Arrivati alla linea…di partenza

E sì, perché raggiunto il diploma, ora, per Sascia e Ravil, inizia il cammino lavorativo e la possibilità di porre le fondamenta per una vita migliore di quella da cui provengono.

Sascia ha ricevuto il diploma in perito informatico. Aveva già iniziato a lavorare durante gli studi per non dipendere totalmente dal vostro aiuto riuscendo molto bene in entrambi i campi. Nel frattempo si è anche sposato ed è nato il primo figlio. Tutto quello che non ha mai avuto nella sua infanzia è riuscito a costruirlo: una famiglia!

Ravil ha ricevuto il diploma di paramedico e, appena una settimana dopo, è stato subito assunto nella clinica pediatrica di riabilitazione con l’intenzione di specializzarsi in questo campo insieme al nostro Kolia che da tempo lavora e organizza corsi in questo campo sostenuto da un’equipe di medici dall’Italia.

Inutile dire la quasi incredulità di entrambi di aver raggiunto un simile traguardo. Quando, quattro anni fa, avevamo prospettato loro la possibilità di iniziare questo percorso formativo, erano molto scettici e, durante il percorso, non sono mancati i momenti di scoraggiamento. Ma grazie alla vostra fedeltà nel sostenerli e all’amicizia incoraggiante di chi vuole loro bene…ce l’hanno fatta.

A nome loro vi esprimo la loro profonda gratitudine e, come hanno fatto durante questi anni, vi assicurano la loro preghiera.

Il Signore continui ad accompagnare questi nostri giovani fratelli e doni a tutti voi la Sua benedizione.

Bravo Ravil!

E anche quest’anno è finito brillantemente: bravo Ravil!
Anche in Kazakhstan le lezioni sono state portate avanti in regime online così come gli esami che Ravil ha superato con ottimi voti.
Da lodare, inoltre, il fatto che vista la disponibilità di tempo e la possibilità di seguire le lezioni online, ha cercato un lavoretto per mettere da parte un po’ di soldi per il futuro aprendo il suo primo “deposito” in banca. Per ragazzi di questa estrazione sociale sono passi enormi e spesso nessuno si azzarda a farli troppo abituati a preoccuparsi solo del presente sapendo di non avere un futuro!!!
Ma ancora più lodevole il fatto che in questi giorni estivi ha chiesto, e ottenuto, di recarsi nell’ambulatorio del proprio paesino, a prestare servizio volontario, così come aveva sognato all’inizio di questa avventura.
Il fatto, oltre ad essere encomiabile per se stesso, è anche una grande testimonianza dove il volontariato è appena all’inizio e incontra tante difficoltà.
Ora resta l’ultimo anno, che auguriamo a Ravil, proficuo come questi tre e speriamo che qualcuno di voi lettori, si renda disponibile ad aiutarlo a concludere questa prima fase scolastica!
A chi l’ha già fatto auguriamo ogni benedizione dal Padre Celeste e assicuriamo la nostra preghiera.

fra Luca Baino

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Fede ricevuta e data… news dai nostri missionari in Russia

Seminario russo, che si trova proprio a s. Pietroburgo

Cari amici delle missioni, come promesso eccomi a voi con alcune notizie meno quotidiane ma che spero possano aiutarvi a comprendere meglio la realtà in cui viviamo e, quindi, a sentirci più vicini.
Come forse ho già accennato in altre circostanze, noi frati ci ritroviamo mensilmente in videoconferenza per un percorso di formazione permanente, anche grazie al contributo di diversi relatori; ad Aprile è intervenuta sr. Olga, appartenente a una Congregazione che vive il proprio carisma nel mondo del lavoro. Ad un certo punto sono emerse alcune domande sul tema dell’inculturazione… Lei, che è russa (quindi una conversione e vocazione locale) ma che ha studiato e vissuto anche in Europa, ha percorso un cammino che l’ha portata ad alcune conclusioni interessanti.
Come forse avrò già scritto in qualche altro “bollettino”, qui non esiste più un “cattolicesimo russo”, nel senso che il Cristianesimo russo è tradizionalmente ortodosso, mentre i cattolici sono quasi tutti di origine straniera (soprattutto polacchi, lituani e coreani… ma anche spagnoli, africani francofoni, tedeschi), per lo più deportati staliniani ma anche persone immigrate dopo la caduta dell’URSS. Le varie comunità cattoliche hanno quindi mantenuto una forte impronta della propria cultura d’origine e lei, non appartenendo per nascita ad alcuna di esse, dopo aver fatto un primo cammino di assimilazione della fede e aver accolto la vocazione, proseguendo la sua formazione si è pian piano resa conto di aver ricevuto non solo l’annuncio evangelico ma anche i contenuti e lo “stile” della fede secondo categorie straniere.
I “missionari” con cui era venuta in contatto avevano certamente fatto il loro personale cammino di inculturazione, in primis studiando la lingua e poi cercando di assimilare la cultura locale ma, volenti o nolenti, sono rimasti stranieri. È ora necessaria una seconda fase di inculturazione, che però forse potrà essere portata avanti solo dai cattolici “indigeni”… e solo da quelli culturalmente abbastanza preparati da saper distinguere, nella fede che hanno ricevuto, le “sovrastrutture straniere” dai contenuti genuini… per poi “tradurre” questi ultimi secondo modelli culturali e liturgici tipicamente russi… ma non ortodossi!
Il missionario straniero, insomma, per lo più riesce “solo” ad “inculturare se stesso” quanto basta per una prima trasmissione della fede, ma sarà poi compito dei cattolici locali “inculturare la fede ricevuta”. Questo processo sta iniziando ad avvenire solo ora, grazie alle vocazioni locali nate negli anni ’90 e che ora sono impegnate nella pastorale. Ma sono poche, per cui c’è ancora bisogno anche di noi stranieri.
Nella nostra Diocesi, intanto, da alcuni anni l’attuale Vescovo ha fatto la scelta (coraggiosa!) di affidare la formazione dei seminaristi ai sacerdoti locali ordinati 15-20 anni fa, che hanno quindi sostituito la precedente generazione di polacchi e italiani (cioè quelli che avevano riaperto il Seminario ai tempi di Gorbaciov: ad esempio mons. Bernardo Antonini: https://www.donbernardoantonini.it/). Loro potrebbero avere gli strumenti necessari: cresciuti sotto il regime comunista, formati in Seminario a Mosca e Pietroburgo secondo modalità europee al tempo della Perestrojka, hanno attraversato la grande crisi politica, sociale ed economica russa dei “terribili Anni Novanta” (cfr. https://it.rbth.com/storia/83988-perché-gli-anni-novanta) e hanno poi frequentato studi superiori in Italia, Germania, Francia… per poi fare ritorno in patria. Sono la “generazione di snodo”, con un compito difficile… staremo a vedere.
Fr Iuri

