastero, il cui primo nucleo, l’eremo, è ora appena abbozzato (come si vede nella fotografia accanto): ci piacerebbe sostenere le nostre sorelle con un contributo di 10.000 euro.

Puoi scaricare il volantino e il progetto.

Pane per i bambini di Musambira – Rwanda

Alla fine degli anni ’70, dal Protomonastero di Santa Chiara di Assisi, 4 monache di clausura sono andate in Rwanda per fondare una comunità di vita contemplativa nella diocesi di Kamonyi. Le vocazioni locali sono  state subito numerose: nel giro di pochi anni: le Clarisse di Kamonye hanno creato un’altra fondazione a Musambira (nella stessa diocesi di Kamonyi) e ultimamente un gruppo di Clarisse dei due monasteri rwandesi ha creato un’altra fondazione nel Burkina Faso (diocesi di Ouahigouya). A Kamonye vi sono 42 Clarisse, a Musambira 30, in Burkina Faso 5. Le comunità vivono secondo la Regola di Santa Chiara, con il lavoro delle loro mani, senza rendite fisse e con il fraterno aiuto di tutti.

 

Già dalla fondazione del Monastero, a Musambira molta gente, veramente povera, bussa ogni giorno alla porta, in particolare  per chiedere qualcosa da mangiare. Le sorelle prendono dal loro orto quello che possono, ma ora hanno bisogno di un’impastatrice da 75 Kg di farina, perché ogni mattina devono preparare centinaia di panini per la colazione dei bambini che vanno a scuola a stomaco vuoto e passano per il Monastero. 

Francesco di Assisi mentre costruiva il monastero di S. Damiano per S. Chiara e le sue Suore, stendeva la mano dicendo a tutti: “…a chi mi dà una pietra il Signore promette una ricompensa; a chi mi dà due pietre, due ricompense…”

Con la stessa preoccupazione di S. Francesco, anche noi seguitiamo a stendere umilmente la mano a voi per questa necessità delle Clarisse di Musambira.

Ogni vostra offerta diventerà per loro impegno di preghiera e gratitudine davanti al Signore per voi. “… Avevo sete e mi avete dato da bere”.

p. Rino Bartolini

Scarica la scheda del Progetto

Progetto “Riparazione di una cisterna d’acqua sotterranea” [RW2]

Essendo un Paese tropicale, in Rwanda la stagione secca è particolarmente dura. Per la popolazione è quindi necessario avere dei sistemi che permettano di raccogliere l’acqua piovana, indispensabile non solo per sopravvivere ma anche per portare avanti ogni genere di attività (agricoltura, allevamento, ecc.). E’ fondamentale perciò che i sistemi di raccolta come le cisterne siano sempre funzionanti e al massimo della loro efficienza.
Il progetto nasce in seguito alla richiesta delle clarisse di Kamonyi. La comunità di 42 suore, durante la stagione secca, si serve dell’acqua piovana raccolta durante le stagioni delle piogge per poter sovvenire ai bisogni delle monache di clausura, nonché per innaffiare il giardino dove vengono piantati i prodotti della terra utili per l’alimentazione. La cisterna di cui si servono per la raccolta necessita però di lavori urgenti, in particolare il primo strato di cemento (vecchio e crepato) deve essere abbattuto e sostituito con uno impermeabile in modo che l’acqua non venga dispersa.
Il progetto sarà realizzato con l’impiego di manodopera del luogo e la creazione di questi posti di lavoro costituirà un prezioso aiuto alla popolazione, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Le suore infatti avranno modo di aiutare tutti coloro che si troveranno in difficoltà per la carenza d’acqua durante la stagione secca, per tutti dura e difficile da affrontare.

Scarica la scheda completa del progetto RW2