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Chiesa dell’Assunta in s. Pietroburgo

Piano piano anche San Pietroburgo riparte

Cari amici,
sono passati due mesi dalla nostra ultima lettera e, proprio come pensavamo, le sorprese non sono mancate per niente! Ma andiamo con ordine…
Il tempo della quarantena più stretta è durato dal 27 Marzo al 31 Maggio: tutto chiuso tranne i servizi essenziali e anche noi, quindi, chiusi in casa… e penso che molti di voi possano capirci perfettamente se vi diciamo che trascorrere più di 60 giorni fra le quattro mura di un appartamento non è stato per niente facile! Eh sì, sono stati due mesi molto particolari: il fare, che già prima qui era ridotto all’osso, è stato praticamente azzerato… ma questo ha dato più spazio all’essere; espropriato e spogliato di quasi tutto ciò che è “esterno”, il Signore ha potuto condurmi in un’interiorità maggiormente abitata da Lui e, quindi, sono stato rimesso con più forza davanti alla mia identità: innanzi tutto figlio amato, poi frate minore e sacerdote. Un ritorno all’essenziale, insomma, che mi ha fatto “gustare”, oso dire così, un anticipo di vecchiaia e di morte, quando nulla porteremo con noi se non l’Amore dato e ricevuto. Naturalmente tutto questo processo interiore, che ora riassumo in poche righe, è stato ben più complesso e travagliato: raramente i frutti arrivano senza fatica!
Per quanto riguarda la Parrocchia, anche qui i luoghi di culto hanno subito un lungo periodo di chiusura e diverse chiese si erano subito ben organizzate per trasmettere le liturgie sui loro canali internet… motivo per cui, inizialmente, non ci era sembrato necessario fare altrettanto. Tuttavia, dopo circa un mese, alcuni parrocchiani hanno chiesto a p. Luca di potersi in qualche modo ritrovare e così ci siamo decisi a tentare anche noi di trasmettere la Messa dalla cappellina del nostro appartamento: tuttavia, visto che loro sono al massimo una trentina, si è pensato di celebrare in “videoconferenza”, così che ognuno, da casa propria, potesse prendervi parte più attivamente, ad esempio con la proclamazione delle Letture e con il canto. Nonostante alcuni problemi tecnici iniziali, ci sembra che l’esperimento possa dirsi riuscito!
Anche in altri ambiti pastorali, del resto, l’impossibilità di incontrarsi dal vivo non ha impedito, ma piuttosto stimolato, l’incontro in via multimediale… anzi: il fatto di poter partecipare da casa, senza dover attraversare tutta la città o addirittura arrivare da fuori, ha fatto sì che i gruppi si siano arricchiti di diversi nuovi partecipanti. Così fra Luca ha continuato gli incontri con i fratelli luterani e con un altro gruppo misto ortodosso-cattolico, per riflettere, confrontarsi e condividere come parole scelte del Vangelo possano essere incarnate nella vita quotidiana. Ha anche partecipato, con il movimento dei Focolari, ad organizzare incontri che hanno unito persone da San Pietroburgo a Novosibirsk, da Krasnajarsk a Vladivostok, da Mosca ad Almaty e Taldykorgan, trovandosi così uniti in preghiera, conferenze e attività, superando distanze che “dal vivo” non sarebbe mai stato possibile colmare. Interessante è stato anche predicare gli esercizi spirituali “on line” per un paio di congregazioni femminili.
Come dicevamo, però, il Signore avevo in serbo delle sorprese: intanto, con mossa assolutamente inaspettata, il 3 Giugno il Governatore di Pietroburgo ha riaperto gli edifici di culto e così abbiamo ripreso a celebrare la Messa “dal vivo” (sempre dai fratelli Conventuali e ovviamente seguendo un protocollo sanitario). Nel frattempo, però, Luca (che era appena riuscito a concludere le pratiche di registrazione del Permesso di soggiorno triennale) è dovuto tornare in Italia per seri motivi familiari, approfittando di uno dei “voli d’emergenza” mensili messi a disposizione dalla nostra Ambasciata… e quindi io mi sono ritrovato all’improvviso a fare di nuovo il “finto vice-parroco” (visto che formalmente non ho alcun incarico). Insomma, il Signore non cessa di stupirmi… penso di non aver mai fatto un’esperienza così prolungata (oserei dire costante) di precarietà e di affidamento come da quando sono sbarcato in Russia!
Intanto, pian piano che le misure sanitarie necessarie a contenere l’epidemia vengono allentate, ripartono le varie attività economiche e così, come potete vedere nelle foto, stanno finalmente riprendendo anche i lavori di restauro della nostra chiesa parrocchiale che, sebbene condotti da Enti pubblici, sono comunque parzialmente a nostro carico: vi chiediamo quindi di sostenerci attraverso il nostro Ufficio missioni, se e come potete.
Ecco, con la “cronaca” questo è tutto… ma ci risentiamo presto con un articolo, diciamo così, di “approfondimento”.
A presto!
Fra Iuri

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Progetto Russia in aiuto e sostegno ai nostri nuovi missionari
Progetto sostegno Parrocchia Sacro Cuore San Pietroburgo
Progetto suppellettili Parrocchia Sacro Cuore San Pietroburgo

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Da s. Pietroburgo: tra Quaresima e quarantena

Cari amici, è passato appena un mese e mezzo dal nostro ultimo “bollettino” ma, intanto, ci siamo ritrovati tutti alle prese col Covid-19! Siamo aggiornati sulla situazione italiana tramite i media, gli amici e i parenti e, naturalmente, seguiamo on-line alcuni tra i momenti di preghiera più importanti.
Anche qui la situazione non è del tutto chiara; il contagio sembra essere in ritardo di un mese rispetto all’Europa e quindi è in piena ascesa: ogni giorno, in tutta la Federazione russa, si registrano circa 5.000 nuovi casi e al momento in cui scrivo (21 Aprile) il totale ha superato i 52.000. Qui a s. Pietroburgo, in particolare, abbiamo quasi 2.000 contagiati, più altre 4.000 persone in osservazione: grazie a Dio pochissimi, in una città di più di 5 milioni di abitanti! (fonti: https://стопкоронавирус.рф// e https://www.gov.spb.ru/covid-19/)
Già dal 22 Marzo il nostro Vescovo ci aveva chiesto di sospendere le celebrazioni pubbliche e dal 27 è in vigore il Decreto di “autoisolamento” fino al 30 Aprile, ma il picco è previsto per fine mese – inizio Maggio e quindi già si “intuisce” una proroga del Decreto fino a metà Giugno. Tutti i voli in entrata e in uscita dalla Russia sono sospesi (tranne i charter d’emergenza organizzati dalle varie Ambasciate) e i confini sono stati chiusi. Chi volesse avere maggiori dettagli, può trovarli sul sito del nostro Consolato: https://conssanpietroburgo.esteri.it/consolato_sanpietroburgo/it.
Data la situazione, peraltro, tutti i visti e i documenti in scadenza sono stati prorogati di 90 giorni… per me non sarebbe stato comunque un problema, essendo ormai da mesi in possesso del Permesso di soggiorno triennale, ma Luca è parzialmente coinvolto: il 6 Aprile ha infatti ricevuto anche lui il medesimo Permesso, ma le successive pratiche di registrazione sono rimaste bloccate a causa della chiusura degli Uffici pubblici e quindi ricadono (grazie a Dio!) nel regime di proroga.

In precedenza la vita era proseguita come sempre, con la sua quotidiana (stra-)ordinarietà. Con l’inizio della Quaresima, alle celebrazioni eucaristiche si era aggiunta la Via Crucis settimanale… normalmente presso i fratelli Conventuali, ma un venerdì i parrocchiani dell’Assunta ci hanno fatto una graditissima proposta: poiché nella loro chiesa c’è una cappella dedicata al Vescovo martire che fece costruire la nostra, ci hanno invitato a celebrare da loro una Via Crucis dedicata a tutti i martiri del regime comunista, con una speciale intenzione di preghiera per una rapida conclusione dei nostri lavori di restauro. Un gesto davvero molto bello, carico di un senso di comunione ecclesiale che abbiamo molto apprezzato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A proposito di Quaresima, ne approfitto per condividere un’usanza dei nostri fratelli Ortodossi: essi iniziano il loro cammino penitenziale dopo aver festeggiato la Màsleniza, una sorta di “settimana grassa” con la quale, nei culti naturalistici della Russia pre-cristiana, si salutava la fine dell’inverno per dare il benvenuto ai primi raggi di sole e all’imminente arrivo della primavera. Il cristianesimo ha poi accolto e “purificato” questa tradizione, trasformandola appunto in un tempo pre-quaresimale che culmina nella “Domenica del perdono”: poiché non si può iniziare un tempo di più forte conversione (come appunto la Quaresima), senza prima aver fatto almeno un tentativo di riconciliarsi col prossimo, in questa Domenica gli Ortodossi si chiedono reciprocamente perdono per tutte le offese e le ferite che, magari anche involontariamente, ci si è inflitti l’un l’altro nel corso dell’anno. Se fatto di cuore e non “pro forma”, può essere davvero un momento forte nel cammino di fede.
Intanto avevamo continuato il nostro servizio a favore della Comunità neocatecumenale (Eucarestia settimanale) e del piccolo gruppo di nostri connazionali (Messa mensile in italiano), nonché a partecipare alle varie iniziative ecclesiali e civili: particolarmente interessante la proiezione, organizzata dal Consolato lituano, del film “Ekskursante” (eufemismo sovietico per “deportato”): uno dei pochi tentativi fatti in un Paese ex-comunista di raccontare le deportazioni staliniane.
Anche il dialogo ecumenico era proseguito intensamente: l’8 e il 29 Febbraio fr. Luca aveva preso parte a due incontri della Comunità “Fede e Luce”, mentre dal 21 al 24 aveva partecipato ad una convivenza del Movimento dei Focolari. Il 15 Marzo, poi, aveva tenuto un incontro di presentazione della “Parola di Vita” presso una Parrocchia Luterana (al quale avevo partecipato anche io) e, pochi giorni dopo, avevamo accolto con interesse l’invito a conoscere il loro nuovo “Vescovo”: insieme ad alcuni fratelli ortodossi, dopo la celebrazione dei Vespri ci eravamo spostati in casa dove, in un clima informale e disteso, il pastore aveva soddisfatto le nostre curiosità sulla struttura della loro Chiesa, le loro posizioni dottrinali, le attività pastorali ecc. A conclusione della piacevole serata, uscendo di casa non abbiamo potuto fare a meno di notare un’icona raffigurante tre rappresentanti delle rispettive Confessioni cristiane: Dietrich Bonhoeffer per i Luterani, s. Serafino di Sarov per gli Ortodossi e… per i Cattolici, s. Francesco d’Assisi! Per quanto riguarda i miei studi, già da tempo avevo deciso di interrompere la scuola a conclusione del livello B 2.1, a fine Marzo: dopo 7 mesi di frequenza quotidiana, avevo ricevuto più nozioni di quante fossi riuscito a “digerirne” (non ho più 25 anni!!) e avevo proprio bisogno di fermarmi qualche mese per ripassare tutto con calma (come sto facendo)… Con Luca, allora, avevamo già iniziato a guardarci attorno alla ricerca di qualche nuova possibilità di servizio ecclesiale (non necessariamente in senso ministeriale ma in generale, anzi soprattutto nei servizi caritativi)… e invece, proprio l’ultimo giorno di scuola è iniziata la “quarantena”. Non abbiamo potuto fare a meno di notarlo: già diverse opportunità che lui aveva intravisto si erano poi rivelate impraticabili, già diverse porte semiaperte si erano poi chiuse… e ora questa incredibile coincidenza! Pare proprio che il Signore ci stia dicendo: “State fermi. Non fate niente”. Ovvero: “Lasciate fare a me. Voi aspettate e basta”. Un tempo “sospeso”, sottratto a ogni nostra possibilità di controllo… e per questo, sicuramente, un tempo benedetto, un tempo Suo. Non ci resta altro da fare, allora, che cercare di viverlo bene: amare il presente, nella certezza che Lui abbia in serbo qualche sorpresa per il futuro: staremo a vedere!

fr Iuri

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News dalla Russia: NATALE E DINTORNI… seconda parte

Cari amici, come promesso al termine del precedente articolo, eccoci ad osservare il Natale “dall’altro lato”.
Non ho ancora imparato molto circa lo stile e le abitudini liturgiche dei fratelli ortodossi, ma una delle cose che mi hanno spiegato è la loro consuetudine di allestire il presepe soltanto nelle chiese e non nelle case… dove, invece, non può mancare l’albero con sotto i due personaggi della tradizione popolare: “Nonno Gelo” e la “Fanciulla di neve”… praticamente Babbo Natale e la sua assistente! Nel loro calendario liturgico non c’è una festa dedicata ai Magi: le date, infatti, seguono il calendario giuliano e quindi differiscono di 13 giorni da quelle latine: così per loro il 25 Dicembre (quindi il Natale) cade il “nostro” 7 Gennaio, mentre la manifestazione di Gesù nel Battesimo viene festeggiata nel giorno che per noi è il 19, ma che per loro corrisponde al 6. Questa festa è molto sentita ed è particolarmente viva la tradizione di fare memoria del proprio Battesimo in modo MOLTO concreto: ci si raduna insieme al sacerdote (e con le ambulanze pronte!!) su un fiume ghiacciato, si fa un grosso buco a forma di croce nel ghiaccio, ci si mette in fila (in costume da bagno e asciugamano!) e poi, uno alla volta, ci si immerge nelle acque gelide… e rapidissimamente si risale!! Purtroppo mi pare di capire che col passare del tempo questo segno stia perdendo, almeno in parte, il suo autentico significato battesimale e si stia trasformando in un momento folcloristico o per alcuni, peggio, in una prova di resistenza fisica. Quest’anno, però, l’inverno è particolarmente mite (anzi, dicono sia il più caldo degli ultimi 100 anni) e quindi il ghiaccio non c’era… per cui non so come abbiano fatto.
Curiosità: il calendario giuliano si chiama così perché venne promulgato ufficialmente da Giulio Cesare, mentre il “nostro” è detto gregoriano perché entrò in vigore con la riforma di Papa Gregorio XIII dell’Ottobre 1582 (cioè dopo lo “scisma d’oriente” che ci separò dai fratelli ortodossi), in base ai nuovi conteggi astronomici che correggevano un errore di calcolo relativo agli anni bisestili. Per questo motivo, nel 1582, il giorno successivo al 3 Ottobre fu… il 15 Ottobre! All’epoca, quindi, la differenza era di 12 giorni… ma il diverso modo di conteggiare gli anni bisestili, secolo dopo secolo, ha accumulato un altro giorno di differenza.
Tornando alla cronaca, invece, il 25 Gennaio è rientrato fra Luca, con un’agenda già fitta d’impegni: Domenica 26 è stato invitato a presentare lo strumento “Parola di Vita” per contribuire al dialogo ecumenico: erano presenti p. Eugenio (pastore della Chiesa di s. Anna a San Pietroburgo), p. Viktor (della cattedrale ortodossa del principe Vladimir), alcuni Focolarini venuti da Mosca e alcuni fedeli della chiesa luterana. Come ogni volta, in un clima semplice e familiare, ci siamo presentati e abbiamo condiviso le nostre esperienze pastorali sottolineando l’importanza dell’amicizia e del dialogo tra le varie chiese (foto 5-6). Ci siamo lasciati con il desiderio di continuare ad incontrarci mensilmente invitando i fratelli luterani al prossimo incontro sulla famiglia organizzato da varie chiese della città.Il 30 Gennaio, invece, fr. Luca è stato invitato a predicare il ritiro ai fratelli conventuali della Custodia di Russia, riuniti presso il loro convento a San Pietroburgo dedicato a s. Antonio da Padova. Il tema trattato è stato quello della conversione permanente: in s. Francesco e… in noi stessi. Molto interessante è stata la vivace condivisione suscitata dal tema e per la quale hanno particolarmente ringraziato.
Il 2 Febbraio, infine, abbiamo partecipato all’incontro di preghiera tenutosi presso la chiesa di s. Caterina in occasione della festa del Battesimo del Signore e della Vita Consacrata.
Ecco, carissimi, per ora questo è tutto. Continuiamo a camminare insieme, ciascuno lì dove si trova, stretti a Gesù e in comunione di preghiera!

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NATALE E DINTORNI… news dalla Russia

Cari amici, eccoci di nuovo qui, questa volta per rendervi partecipi degli eventi della nostra vita “quotidiana”. Arrivato a fine Novembre, fr. Luca era stato subito coinvolto in varie predicazioni per il cammino di Avvento; inoltre il Movimento dei Focolari gli ha chiesto di preparare una serie di lezioni bibliche per la Formazione permanente, destinate ai membri del Movimento appartenenti a diverse confessioni cristiane.
Saranno registrate qui a San Pietroburgo e poi trasmesse nelle diverse città del territorio russo dove sono presenti comunità del Movimento: le distanze infatti non permettono loro una partecipazione assidua alla vita di comunità e così, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, ci si potrà “incontrare” più spesso. La prima lezione si è tenuta all’inizio di Dicembre e ha partecipato anche fra Iuri, dando il suo piccolo contributo al momento di condivisione finale.
Il 24 Dicembre, per la Messa “di mezzanotte”, abbiamo scelto un orario un po’ anomalo: dal momento che ora siamo ospitati dai fratelli Conventuali, i nostri parrocchiani devono arrivare da più lontano… molti sono anziani, non hanno mezzi di trasporto propri e la metropolitana di notte non lavora, così abbiamo celebrato alle 8 di sera! Dopo la Messa, poi, siamo usciti nel chiostro per qualche canto natalizio attorno al presepe, quindi siamo andati in refettorio a fare un po’ di festa.

Ripartito Luca per l’Italia il 26 Dicembre, il tempo di Natale è trascorso principalmente tra casa e chiesa, tra semplici celebrazioni liturgiche e una più intima vita fraterna fatta di piccoli momenti di festa e… anche di una buona dose di riposo, di cui avevo proprio bisogno!! Non sono mancate, tuttavia, le opportunità d’incontro sia a livello civile sia religioso: due appuntamenti per lo scambio degli auguri natalizi presso il Consolato lituano (uno secondo il calendario cattolico, l’altro secondo quello ortodosso), la solenne concelebrazione liturgica per l’anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale dedicata alla B.V.M. di Lourdes, la cena fraterna presso il Seminario diocesano con lo scambio degli auguri natalizi. Più recentemente, fr. Iuri ha partecipato a un incontro ecumenico durante la Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani, al quale hanno preso parte i rappresentanti (presbiteri e laici) delle chiese Cattolica, Ortodossa e Luterana.

Un’altra occasione particolare è stata l’Epifania, perché qui i cattolici hanno un’interessante tradizione: al termine della Messa si benedicono acqua e gessetti che poi la gente porta a casa… lì la famiglia si riunisce per un momento di preghiera domestica nel quale il capofamiglia benedice la propria casa con l’acqua e sopra le porte (o almeno su quella d’ingresso) scrive col gesso C + M + B + l’anno, iniziali della formula latina “Cristo benedica questa abitazione”. Nel mondo slavo, però, la trascrizione delle lettere in alfabeto cirillico К + М + Б ha causato uno slittamento non solo linguistico ma anche devozionale, per cui le tre lettere sono diventate le iniziali dei nomi dei tre Magi! Un modo simpatico per invitarli a visitare anche il presepe allestito nella propria casa.
Bene, per non dilungarci troppo chiudiamo qui… per ora: vi raggiungeremo a breve con un nuovo articolo, già pronto, nel quale vi presenteremo alcuni aspetti del modo di vivere le festività natalizie presso i nostri fratelli ortodossi.
A presto!

fr Iuri

Progetti in aiuto alla nostra realtà missionaria in RUSSIA

Время летит – Il tempo vola

Eh sì, cari amici, vrièmja litìt, “il tempo vola”! Sia nel senso che sono ormai trascorsi due mesi dal nostro ultimo “bollettino”, sia nel senso che… è passato più di un anno dal nostro primo arrivo qui a s. Pietroburgo! Qualche amico, dall’Italia, mi ha allora chiesto se riuscivo a fare un primo bilancio. Mah… ben difficile.

Certo sono successe tante cose e la vita non ha mai cessato di sorprenderci: a volte in modo positivo, a volte (apparentemente?) negativo. Credo che stiamo ancora soltanto gettando le basi di un’avventura che non sappiamo come proseguirà e dove ci porterà: del resto, quando si decide di dar retta al Signore e di mettersi a servizio di un Suo progetto, bisogna accettare di non poterne avere il controllo. Qualche nuovo esempio?

Ai primi di Dicembre, al Signore è piaciuto farci una delle sue sorprese: senza dilungarci nei dettagli tecnici, il succo è che fr. Luca è stato improvvisamente “ripescato” e gli è stato assegnato uno dei posti rimanenti per accedere alla richiesta di Permesso di soggiorno triennale… a condizione di presentare tutti i documenti entro Natale! Grazie a Dio, ora alcune pratiche si possono espletare via mail, quindi ce l’abbiamo fatta: un bel colpaccio, perché significa che Luca potrebbe ricevere il Permesso già a fine Marzo. Subito dopo Natale, però, è nuovamente dovuto rientrare in Italia per un mese.

Di contro, per quanto riguarda la chiesa, a fine anno è scaduta la concessione alla ditta che sta eseguendo i restauri: lo Stato (a cui, vi ricordo, l’edificio appartiene) dovrà presto indire una nuova gara d’appalto e quindi, tra una cosa e l’altra, i lavori rimarranno (nuovamente!!) fermi fino ad Aprile… e, nel frattempo, hanno anche lasciato il tetto a metà!

Questa volta, però, desidero condividervi soprattutto le mie esperienze interiori, lasciando ad un prossimo articolo la cronaca di questi ultimi tempi. Ebbene, credo di potervi dire che “stare” è per me la parola più significativa, in questo momento. All’inizio, quando arrivammo qui, feci la triste scoperta che quel poco di russo che avevo studiato in Italia non bastava assolutamente per rendermi utile in Parrocchia… e nemmeno per una buona vita fraterna! Non potevo fare niente, “solo” pregare, studiare, offrire… e dare qualche piccolo aiuto domestico. Poi, dopo l’estate, la situazione era completamente cambiata: a causa dei problemi con i documenti, fr. Luca e io avevamo dovuto per forza decidere di alternarci tra la Russia e l’Italia e allora… Da un lato, fare a meno di lui era stato molto faticoso per me, perché anche se non sempre andiamo d’accordo, sappiamo però sostenerci a vicenda in tante cose; dall’altro lato, però, la sua assenza mi obbligava a darmi da fare, a mettermi in gioco, a prendermi cura della chiesa: con tutti i miei grandi limiti, certo, però finalmente mi sentivo utile! Anzi: quando per alcune settimane siamo stati senza corrente elettrica e pregavamo e celebravamo la Messa al freddo e al buio, mi sentivo finalmente un “vero missionario”, quasi un piccolo eroe. Che sciocco! Poi, ai primi di Novembre, con la chiusura della chiesa per i restauri, eccoci pellegrini presso i fratelli Conventuali: ormai da tre mesi, lo sapete, celebriamo la Messa con la gente solo di Domenica, mentre durante la settimana officiamo nella cappellina di casa nostra, solo noi frati. Questo mi ha fatto ripiombare in una grande inattività e ultimamente, per me, era un gran peso: sembra strano, ma non fare “niente” (sul piano pastorale, intendo) può essere molto faticoso!
Ma la relazione con Gesù, nella preghiera, si mantiene viva e mi sostiene molto. La svolta è stata il 9 Gennaio: nella Messa si è proclamato il Vangelo di Marco sulla “tempesta sedata” e subito ho pensato “ma che carino Gesù: li vede affaticati e va ad aiutarli!”… poi però “voleva oltrepassarli” e mi son detto “ma come?!? Li lascia lì e tira dritto?!?!? Ma che razza di aiuto è questo?!?!?” Poi ho pensato che forse voleva semplicemente attirare la loro attenzione e che proprio questo fosse il vero aiuto: indurli a non tenere lo sguardo basso, fisso sulle loro fatiche… ma ad accorgersi di Lui che passa. Passa e cammina sull’acqua, proprio su quelle acque agitate dal vento! E così Gesù mi ha fatto fare un bel passaggio… e mi sta aprendo il cuore a capire, ancora una volta e sempre di più, che ciò che conta davvero, in particolare in certi momenti, non è tanto il fare, ma l’essere. Soprattutto essere nel posto dove Lui mi vuole: fare la Sua Volontà e godere di questo è la cosa più importante! E se la sua volontà, ora, è che io semplicemente “stia” qui senza fare quasi nulla (se non studiare come un matto!), allora… abbandonarmi a questo con gratitudine è tutto ciò che conta. Senza dimenticare il fatto che far scendere Gesù ogni giorno in un appartamento di Pietroburgo celebrando l’Eucaristia… beh, è già un dono e un miracolo immenso!

Ecco, questa è la situazione: umanamente molto stressante, in certi momenti, e si potrebbe dire che “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”, oppure… si può viverla anche come un’ottima occasione per chiedere il dono della fede ed esercitarsi continuamente nell’abbandono all’Amore del Padre.

A presto!

fr. Iuri

 

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Nuovi racconti pietroburghesi… da fra Iuri

Cari amici,
eccomi di nuovo qui ad aggiornarvi sulle nostre vicende pietroburghesi.
Ci eravamo salutati in occasione della solennità di s. Francesco, ma i festeggiamenti non erano finiti lì: sabato 12 Ottobre, infatti, una giovane coppia di nostri parrocchiani, Masha e Vitija (Maria e Viktor), hanno dato compimento al loro tempo di fidanzamento convolando finalmente a nozze. Viste le condizioni della nostra chiesa, i due sposi avevano giustamente deciso di celebrare il loro matrimonio altrove, precisamente dai nostri fratelli Conventuali. Ho concelebrato l’Eucaristia assieme ad altri tre sacerdoti loro amici, in un’atmosfera semplice e familiare ma anche multietnica ed ecumenica: Viktor, infatti, è di origine ucraina, mentre Maria è di famiglia mista: madre coreana cattolica e padre russo ortodosso. Penso che p. Luca avrebbe sottolineato come, ancora una volta, il dialogo ecumenico nasca soprattutto dalle esigenze della vita concreta, cioè “dal basso”.
A proposito di Luca: come forse ricorderete, era tornato in Italia il 4 Settembre e le pratiche burocratiche per il suo rientro sono state rallentate dalla creazione di un Ufficio apposito per le Organizzazioni umanitarie e religiose, presso il quale è stato necessario registrare quasi ex-novo la nostra Parrocchia prima di poter presentare la domanda d’invito a suo favore. Ad ogni modo, l’operazione è andata a buon fine e tra pochi giorni (precisamente giovedì 28 Novembre) Luca tornerà finalmente a Pietroburgo… anche se, ancora una volta, la sua permanenza potrà durare solo un mese: sarà comunque bello essere accompagnati da lui nel tempo di Avvento che sta per cominciare e, soprattutto, festeggiare insieme il Natale. Nel frattempo, lui e io siamo rimasti in stretto contatto attraverso i mezzi elettronici, sia per qualche semplice condivisione fraterna, sia per confrontarci su come affrontare le varie situazioni che qui si presentavano.
Le novità, infatti, purtroppo non sono mancate. Mercoledì 15 Ottobre l’impianto elettrico della chiesa ha subìto un grave sbalzo di corrente che ha bruciato il nostro contatore e alcune apparecchiature che gli operai stavano usando nei lavori di restauro. Fra Julius, il nostro economo, si è subito messo all’opera insieme al nostro Assistente legale per chiedere alla Società elettrica d’intervenire, ma da queste parti le procedure burocratiche sono particolarmente complesse (dovreste vedere quanto è spesso il plico di scartoffie che hanno dovuto compilare, firmare, timbrare…!) e così abbiamo celebrato al freddo e quasi al buio per due settimane.

Almeno la Domenica, però, abbiamo potuto godere del “calore” e della “luce” dei nostri parrocchiani, che sono stati veramente eccezionali: prima della celebrazione, man mano che arrivavano, io ero lì a salutarli e a dispiacermi e scusarmi per la situazione… e loro, soprattutto le più anziane, a consolarmi: “Ma no, padre, stia tranquillo, va benissimo! Abbiamo passato ben di peggio, se sapesse! Da piccole, dopo la guerra… oppure sotto il Regime… Non si preoccupi”. E poi diverse persone sono arrivate chi con una torcia, chi con una pila… un giovane padre di famiglia, addirittura, ha portato i faretti del suo studio fotografico (lui lavora in quel campo): ideali per il leggìo e per la nostra piccola “schola cantorum”!! È stato davvero commovente e ho voluto ringraziare tutti, dicendo che mi avevano mostrato concretamente la Chiesa come luogo di solidarietà e collaborazione reciproca. Ringraziamo il Signore!
Purtroppo però la macchina burocratica, una volta messa in moto, non si è fermata dove avremmo sperato… A causa del cantiere, infatti, il cortile era ormai sempre più ingombro di materiali da costruzione e la ditta che esegue i lavori ha ritenuto che l’accesso non fosse più sicuro e andasse riservato ai soli addetti. La Commissione statale che cura il restauro ha quindi deciso di vietarci l’ingresso e quindi, di fatto, di chiudere la chiesa e ogni suo locale fino al termine dei lavori (due-tre… quattro anni?!?!). Domenica 3 Novembre abbiamo quindi celebrato l’ultima (per ora) Messa in Parrocchia e abbiamo portato a casa nostra tutto il parato liturgico, che non potevamo certo abbandonare per anni nello scantinato. Abbiamo chiesto ospitalità per le Messe domenicali sia alla Parrocchia dell’Assunta sia al Convento s. Antonio e dopo aver valutato le loro proposte abbiamo deciso di accettare l’offerta dei fratelli Conventuali, che ci offrivano un orario più comodo permettendoci così di proseguire anche il Catechismo dei bambini. Dovremo poi decidere circa le Messe feriali. L’ennesima chiusura della chiesa è stata accolta con grande dispiacere dai parrocchiani, sebbene siano purtroppo avvezzi a peregrinare da un luogo all’altro. Speriamo di non perderne altri per strada come già accaduto in passato, mi spiacerebbe molto…
Dal punto di vista tecnico, intanto, la nostra maggiore preoccupazione è per l’impianto di riscaldamento: non è ancora chiaro, infatti, se lo sbalzo di tensione abbia bruciato anche le apparecchiature che lo fanno funzionare (pompe, termostati, elettrovalvole ecc…). Se così fosse sarebbe un grosso problema, perchè sostituirle sarebbe una spesa notevole.

Il 2 Novembre, intanto, ci siamo uniti alle celebrazioni della Parrocchia della Visitazione: la loro chiesa, infatti, è costruita sul terreno dove sorgeva uno dei vecchi cimiteri cattolici che poi i sovietici avevano profanato e così ogni anno, in quella data, dopo l’Eucaristia si fa lì una piccola processione. Ce n’era uno anche vicino alla nostra chiesa, ma durante il regime venne sventrato per scavarci una stazione della metropolitana. Eh già, proprio così! Ecco alcune foto:

Non fatevi ingannare dalle apparenze: a Maggio una donna con problemi mentali ha appiccato un incendio di notte e dentro è ancora in restauro.

Questo è il vecchio cimitero attorno alla chiesa, con le cappelle ancora semidistrutte. Sui 4 tumuli e alla lapide (in memoria di tutte le vittime del Regime sovietico) abbiamo fatto le stazioni della processione.

Dall’11 al 15 Novembre, invece, sono stato a Novosibirsk (Siberia del sud) per partecipare all’Assemblea annuale di tutti i frati minori di Russia. Detta così, sembra chissà cosa… ma in tutto siamo otto, distribuiti su tre conventi a ore e ore di aereo l’uno dall’altro!! Nonostante abbia avuto alcuni problemi di salute (la differenza di fuso orario e qualcosa che ho mangiato mi hanno letteralmente steso), è stato davvero bello godere della comunione fraterna e di un paio di giorni di ritiro spirituale. Abbiamo anche festeggiato il 25° anniversario della Scuola elementare cattolica, fondata a suo tempo da p. Guido Trezzani e ora diretta da p. Corrado, che proprio in quei giorni ha compiuto 72 anni, di cui gli ultimi 24 a Novosibirsk!

Per il resto, proseguo lo studio del russo: venerdì scorso (22 Novembre) ho completato il quinto livello (B1.1) superando l’esame interno e domani inizierò il sesto (B1.2)… terminate le basi grammaticali, ormai sono entrato nel vivo della lingua! Intanto, già dopo i primi giorni di scuola mi era venuto il desiderio di recarmi a lezione con l’abito, ma avevo voluto essere prudente: ho aspettato un po’, ci ho pregato su e pochi giorni dopo, chiacchierando con alcune studentesse italiane, una di loro mi chiese proprio perché non lo indossassi e mi incoraggiò a “osare”… così ero andato in Direzione a chiedere quali fossero le leggi al riguardo e cosa ne pensassero: non solo mi è stato risposto che era possibile ma, con mia sorpresa, mi hanno espresso il loro stupore per il fatto che un religioso girasse in borghese! Il discernimento, quindi, m’è sembrato fatto. In un contesto internazionale e interculturale come quello, la presenza di un frate mi pare non susciti particolare curiosità, ma qualcuno (per lo più studenti italiani, ma non solo) si è avvicinato manifestando interesse e ponendo domande che sono diventate occasioni, se non proprio di annuncio esplicito, almeno di testimonianza. Il Signore farà il resto!
Infine, la notizia più bella: proprio in prossimità del mio 45° compleanno, ho finalmente ricevuto il Permesso di soggiorno, che mi permetterà di rimanere in Russia per i prossimi tre anni (intanto). Benediciamo il Signore!

fra Iuri

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san Francesco in Russia: news dai nostri missionari

San Pietroburgo, 5 Ottobre 2019

Cari amici delle missioni,

finalmente son potuto tornare in Russia! Per motivi burocratici, infatti, avevo dovuto trascorrere alcuni mesi in Italia ma, alla fine di Agosto, ho potuto “riprendere il volo”.
Appena arrivato, la vita mi è subito venuta incontro con la sua realtà che, come sempre, ci supera e ci sorprende con la sua chiamata ad amare: lì, dove e come sei. Provo, allora, a raccontarvi qualcosa.
Già il 24 Agosto, giorno dopo il mio arrivo, è giunto a Pietroburgo don Giorgio, un sacerdote marchigiano appartenente al Movimento dei Focolari, che ha portato con sé un piccolo gruppo di adolescenti (alcuni interni al Movimento, altri no) per alcuni giorni di convivenza coi coetanei focolarini Ortodossi, tutti ospitati a Kolbina (un paesino 20 Km fuori Pietroburgo) in un campus appartenente ai Cristiani Luterani: una bella esperienza di ecumenismo pratico, semplice e concreto. Fr. Luca naturalmente, che appartiene al Movimento, ha voluto prendervi parte e io ho scelto di accettare il suo invito a partecipare ad alcuni momenti di condivisione e formazione.
In parrocchia, invece, il maltempo della settimana precedente al mio arrivo aveva causato diversi danni alla chiesa: gli operai stavano rifacendo il tetto e, per questo, avevano smontato le grondaie… ma poi i lavori avevano subito un’interruzione e così, quando pioveva, l’acqua colava lungo i muri e s’infiltrava nelle fondamenta e da lì passava fin dentro lo scantinato in cui celebriamo, che quindi si era allagato. Luca e fr. Julius avevano già tirato via l’acqua con pompe e aspiratori, poi abbiamo dovuto pulire tutto e installare un deumidificatore industriale che ogni giorno, per settimane, ha estratto dall’aria 10-12 litri d’acqua!! Pensate un po’ che umidità c’è là sotto!! Come se non bastasse, forse a causa delle infiltrazioni, il controsoffitto aveva ceduto in un punto (proprio davanti all’altare) ed era venuto giù. Ora il danno è stato riparato e anche gli operai sono tornati al lavoro.
Il 4 Settembre, purtroppo, fr. Luca è dovuto ripartire per l’Italia, dove rimarrà almeno fino a metà Novembre, per poi tornare qui fino a Natale: ci ha lasciato le consegne circa la Parrocchia (era arrivato a San Pietroburgo il 5 agosto, riprendendo in mano le varie attività pastorali e del dialogo ecumenico), sapendo che faremo quel che si può: lui è un gran lavoratore e ha dovuto suddividere fra quattro persone ciò che riusciva a fare da solo!!
Dal 9 Settembre, intanto, mi sono iscritto ad una scuola di lingua russa per stranieri, che frequento per 5 mattine a settimana: è un impegno serio e, pian piano, sta dando i suoi frutti.
Il 29 Settembre in ogni Parrocchia c’è stata l’apertura ufficiale dell’Anno pastorale: abbiamo celebrato la Messa votiva allo Spirito Santo, pregato per i catechisti e per chi si prepara a ricevere i Sacramenti e sr. Anna FMM ha presentato un riassunto della Lettera pastorale del Vescovo. Già dalla settimana precedente, però, avevamo iniziato il catechismo: sr. Anna e fr. Bernard stanno accompagnando un piccolo gruppo di bambini alla prima Comunione e alla Cresima: tutti membri della locale Comunità neocatecumenale. Il 1° Ottobre, invece, abbiamo ripreso gli incontri mensili col Vescovo per sacerdoti e religiosi e, durante la Messa, catechisti e operatori pastorali hanno ricevuto il mandato per esercitare il loro servizio ecclesiale. Durante questi incontri io capisco ancora ben poco, ma so che la cosa più importante è partecipare alla Concelebrazione eucaristica, attraverso la quale lo Spirito Santo agisce e ci chiama a creare comunione al di là delle nostre povere capacità.
Ed eccoci arrivati alla festa di s. Francesco! La sera del 3 Ottobre siamo stati ospitati dai nostri fratelli Conventuali: abbiamo celebrato i Primi Vespri nel Transito (conclusi con una mini-processione con icona e reliquia… sotto la pioggia!) e poi la Messa presieduta, secondo tradizione, da un fratello Domenicano, p. Tomash, che ha tenuto un’omelia piuttosto simpatica (sono riuscito a capire quasi tutto!!!): ha iniziato chiedendo “provocatoriamente” a cosa servono i frati minori nella Chiesa, poi ha spiegato dicendo che la Chiesa è come l’albero di Natale (qui si usa quello vero, vivo) e i vari Ordini sono le decorazioni che lo abbelliscono: angioletti, palline colorate, figure varie, personaggi del presepe. I frati minori rappresentano la Sacra famiglia, e stanno lì per ricordare a tutta la Chiesa la cosa più importante: che Dio si è fatto uomo per salvarci. La sera del 4, invece, abbiamo celebrato la Messa ognuno nella “propria” chiesa e anche noi abbiamo cercato di curare al meglio la liturgia… compatibilmente con la scalcagnata situazione in cui ci troviamo a lavorare!
Ecco: come potete vedere, Gesù non si stanca di camminare per le strade di questo nostro povero mondo… e, soprattutto, non smette di fidarsi di noi e di affidarci l’annuncio del Suo infinito Amore per ogni essere umano. Grazie a tutti voi, che ci sostenete con la preghiera e col vostro aiuto!

fr. Iuri

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